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Nuove location per riti civili? Solo ad Andria tutto tace

Lucia M. M. Olivieri
Mentre Barletta, Trani, Bisceglie, Canosa si attrezzano per dare la possibilità di celebrare matrimoni e unioni in palazzi storici o sul mare, ad Andria tutto è fermo
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Basta impegnarsi in una veloce ricerca sul web, in questi giorni in cui le sale ricevimenti traboccano di festeggiamenti nuziali, per rendersi conto che siamo un passo indietro rispetto al circondario: parliamo ancora dei matrimoni e delle unioni civili, in crescita anche dalle nostre parti.

Infatti ormai in quasi tutta l’Italia e anche a pochi chilometri da noi, molti Comuni, nel giorno della celebrazione dei matrimoni civili, mettono a disposizione sale ed edifici di particolare bellezza. Tra questi invece non rientra Andria, ancorata “soltanto” al Palazzo di città.

Facciamo esempi concreti: a Trani, Bisceglie, Canosa di Puglia, Barletta, tanto per citare i più vicini, il Comune ha delegato a “casa comunale”, cioè ad ambiente di rappresentanza ove celebrare il rito alla presenza dell’Ufficiale di Stato civile, luoghi di interesse storico che ben si prestano a questo giorno speciale. E allora, coloro che volessero sposarsi a Trani, avrebbero diverse location tra cui scegliere tra diverse sale ricevimenti anche famose, oltre che il Municipio, il Museo archeologico Monastero di Colonna (chiostro sito al piano terra; terrazza panoramica rivolta al mare; sala esposizioni al piano terra; porticato adiacente la scala d’accesso al piano superiore); villa comunale (chalet al piano terra; chalet, terrazza al piano primo; fortino Sant’Antonio; cassarmonica; anfiteatro del boschetto); biblioteca comunale (sala Benedetto Ronchi, sala Guido Maffuccini); palazzo delle Arti Beltrani o Pinacoteca “Ivo Scaringi” (sala conferenze al piano terra).

Ancora il Comune di Bisceglie offre la possibilità, a coloro che sono intenzionati a contrarre matrimonio con rito civile, di sposarsi nella sede di via Trento (atrio Comune), di via G. Frisari, Castello Svevo, Anfiteatro Mediterraneo Comunale, nonché nelle dimore storiche; a Canosa, gli sposi hanno a disposizione anche la “Sala degli Specchi” di Palazzo Casieri, mentre a Barletta è stato di recente ampliato il carnet delle scelte, che comprendeva la sede municipale e la Sala rossa del Castello Svevo, includendo anche quattro stabilimenti balneari risultati idonei all’istituzione di separati uffici per la celebrazione dei riti civili.

E ad Andria? Ancora oggi nulla è cambiato: coloro che volessero informarsi presso gli uffici dei Servizi Demografici su quali location fossero disponibili per celebrare il proprio rito, avrebbero come risposta che siamo “fermi” al solo Palazzo municipale. Tempo fa l’attuale Assessore Paola Albo aveva inoltrato una apposita richiesta al Sindaco al fine di «ricercare ulteriori strutture, oltre alla sala consiliare di Palazzo di Città, ove poter celebrare le cerimonie civili e dunque permettere ai giovani sposi, la possibilità di esercitare la facoltà di scelta, in base alla disponibilità offerta».

In effetti ad Andria le location non mancherebbero (dai palazzi storici privati alle masserie di particolare pregio artistico), per permettere di celebrare per uno dei momenti più significativi della vita di una coppia, e ci potrebbero essere anche ricadute economiche positive, sia per l’eventuale affitto della location, da versare nelle casse esangui del nostro Comune, sia per l’indotto turistico che si potrebbe generare. A questo si aggiunge il valore sociale di un rito celebrato nella propria città di origine piuttosto che altrove.

Ora che si sta diffondendo anche tra i più giovani l’usanza del rito civile, ora che gli altri paesi hanno colto anche l’aspetto “economico” del caso, noi rimaniamo ancora bloccati? Un’altra occasione sociale, turistica ed economica sprecata a cui si potrebbe facilmente porre rimedio.

venerdì 21 Luglio 2017

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