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Zone Franche Urbane, Montaruli: «Le nuove misure di intervento sono una vera e propria beffa per le imprese»

La Redazione
«Nei due unici comuni della Bat inseriti tra i 45 beneficiari in Italia, 201 imprese ad Andria e 856 a Barletta, hanno fruito solamente del 34,86% dei fondi, ad Andria, mentre a Barletta le imprese ne hanno fruito per il 65,59%»
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Unimpresa Bat ne aveva parlato a novembre 2015 e la pubblicazione dei bandi era attesa per gennaio 2016 ma tutto è slittato, come sempre più spesso accade in Italia. Si torna di nuovo a parlare dei provvedimenti sulle Zone Franche Urbane ma la sorpresa è amara, amarissima perché trattasi, per l’intera Regione Puglia, di soli 1,3 milioni di euro in totale.

Nei primi mesi del 2017 la pubblicazione dei bandi con la disponibilità delle risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2016 per finanziare le agevolazioni fiscali delle dieci Zone Franche Urbane, tra le quali Matera, individuate dalla delibera CIPE n. 14 dell’8 maggio 2009 ricadenti nelle regioni non comprese nell’obiettivo “Convergenza” mentre in Puglia saranno 11 delle 45 ZFU che peraltro hanno già usufruito delle risorse finanziate con l’articolo 37 del Decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 (Legge n. 221 del 2012) e che nel 2017 potranno fare affidamento per il prosieguo dei finanziamenti esclusivamente sulle risorse rivenienti da rinunce e revoche di agevolazioni concesse ma non utilizzate dunque in tutto 1,3 milioni di euro.

Sull’argomento è intervenuto il Responsabile dell’Area Amministrativa Unimpresa Bat, Savino Montaruli, il quale, amareggiato ma per nulla sorpreso, ha rilasciato queste dichiarazioni: «L’attesa è finita e quello che si prospettava, purtroppo, è accaduto. Le nuove misure di intervento per le Zone Franche Urbane sono una vera e propria beffa per le imprese. Si tratta unicamente di rimettere a disposizione dei beneficiari i residui derivanti da rinunce e revoche di agevolazioni già concesse ma non utilizzate. In Puglia sono state le città di Andria, Barletta, Foggia e Molfetta quelle meno virtuose che hanno fatto registrare questo forte disavanzo quindi riaperto la possibilità di nuovi bandi per le assegnazioni di questi pochi spiccioli.

Nulla di interessante, quindi, se non un’elemosina per nulla appetibile che per la Puglia, ed in particolare per la Bat, si risolve i una bolla di sapone. Ricordiamo che ad oggi le imprese già beneficiarie dei fondi per le ZFU, nei due unici comuni della Bat inseriti tra i 45 beneficiari in Italia, 201 imprese ad Andria e 856 a Barletta, hanno fruito solamente del 34,86% dei fondi, ad Andria, mentre a Barletta le imprese ne hanno fruito per il 65,59%, a dimostrazione della scarsissima flessibilità rappresentata dal modo in cui è stata concepita e posta in essere l’intera fase di erogazione e modalità di utilizzo dei fondi che, ricordiamolo, vengono imputati a fronte di programmi di defiscalizzazione previsti dalla Legge 296 del 2007 per favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri e aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse.

La percentuale molto bassa di fruizione – ha detto Montaruli – è un elemento non di poco conto che conferma ampiamente tutte le nostre perplessità espresse nel merito già da molti anni, che sono tutte riportare sui media prima e dopo l’emanazione del primo provvedimento ed ora di quest’ultimo. Infatti l’importo medio fruito è solo del 44,67%. Con il nuovo provvedimento e con i bandi del 2017 si intende attuare un principio differente quindi si terrà conto proprio della capacità del beneficiario di utilizzare il bonus fiscale concesso introducendo uno sbarramento all’accesso alle agevolazioni per le imprese, il cosiddetto de minimis. Una sorta di “punizione” che però non tiene conto delle motivazioni “politiche” alla base di questo deficit di utilizzo in primis l’elevatissimo calo occupazionale in un territorio dove le Politiche del Lavoro risultano essere inesistenti e il tasso di disoccupazione è dei più elevati in tutta Italia. Questi elementi di negatività sopraggiunti ma anche preesistenti non hanno consentito alle Imprese di usufruire di quella defiscalizzazione, anche a causa della diminuita capacità delle imprese di produrre reddito al limite della loro chiusura.  Nel Decreto inoltre è stato esteso il limite previsto per l’istituzione di “riserve finanziarie di scopo” da parte delle Regioni fissato in precedenza al 30%. Di queste risorse aggiuntive di scopo non v’è mai stata traccia e nella scorsa tornata erano state promesse quindi vedremo se quella promessa questa volta sarà mantenuta» ha concluso Montaruli.

Il Decreto, infine, prevede l’ampliamento della platea dei beneficiari del regime anche ai liberi professionisti con la loro sede legale operativa presenti nelle ZFU.

Si aspetta il nuovo anno ed i nuovi bandi.

domenica 4 Dicembre 2016

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