Attualità

Migrazione giovanile, Caldarone: «L’esodo non si ferma»

La Redazione
«Sono sempre più i nostri ragazzi che, attratti da dignità e lavoro, lasciano il territorio e portano altrove le loro risorse intellettuali, le loro speranze e la forte capacità di innovare di cui sono portatori»
scrivi un commento 5144

Un fenomeno sintomo della mancata attrattività del territorio per i giovani: è su questo che si concentra l’intervento di Vincenzo Caldarone, che riporta alcune riflessioni sul tema della migrazione giovanile.

«L’esodo non si ferma. Sono sempre più i nostri ragazzi che, attratti da dignità e lavoro, lasciano il territorio e portano altrove le loro risorse intellettuali, le loro speranze e la forte capacità di innovare di cui sono portatori.

Tutti i nostri lamenti e le recriminazioni non servono: quanto più aumenterà il divario tra aree che innovano e si sviluppano e aree in declino come la nostra, più vedremo crescere l’esodo.

Non è solo il vuoto dell’anima che si produce nelle famiglie, quando la continuità degli affetti si spezza in questo modo. Lo spopolamento di idee, lavoro, consumo, ed entusiasmo che l’esodo sta causando è ormai visibile a vista d’occhio. Basti pensare che la formazione di ognuno dei nostri figli costa centinaia di migliaia di euro che invece diventano valore e investimenti per altri.

Anche la percezione pubblica è scarsa, tutti presi come siamo dalla miseria delle beghe quotidiane, anche se pensiamo a galleggiare e a contendersi quello che rimane: basterebbe porsi una domanda: quale nuova iniziativa nel campo economico o tecnico è nata e si è consolidata?

Non mancano idee e progetti individuali, ma sono come pesci che non trovano l’acqua in cui nuotare, come semi che non hanno terra per germogliare.

É doloroso constatare che non ci sono reazioni di sistema, che non sono evidenti prese di responsabilità pubbliche e collettive. Abbiano in questi giorni una opportunità, fornita dal Bando regionale denominato FACTORY, che può sostenere strutture di comunità per far diventare idee e progetti di innovazione nuove imprese e nuovo lavoro: sappiamo quanto ne abbiamo bisogno, a cominciare dagli stessi settori che potrebbero essere trainanti se innovati come tecnologia e governance: agroindustria e turismo, promozione territoriale e internazionalizzazione.

Non sono le agevolazioni e le risorse finanziarie che mancano. Se un qualche soggetto pubblico prendesse la iniziativa, insieme a istituti di credito e associazione, si potrebbe avviare un circuito positivo nel quale anche i nostri ragazzi espulsi dal territorio potrebbero avere un ruolo, nel quale imprese che hanno un drammatico bisogno di innovare, professionalità e funzioni pubbliche potrebbero ri-costituire l’ambiente positivo per innovare e rilanciare lavoro e qualità.

Non sono tra quelli che credono alle agevolazioni come risoluzione dei problemi: se mancano progetti e coesione servirebbero solo a disperdere un altro po’ di soldi pubblici. É il momento delle persone che credono nel Bene Comune di farsi avanti. Voglio sollecitare professionisti e imprese a dare il proprio contributo volontario e gratuito a questa o ad altre iniziative del genere,da chiunque dovesse partire. Le persone singole non sono titolari della proposta nei progetti Factory, ma una testimonianza numerosa potrà indurre funzioni pubbliche ad uscire dal guscio.

Non sarebbe lavoro perso neanche per chi si offre volontariamente: innovazione e sviluppo causano crescita e nuova qualità anche del lavoro di professionisti e imprese. Sarebbe la dimostrazione , nei fatti e nei processi economici, che il Bene Comune conviene a tutti, anzitutto agli individui. Questa “provocazione” potrebbe essere solo un sasso lanciato nello stagno, o potrebbe raccogliere disponibilità ed energie per avviare un cammino serio. So però che chi ha la percezione chiara, e la coscienza, di quello che ci avviene attorno, e specialmente chi vive da vicino lo spezzarsi degli affetti, qualcosa deve farla. Questa o altra, purché si parta».

giovedì 21 Giugno 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Giovanni Alicino
Giovanni Alicino
5 anni fa

Resta un'amarezza quando una famiglia fa tanti sacrifici x far studiare un figlio in università del nord e finiti gli studi e sapendo di uno Stato Italiano che non tutela i suoi figli, lascia che x lavorare si rechino all'estero dando il loro apporto e sviluppo in altre nazioni.