Attualità

Tre milioni di bambini ogni anno muoiono di fame

Geremia Acri
È il quadro che emerge dall'ultimo rapporto di Save the Children
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Questo succede oggi: se gli investimenti nelle banche calano un po’ è una tragedia, come si fa? Ma se muoiono di fame le persone, se non hanno da mangiare, se non hanno salute, non fa niente! (Papa Francesco)

Ogni anno circa tre milioni di bambini muoiono a causa della malnutrizione, che provoca il 45% delle morti infantili a livello globale. È il quadro che emerge dall’ultimo rapporto di Save the Children ‘Una fame da morire. Vecchie e nuove sfide nel contrasto alla malnutrizione”, diffuso in occasione del lancio della campagna globale “Fino all’ultimo bambino”, una maratona che dal 12 ottobre al 5 novembre si propone di raccogliere fondi sufficienti per raggiungere i villaggi più lontani.

Numeri impressionanti i dati del rapporto mostrano come 52 milioni di minori sotto i 5 anni stiano soffrendo la carenza improvvisa di cibo e nutrienti, mentre 155 milioni risultino malnutriti cronici e rischino che le gravi conseguenze sul loro sviluppo fisico e cognitivo si ripercuotano sull’intero ciclo di vita. Povertà, cambiamenti climatici e conflitti svolgono un ruolo decisivo nella diffusione della malnutrizione. Solo nel 2016 guerre e insicurezza alimentare hanno provocato la fuga di 65,6 milioni di persone e 122 milioni di bambini affetti da malnutrizione cronica vivono in zone sferzate dai conflitti. “È semplicemente inaccettabile che ancora così tanti bambini perdano la vita perché colpiti dalla malnutrizione, un killer silenzioso, ma prevenibile, che trae ancora più forza proprio attraverso il circolo vizioso della povertà, dei conflitti e dei cambiamenti climatici, e che indebolisce il sistema immunitario dei bambini, lasciandoli vulnerabili alle infezioni e alle malattie. E, per quelli che sopravvivono, la malnutrizione rappresenta una condanna per tutta la vita, perché può danneggiare il loro sviluppo cognitivo e avere ripercussioni devastanti sul loro futuro e sulle loro opportunità di vita da adulti. Diventano così bambini senza un domani, molto spesso per il solo fatto di essere nati nel posto sbagliato, in contesti molto poveri o colpiti da pesanti crisi”, ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

La strada da percorrere è ancora tanta, nonostante negli ultimi trent’anni siano stati compiuti importanti passi in avanti, riducendo da 254 a 155 milioni di bambini colpiti da malnutrizione cronica, il mondo è ancora ben lontano dal raggiungere gli obiettivi globali, quali la riduzione del 40% dei casi di malnutrizione cronica entro il 2025 e l’eliminazione di tutte le forme di malnutrizione entro il 2030. Tra i Paesi che riportano i tassi peggiori di malnutrizione c’è l’Eritrea, dove ne è colpito 1 bambino su 2 sotto i 5 anni, e l’India, dove la proporzione tocca quasi il 48%. Passi in avanti e buone notizie giungono invece dall’incremento, a livello globale, della pratica dell’allattamento al seno, che garantisce ai neonati possibilità in più di sopravvivere nei primi mesi di vita: dal 36% di bambini di età inferiore ai 6 mesi allattati esclusivamente al seno nel 2005, si è passati al 43% nel 2016, con aumenti consistenti soprattutto in Asia meridionale (59%) e Africa orientale (75%). –

“Oggi più che mai è arrivato il momento di dire basta. Basta alla perdita di così tante vite, tra i bambini, che potrebbero essere facilmente salvate e protette. Basta a così tante infanzie spezzate, negate e compromesse…Perché un mondo che volta la faccia anche a un solo bambino la volta al suo stesso futuro”. ha commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

“Viviamo in tempi bui. Non significa che siamo ciechi, bensì che, come succede quando siamo al buio, vediamo benissimo quel che c’è immediatamente vicino a noi, ma non oltre…Bisogna aspettare che la catastrofe accada per accorgersi che sta arrivando?”. (Zygmunt Bauman) Qual è la catastrofe? Innanzitutto quella della disuguaglianza e dell’esclusione.

“Possiamo davvero girare la testa da un’altra parte mentre il cibo viene gettato via e intanto milioni di persone muoiono di fame?”, si chiedeva Bauman, chiarendo che le leggi della concorrenza e della sopravvivenza del più forte fanno sì che il potente prenda energia vitale dalla ‘soppressione’ del debole. Milioni di persone si ritrovano escluse e marginalizzate; e gli esclusi, per Bauman e per Papa Francesco “non sono gli sfruttati ma gli scartati dalla società”.

Il rapporto integrale: “Una fame da morire”

https://www.savethechildren.it/sites/default/files…

mercoledì 18 Ottobre 2017

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