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L’uomo “nero” è in realtà bianco

La Redazione
Andria ha celebrato la giornata Mondiale del Rifugiato, don Geremia: «Togliamo questo velo d'ipocrisia e di falsità e occupiamoci di può delle persone. Una integrazione serena e arricchente è possibile per tutti»
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In un particolare momento storico, soprattutto per l’Italia e per il nostro meridione, in cui l’attenzione del mondo intero è concentrata sulla questione dei migranti, si è celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato, chiesta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l’obbiettivo di divulgare all’opinione pubblica la condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo, costretti a fuggire dalle loro terre per fame, miseria, guerra e calamità naturali.

Mercoledì 20 Giugno, una serie di eventi (l’Open house presso Casa Santa Croce, la presentazione del progetto territoriale “Come.Te”, il momento di preghiera e lo spettacolo “L’Uomo Nero” presso la parrocchia San Riccardo nel quartiere di San Valentino) hanno celebrato i rifugiati presenti in città. Una festa e soprattutto momenti di riflessione condivisi per cercare, attraverso la corretta informazione sul tema, una risposta alle tante perplessità che assillano i disinformati, gli intolleranti a prescindere, coloro per cui “…siamo invasi dai neri” diventa uno stupido mantra.

L’uomo nero, nella morale dello spettacolo che ha sugellato le attività che si sono alternate mercoledì scorso, in realtà siamo noi, con i nostri pregiudizi, il nostro perbenismo, le nostre paure e il vuoto culturale sul tema che di certo non aiuta a sviluppare una coscienza critica nei confronti di chi, parlando alla pancia della gente, fomenta solo odio e disprezzo.

Ecco che la videoproiezione sul viaggio per attraversare la Libia, piuttosto che le testimonianze dei tanti imprenditori che hanno accolto e integrato nelle loro aziende diversi migranti, i testi irriverenti di Sabino Liso e la satira di Danilo Petrelli hanno “costretto” i presenti a pensare. E di questi tempi, meditare per esprimere un’opinione è già un bel passo in avanti.

«Oggi, sul fenomeno delle migrazioni – commenta don Geremia Acri – ci raccontano una verità avariata che ci fa stare male tanto da commettere errori che ci portano a non guardare il volto delle persone: donne, bambini ma anche uomini. Persone, dunque. Allora facciamo in modo che la verità emerga e venga raccontata: non c’è nessuna invasione. Togliamo questo velo d’ipocrisia e di falsità e occupiamoci di più delle persone. Una integrazione serena e arricchente è possibile per tutti».

«La città di Andria ospita un servizio di Sprar – commentano la dirigente Ottavia Matera e l’ex assessore alle Politiche Sociali, avv.to Francesca Magliano, che ha seguito il progetto -. Un bando co-progettato tra il Comune di Andria e la comunità Migrantesliberi che comprende 22 rifugiati (da non confondersi con il servizio CAS – centri di prima accoglienza – gestito direttamente dalla Prefettura). Il progetto comprende accoglienza, mediazione culturale, quindi l’insegnamento della lingua italiana; prosegue con una serie di interventi e insegnamenti che inglobano innanzitutto le regole del vivere civile: i ragazzi vengono accompagnati nella formazione e nell’utilizzo dei servizi che la nostra comunità offre e che sono, ad esempio, la sanità universalistica. Gli insegnamenti e i servizi passano anche attraverso l’inclusione socio-lavorativa, l’autonomia abitativa, in modo tale che pur rispettando la loro provenienza e la loro cultura, si insegni loro la nostra cultura».

venerdì 22 Giugno 2018

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