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220mila bambini sono a rischio per le mine antiuomo in Ucraina

Geremia Acri
Secondo i dati disponibili da gennaio a novembre dell'anno appena trascorso, in media 1 bambino a settimana è rimasto ferito o ucciso a causa del conflitto lungo la linea di confine in Ucraina orientale
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Una guerra alle porte dell’Europa, in Ucraina.*

Quello che avviene in Ucraina è una guerra ormai dimenticata, nonostante l’attenzione che anche Papa Francesco ha voluto attirare lanciando una colletta straordinaria per l’Ucraina il 24 aprile del 2014. È ritornato anche il giorno di Natale, dello scorso anno 2017, durante il tradizionale messaggio natalizio, richiamando la situazione dei bambini: “..Vediamo Gesù nei bambini che, insieme alle loro famiglie, patiscono le violenze del conflitto in Ucraina e le sue gravi ripercussioni umanitarie…”.

L’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, Istituito dall’ONU l’11 dicembre 1946 per l’assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri e fronteggiare le emergenze legate all’infanzia, in una nota nei giorni scorsi, ha ricordato che l’Ucraina orientale è uno dei luoghi in cui sono state disseminate più mine al mondo.

Circa 220.000 bambini sono a rischio perché vivono, giocano e vanno a scuola in aree dove sono state disseminate mine antiuomo, ordigni inesplosi e altri residuati esplosivi di guerra. Secondo i dati disponibili da gennaio a novembre dell’anno appena trascorso, in media 1 bambino a settimana è rimasto ferito o ucciso a causa del conflitto lungo la linea di confine in Ucraina orientale – una striscia di terra di 500 chilometri che divide le aree controllate dal governo da quelle che non sono sotto controllo governativo, dove i combattimenti sono più cruenti.

“È inaccettabile che luoghi in cui i bambini fino a meno di quattro anni fa potevano giocare in sicurezza, oggi siano disseminati di esplosivi,” ha dichiarato Giovanna Barberis, Rappresentante dell’Unicef in Ucraina.

Mine antiuomo, residuati esplosivi di guerra e ordigni inesplosi sono state tra le cause principali di vittime tra i bambini, rappresentando circa due terzi di tutti i morti e i feriti in questo periodo. Molti rimarranno disabili per tutta la vita. Nella maggior parte dei casi, i bambini sono stati feriti o uccisi perché hanno raccolto esplosivi come granate a mano e micce.

Aleksey, un ragazzo di 14 anni, ha raccontato all’Unicef: “Ho raccolto e premuto qualcosa ed è esplosa. C’era tanto sangue, mi si sono staccate le dite. Ero così spaventato che ho iniziato a tremare. Sono quasi collassato.”

Le mine antiuomo e altre armi esplosive mettono a rischio anche infrastrutture essenziali per la fornitura di acqua, elettricità e gas. All’inizio del mese di dicembre dello scorso anno, un ordigno inesploso è stato trovato alla stazione di filtraggio dell’acqua di Donetsk che rifornisce circa 350.000 persone.

L’Unicef, dal 2015, ha raggiunto oltre mezzo milione di bambini per insegnare loro come proteggersi dalle mine, ma il suo appello di emergenza per supportare i bambini e le loro famiglie è stato finanziato solo per il 46%. L’Unicef chiede a tutte le parti in conflitto di riprendere il cessate il fuoco firmato a Minsk e di consentire l’avvio di attività di sminamento, di recupero e di ricostruzione.

*La guerra nell’est dell’Ucraina è iniziata nell’aprile del 2014 in seguito al rovesciamento del presidente Viktor Ianukovich e l’uscita del paese dall’orbita della Russia, con conseguente avvicinamento ai paesi della Nato. Il conflitto, che ha visto contrapposti l’esercito ucraino e i ribelli delle province di Donetsk e Luhansk, a maggioranza russa, ha causato finora oltre 9mila morti.

mercoledì 3 Gennaio 2018

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