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Oltre 1000 famiglie andriesi alle prese con la “Comunione”

Sabino Liso
Sabino Liso
Maggio è il mese delle rose, dei banchetti e delle bomboniere
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Maggio, il mese delle rose e delle Comunioni. In molte famiglie ci si appresta a festeggiare con tanto di abito della festa, fiori, lauti pranzi e bomboniere, ma solo dopo il sacramento ricevuto in Chiesa.

A proposito, cos’è realmente la Prima Comunione? Lo abbiamo chiesto ad alcuni bambini che, quest’anno, ricevono o festeggiano (a seconda dei punti di vista ndr) il Sacramento: Giorgia “Ricevo il Signore per la prima volta”; Giulia “Prendo l’ostia per la prima volta che è, in realtà, il corpo di Cristo”; Riccardo “Faccio la festa e forse i miei zii mi regalano il telefonino, se mamma gli dà il consenso”; Antonio “Ricevo nel mio corpo Gesù”… potremmo continuare all’infinito e di risposte ne avremmo molte e tutte a conferma di quanta poca informazione viene trasferita ai piccoli protagonisti del “business” che ruota attorno a loro.

L’evento, più che un sacramento, diventa un “salasso” per il “popolino”, soprattutto, abituato a strafare. Ecco che oltre all’abito sacerdotale e al cero bianco, per le femminucce bisogna comprare l’abito da sposina; i maschietti invece saranno conciati come tanti omini nani con giacca, cravatta o cravattino, scarpe lucide e brillantina sul ciuffo. Il senso della giornata sarà poi tutto nel pranzo, è lì che gli invitati incontreranno “Dio”: cocktail di benvenuto, antipasti, frutti di mare (guai se non ci fossero!), due primi e se va bene c’è anche l’assaggio dello chef, l’immancabile turbante di branzino e i gamberoni, la carne per chi non mangia pesce e per chi è ingordo, frutta, dolce, confetti e bomboniere. A scuola poi si andrà vestiti e sarà ancora festa: la sfilata della vanità e delle sciocchezze prenderà anche quest’anno il sopravvento. I social e i telefonini, delle mamme in primis, saranno carichi di selfie e di commenti di auguri… Nota positiva: l’economia locale si risolleva. Sì, avete capito bene. In cambio si alleggeriscono i portafogli di circa 1000 famiglie andriesi alle prese con le “cerimonie”. Non abbiamo citato i fotografi: anche loro ringraziano e in cambio offrono pose patinate e ritocchi al Photoshop che incitano allo sviluppo della gigantografia da mettere in bella mostra!

Ora, sia chiaro, lungi da noi voler dare addosso a sale ricevimenti, operatori del settore e wedding planner più o meno improvvisati; ognuno è libero di interpretare a suo modo le regole del banchetto ma ci preme sottolineare, come premessa doverosa, il concetto del sacramento: nella Chiesa cattolica per “Prima Comunione” s’intende il momento in cui i fanciulli si accostano per la prima volta al sacramento dell’Eucaristia. Cos’è l’eucarestia? È il sacramento istituito da Gesù durante l’Ultima Cena, alla vigilia della sua passione e morte. Il termine deriva dal greco εὐχαρίστω (eucharisto: “rendo grazie”). Dal Vangelo secondo Marco, 14:22, si legge: “Mentre mangiavano, Gesù prese del pane; dette la benedizione e lo spezzò, lo diede loro e disse: “Prendete questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie lo diede loro e tutti ne bevvero. Poi Gesù disse : Questo è il mio sangue, il sangue del patto che è sparso per molti. In verità vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino al giorno che lo berrò di nuovo nel regno di Dio”. Sono questi gli insegnamenti che il Signore ha lasciato ai fedeli: la comunione è un rito per ricordare il sacrificio che Gesù ha fatto sulla croce… L’eucaristia è dunque strettamente legata alla Pasqua, morte e resurrezione di Gesù e quindi all’ultima cena, il momento in cui il sacramento venne istituito.

Queste sono le istruzioni del Signore. Pensate che lui avrebbe suggerito ai suoi discepoli abiti nuovi, mise en place, bomboniere, fiocchi e fiocchettini? È paradossale come il ricordo di un momento di agonia vissuto sulla Croce si trasformi in festa per gli ignari cristiani e uomini di domani: persone che non hanno la benché minima percezione del vivere in comunione…

La premessa era doverosa per arrivare allo scopo di questo nostro articolo di giornale, un articolo che di certo non scopre l’acqua calda ma che vuole invitare alla riflessione soprattutto il clero: ai sacerdoti, agli operatori della catechesi e a quanti si prodigano per instillare pozioni di cristianità nei piccoli, noi suggeriamo che sia arrivato il momento di rendere più propositiva la figura del catechista nel contesto odierno. L’epoca del consumismo ha preso il sopravvento sul significato reale del sacramento e la nuova evangelizzazione è poco impregnata di cristianesimo. Va bene la festa, ma solo se si crede fermamente nel valore cristiano e nel significato profondo della “Comunione”; diversamente, non è meglio rimandare di qualche anno, e dare la possibilità, in propria scienza e coscienza, di ricevere o meno il sacramento?

Non giudicateci bigotti, ma noi alla fiera delle ovvietà preferiamo quella del trenocelle: è più vera!

martedì 23 Maggio 2017

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tonia scarcelli
tonia scarcelli
6 anni fa

Condivido appieno. Fare debiti per festeggiare lo trovo assurdo. E la chiesa ha le sue responsabilità. Vogliamo parlare dei fotografi? ?? Una foto mediocre costa quanto un servizio fotografico!!!!