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In aumento la fame nel mondo, responsabili i conflitti e il cambiamento climatico

La Redazione
"Fame e malnutrizione non sono fenomeni strutturali di alcune aree ma sono la condizione di un generale sottosviluppo causato dall'inerzia di molti e dall'egoismo di pochi"
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“Rompiamo il silenzio sull’Africa e sul Mondo”, come ogni mercoledì, ormai.

Oggi attenzione puntata sulla fame o meglio sui crampi della fame e sul morire di fame.

In aumento la fame nel mondo, responsabili i conflitti e il cambiamento climatico

“Quanto pesa una lacrima?

Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento,

quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra”.

(Gianni Rodari)

Per la prima volta dopo più di dieci anni, le Nazioni Unite proclamano un chiaro aumento del numero delle persone che nel mondo soffrono la fame. Secondo l’Onu, a soffrire la fame nel 2016 erano 815 milioni di persone, 38 milioni in più dell’anno precedente.

Lo dice il rapporto, The State of Food Security and Nutrition in the World 2017, (Lo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo), a cura delle agenzie dell’ONU: l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), il Programma alimentare mondiale (Wfp) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), reso pubblico in questi giorni.

Il rapporto dell’ONU attribuisce gran parte di questo aumento al “proliferare di violenti conflitti e di shock climatici”, mettendo in risalto anche il ruolo giocato dalla carestia in Sud Sudan e le conseguenze che questa potrebbe avere in Paesi ad alto rischio come Nigeria, Somalia e Yemen.

“Questa situazione è il frutto di un vergognoso fallimento dei leader e delle istituzioni internazionali. Il terreno che avevamo faticosamente conquistato in anni di lotta alla fame si può perdere facilmente: oggi ne abbiamo la prova. Centinaia di milioni di persone al mondo soffrono la fame, mentre una manciata di multimiliardari continuano ad accumulare più ricchezza di tutti noi messi insieme. È il paradosso inquietante di fronte al quale siamo”, ha commentato così i dati, del rapporto, Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International.

La fame, per Byanyima, “non è frutto di una mancanza di cibo: ne produciamo abbastanza per sfamare il mondo. Dobbiamo trovare soluzioni reali e definitive alle cause strutturali dell’insicurezza alimentare. Ciò significa fare pressione per la risoluzione pacifica dei conflitti, tagliare drasticamente le emissioni di Co2 e aiutare le comunità ad adattarsi ad un clima che cambia”.

Per l’Italia la lotta alla fame nel mondo è da molti anni uno dei capisaldi dell’azione di Cooperazione internazionale allo sviluppo. Una priorità riconfermata anche nell’agenda di Presidenza del G7, in cui l’Italia ambiva a lanciare una nuova iniziativa congiunta dei G7 per promuovere la sicurezza alimentare in Africa Sub-Sahariana.

“E’ giunto il momento che l’Italia tenga fede a quell’ambizioso progetto stanziando subito le risorse preventivate, già a partire dalla prossima legge di Bilancio in arrivo alle Camere tra circa un mese”, ha dichiarato Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, nel commentare i dati, del rapporto.

“Oggi più che mai è imperativo dirigere fondi aggiuntivi di aiuto pubblico allo sviluppo su investimenti di lungo periodo nell’agricoltura di piccola scala dei paesi più poveri. Non possiamo essere la generazione che ammette la sconfitta di fronte al problema della fame. Bisogna ripartire da qui e agire in fretta”, questa la conclusione di Barbieri.

Il rapporto è la prima valutazione globale dell’ONU sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione rilasciata dopo l’adozione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, che mira a porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 come priorità politica a livello internazionale.

“Fame e malnutrizione non sono fenomeni strutturali di alcune aree ma sono la condizione di un generale sottosviluppo causato dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi”. E’ quanto ha sottolineato Papa Francesco, in un messaggio, alla 40.ma Conferenza della FAO, tenutasi a Roma, nel luglio scorso.

Una persona non è solo ciò che mangia o riesce a mangiare, ma una persona che non riesce a soddisfare uno dei bisogni primari, non è più neanche una persona.

Il rapporto ONU completo:

http://www.fao.org/3/a-I7695e.pdf

mercoledì 20 Settembre 2017

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