Esclusiva

Identificare l’Alzheimer con 10 anni di anticipo: nel team una ricercatrice andriese

Lucia M. M. Olivieri
La notizia ha avuto un'eco mondiale: l'Ist. Naz. di Fisica Nucleare, di cui fa parte l'andriese Sabina Tangaro, ha sviluppato un sistema di intelligenza artificiale in grado di rivelare automaticamente segni precoci della malattia
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Una eccellenza riconosciuta a livello mondiale nel campo della fisica applicata alla medicina: un gruppo di ricercatori del dipartimento di Fisica dell’Università degli studi di Bari, tra cui l’andriese Sabina Tangaro, ha progettato e sviluppato un sistema di intelligenza artificiale in grado di rivelare automaticamente segni precoci di una terribile malattia, l’Alzheimer, di cui ancora molto poco si sa, nelle immagini cerebrali di oltre 200 soggetti. Obiettivo è prevedere l’insorgenza della malattia con dieci anni d’anticipo, cercando di mettere a punto un protocollo per correggere alcune abitudini che possono velocizzare l’arrivo dei sintomi peggiori, tra cui la demenza e la perdita di memoria.

L’Alzheimer, lo ricordiamo, è una malattia neurodegenerativa di cui ancora non esiste una cura vera e propria, quanto piuttosto alcuni farmaci che cercano di rallentare il processo di indebolimento delle funzioni cognitive del cervello. E proprio studiando i cervelli di un cospicuo campione di soggetti, tra cui alcuni affetti da quello che in gergo clinico è detto “lieve indebolimento cognitivo”, il gruppo composto da Roberto Bellotti, Sabina Tangaro, Nicola Amoroso, Marianna La Rocca, Stefania Bruno, Tommaso Maggipinto e Alfonso Monaco ha riscontrato l’insorgenza della malattia con un decennio di anticipo, con un’accuratezza dell’84%.

Ma come mai i fisici si occupano di cervello?

«Il cervello – spiega la dott.ssa Tangaro – è un sistema complesso e abbiamo mutuato da altri ambiti della fisica metodi di analisi di dati per lo studio delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Si tratta di analisi di dati che richiedono grande potenza di calcolo e abbiamo utilizzato il datacenter recas dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e dell’Università degli studi di Bari. L’algoritmo trova le connessioni tra le diverse aree del cervello utilizzando immagini da risonanza magnetica».

Utilizzare dunque tecniche di ricerca inter-disciplinare per grandi risultati: i fisici dell’Università di Bari e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare già da diversi anni applicano le strategie di analisi tipiche dei big data all’ambito clinico-diagnostico, metodo di ricerca che si è rivelato di grande successo tanto da fruttare ai ricercatori diversi premi, tra cui la vittoria di una competizione internazionale organizzata dalla Harvard Medical School per l’uso di sistemi di machine learning per la diagnosi precoce della schizofrenia.

Alla dott. Tangaro le congratulazioni della Redazione per questo traguardo di ampio spessore scientifico e per aver portato il nome di Andria nell’Olimpo della scienza.

lunedì 25 Settembre 2017

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