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​Tra le mura colorate di Andria

La Redazione
Viaggio tra i murales meglio riusciti nella nostra città
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Il graffitismo (comunemente chiamato murales) è una manifestazione sociale e culturale, basata sull’espressione della propria creatività tramite interventi pittorici sul tessuto urbano, frequentemente considerati atti vandalici poiché si pensa che imbrattino la città, ma non sempre è così.

È il caso di Andria, che è decorata da alcuni murales, i quali raccontano storie di vita quotidiana.

Un esempio è il murales realizzato nel Parco Dante di Nanni (detto Parco Rosa), dedicato al giovane Francesco Di Schiena, scomparso prematuramente a causa di un incidente stradale. Il disegno raffigura il ritratto del ragazzo ed ha come sfondo i tre campanili, accanto allo stemma della Fidelis, squadra di cui egli era tifoso.

Un caso che rappresenta una scena di vita, che al giorno d’oggi è molto diffusa tra i giovani, è il murales situato nei pressi dell’Officina San Domenico: vi sono rappresentati due ragazzi che non dialogano tra loro ma preferiscono rifugiarsi in un mondo esterno, quello dei “social”.

Un altro esempio recente, è il murales creato nella villa comunale che riprende una frase di Nelson Mandela, la quale invita gli uomini a spingersi oltre i propri limiti; la citazione riportata è : “I am because we are”, che sta a significare ‘’io sono perché noi siamo” con la quale si vogliono diffondere delle regole di vita basate su compassione e rispetto dell’altro. A fare da sfondo alla frase c’è un’ esplosione di colori.

In molte città vi sono dei muri bianchi, che attendono di essere decorati al meglio: è il caso di Corato che fino a qualche tempo fa presentava dei muri di appartamenti che avevano bisogno di vitalità. Ad abbellirli ci ha pensato Luis Gomez, realizzando un murales in onore di Giuseppe Di Vagno, uomo politico italiano, primo parlamentare vittima del fascismo.

Sempre a Corato un murales che racconta la storia di Carmela, la regina dell’Abbazia: Kris Rizek, ha voluto ricordare “Bocca di rosa” che, secondo la leggenda, riuscì a salvare la città dai bombardamenti delle milizie americane con alcuni dei suoi favori.

Se in passato, l’arte di strada (street art) veniva considerata come un atto barbaro che inquinava la città, ultimamente questa concezione si sta perdendo perché i graffiti, ora, arricchiscono la città dal punto di vista culturale e urbano.

Nonostante ciò, è necessario fare una distinzione tra murales e tags. Questi ultimi, molto spesso, deturpano gli edifici storici, appartamenti e i luoghi di culto presi di mira. In questi ultimi casi è bene precisare che ci troviamo di fronte a delle autentiche “zucche vuote”. “se tutto è arte, niente è arte” (Bruno Munari).

mercoledì 8 Novembre 2017

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Riccardo  Nanni
Riccardo Nanni
6 anni fa

E' vero . Non è sempre così ma abbastanza spesso sono solo imbrattature