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Sud Sudan: costretti a mangiare erbacce nocive per sopravvivere

Geremia Acri
Non si può eliminare chi non ci attrae, chi puzza, chi è nero, chi è ignorante, prodotto dell'odierna cultura dello scarto
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Chi ha la responsabilità del bene comune e delle persone, deve preoccuparsi di rimuovere la povertà e qualsiasi ostacolo per permettere, ad ogni persona, una vita dignitosa e bella.

È diabolico e disumano pensare di poter eliminare i ‘poveri’, e nel caso dei migranti eliminarli fisicamente facendoli galleggiare nel mare o nei nuovi luoghi di sterminio.

Non si può eliminare chi non ci attrae, chi puzza, chi è nero, chi è ignorante, prodotto dell’odierna cultura dello scarto.

In tante zone della nostra madre Terra: «…ci sono bambini – ma anche tanti uomini; donne; anziani e ammalati – che non hanno da mangiare, questa non è notizia, sembra normale. Non può essere così!». Un disgraziato «…che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le Borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti» (Papa Francesco).

Dopo quattro anni di guerra civile, le scorte alimentari in Sud Sudan sono esaurite e metà della popolazione, circa 5 milioni di persone, sta rimanendo senza cibo, mentre in alcune aree del Paese 1 famiglia su 5 è già colpita dalla carestia. È l’allarme diffuso da Oxfam, che lancia un appello per un’azione immediata che impedisca a milioni di persone di morire letteralmente di fame.

L’emergenza è particolarmente grave nella parte orientale del paese, devastato dal conflitto. A Pibor, nello stato di Boma, l’intensificarsi degli scontri, l’impatto di alluvioni e parassiti che hanno devastato i raccolti, stanno facendo crollare la disponibilità di cibo. Inoltre con l’arrivo della stagione delle piogge, gran parte degli aiuti alimentari dovranno essere trasportati dalla capitale Juba, rendendo ancor più difficile soccorrere la popolazione nelle aree che rischiano di rimanere isolate.

Pur di non morire di fame mangiano erbacce nocive

«Il Sud Sudan si trova di nuovo sull’orlo della catastrofe – ha dichiarato Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – nonostante lo sforzo profuso dalla comunità internazionale e dalle organizzazioni umanitarie nell’ultimo anno per salvare vite, l’impatto di una guerra di cui non si intravede la fine e la scarsità degli ultimi raccolti ha esaurito le scorte alimentari e il prossimo raccolto non ci sarà prima di luglio. A Pibor le persone ci hanno raccontato di essere costrette a mangiare erbacce nocive per la salute, per non morire di fame. Non possiamo aspettare una formale dichiarazione dello stato di carestia per intensificare l’intervento in soccorso della popolazione, perché le persone stanno morendo adesso».

L’emergenza peggiora di settimana in settimana, con oltre un milione di bambini sotto i 5 anni che in tutto il paese sono colpiti da malnutrizione acuta.

«Finora gli sforzi della comunità internazionale hanno arginato il dilagare della carestia – ha aggiunto Pezzati – ma i bisogni tra la popolazione crescono a un ritmo tale che Oxfam e le altre organizzazioni umanitarie sul campo fanno fatica a tenere il passo. Per questo è necessaria un’azione immediata per salvare vite a Pibor e in tutto il Sud Sudan».

Nel frattempo anche l’ultimo tentativo di colloqui di pace ad Addis Abeba è fallito e non si è arrivati ancora a un accordo. Al momento l’intensificarsi del conflitto ha causato oltre 1,7 milioni di sfollati interni e quasi 2,5 milioni di uomini, donne e bambini costretti a fuggire dal paese in cerca di salvezza.

«Il protrarsi del conflitto costringerà ancora più persone ad abbandonare le proprie case, condannandole al rischio di violenze, malattie e alla fame – ha concluso Pezzati – la comunità internazionale deve usare ogni mezzo per arrivare ad una pace duratura. Senza, la situazione umanitaria rischia di continuare a peggiorare, fino alla catastrofe».

Arretrare sui diritti e la dignità di alcuni significa anche compromettere i diritti e la dignità di tutti.

La storia dell’uomo insegna che nel momento in cui si tolgono i diritti ai più deboli, l’arretramento si espande alle altre categorie: prima a quelle più vulnerabili, poi a tutte le altre.

Le analisi da salotto, le speculazioni da consenso elettorale, che permea tutti i schieramenti politici, e le partite a chi è il più forte in Europa o nel mondo, sono il pressapochismo di questo tempo vuoto di valori e di senso, dove sembra regnar sovrana la disumanità.

Per la sopravvivenza dell’umanità e di una vita dignitosa, cui tutti aspiriamo e desideriamo, non resta altro che trovare ‘ri-soluzioni’ alternative.

mercoledì 13 Giugno 2018

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