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Via Antonio da Villa, una discarica a cielo aperto

Lucia M. M. Olivieri
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Via Antonio da Villa
Tra le cose che fanno più orrore, ci sono contenitori vuoti di liquidi per lavastoviglie, olii per le automobili, latte di ferro arrugginite sotto gli ulivi. É questo l'olio che produrremo?
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Buste di rifiuti indifferenziati, lattine e bottiglie di birra, cartacce, vecchi televisori, un armadio a pezzi: non stiamo parlando dell’isola ecologica, ma di un tratto di via Antonio da Villa, a partire dal ponte della tangenziale fino alla svolta per immettersi sulla strada provinciale per Bisceglie.

Abbiamo documentato la situazione con foto e video: tra le cose che fanno più orrore, ci sono contenitori vuoti di liquidi per lavastoviglie, olii per le automobili, latte di ferro arrugginite sotto gli ulivi. É questo l’olio che produrremo, l’olio che tanto ci rende famosi e che per colpa degli incivili sarà inquinato dal veleno?

Ormai al degrado urbano pare che ci stiamo lentamente, tristemente abituando: strade sporche, buste di spazzatura abbandonate non solo nelle campagne, ma ora praticamente in città. É così difficile rendersi conto dell’enorme danno in termini di salute in primo luogo, ma anche di aggravio di tasse, di servizi sottratti alla comunità, di decoro e di pulizia? Sembra quasi beffardo il cartello, posizionato immediatamente prima del ponte, che recita: «La tua inciviltà è costata due volte: all’ambiente e al contribuente».

Insomma, urgono seri e “intensivi” provvedimenti per arginare un fenomeno che assume contorni sempre più vividi e disastrosi.

mercoledì 20 Settembre 2017

(modifica il 3 Agosto 2022, 20:24)

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