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Se la storia è fatta di cicli e ricicli, riciclarne una parte è tutta un’altra storia

La Redazione
Un vero e proprio baule, pieno di vecchi abiti stoccati, da sera, da cerimonia, fatti di stoffe preziose prendono nuova vita e nuova storia
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Il medioevo, la nostra terra federiciana, i colori della cara e calda Murgia, hanno ispirato l’estro creativo di Adriana Versi che da un baule di vecchi abiti e oggetti dismessi ha “tirato fuori” splendidi abiti di scena pronti per raccontare nuove storie. L’idea e la sua realizzazione – preziosa la collabroazione con la sarta Rosa Regano – nelle parole della stessa artefice:

«Tutti abbiamo un sogno nel cassetto. Molto spesso, però, accade che questo rimanga chiuso troppo a lungo. Le circostanze, il passare del tempo, le difficoltà, possono comprometterne l’energia che occorre per riaprirlo.

Un vero e proprio baule, pieno di vecchi abiti stoccati, da sera, da cerimonia, fatti di stoffe preziose.

Chant in seta, rasone, velluto, magline, dovevano saltare fuori, un giorno o l’altro, da quell’ingombrante baule. Una sarta abituata di regola alle sue squadre, ai suoi modelli e alle sue misure, non avrebbe mai sposato un’idea così pazzescamente rivoluzionaria. Ah!, ma Smemorina, la fata delle fate, riesce da decenni a trasformare degli stracci in uno splendido abito da ballo! Semplice, concettualmente, sarebbe stato, avere a disposizione stoffe a metraggio e cartamodelli. Chiunque, dotato nel campo, avrebbe realizzato gli abiti richiesti. Ma bisognava procedere al contrario; disfare abiti già fatti, per arrivare, combinandone colori e metrature esigue a disposizione, a quelli verosimilmente in stile medievale. Il Medioevo affascina. È da lì che partono le storie dei templari, delle cortigiane e dei menestrelli, dei Castelli. È da lì che arrivano fino ai nostri Castelli. Al nostro.

L’idea nasce qualche anno fa, quando si era sperimentato che ai bambini piacciono si le favole, ma se a raccontarle sono personaggi dai lunghi mantelli e dagli abiti sfavillanti, che popolano stanze e torri di un castello vero, allora diventano storie , che li vedono protagonisti, e restano impresse nella mente quasi come un gioco. Poi, succede che i cassetti si richiudono. Come in tutte le favole, c’è sempre un orco che, se non mangia i bambini, divora i sogni. E le streghe, non sempre sono streghe. Ma questa è un’altra storia.

L’Età di Mezzo! Ed ogni mezzo è stato usato per il rimpasto della moda, propria di quell’età. Fibie di vecchie cinture diventano stringhe e diademi regali. Collane e orecchini rotti rifiniscono eleganti copricapi e maniche a sbuffo. Tende e lenzuola fanno da mantello o da sottogonna. Magliette, fouson, pantaloni, danno vita a due giullari. E nel pentolone, insieme a spilli, forbici e cotone, finiscono quantità industriali di pazienza e fantasia. Un lavoro certosino, appassionante, rubato dai ritagli di tempo di 28 settimane, da due donne che hanno tanto altro da dover fare. Una gravidanza, quasi. E poi l’impresa ardua ;far quadrare aggiunte e ritagli di tessuto, nascosti sotto trine e cordoni, recuperati al mercato o da vecchie rimanenze di negozi. Pullover di filo a maglia larga, la ciliegina sulla grande torta dell’immaginazione, tinteggiati in grigio, tonalità metallo. Perché la “cotta di maglia”, quella che i cavalieri indossano tutt’oggi nei cortei, non dovesse risultare troppo metallica e nemmeno troppo costosa!

Insomma, un’idea! Ma tante sopraggiunte in corso d’opera, e la passione, messe insieme da unico collante; la complicità. Elementi fondamentali per chi viaggia sullo stesso binario, senza avere necessariamente una meta precisa. Un viaggio che vale la pena fare. Fosse solo per disfarne la valigia….alla partenza, così come quel baule fu disfatto!

Se i sogni son desideri, continuiamo a sognare. Un giorno ci sarà una storia che racconterà di noi».

lunedì 16 Ottobre 2017

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Dino Leonetti
Dino Leonetti
6 anni fa

Bravissima Adriana, complimenti a te, alla sarta Rosa Regano e a ciascuna delle persone che hanno incarnato questo sogno. C'è una parte che mi affascina di questa iniziativa. E' la narrazione fatta ai bambini vestendo abiti e abitando luoghi coerenti. I bambini non solo ricorderanno ma nutriranno altri sogni. E la speranza vivrà ancora.