Attualità

Andria, i distretti urbani del commercio in consiglio comunale?

La Redazione
Montaruli: «un blitz inaccettabile. Sono soldi pubblici, la legge prevede concertazione, manifestazione di interesse ed evidenza pubblica. Tutto questo ad Andria non c'e' stato»
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Convocato ad Andria un consiglio comunale per i prossimi 20 e 21 dicembre per discutere, tra l’altro anche di Distretti Urbani del Commercio. In realtà non si parla di Progetti o di altri interventi mirati ma dello stanziamento da parte del comune di Andria, nonostante la sua acclarata drammatica condizione economica di pre-dissesto finanziario, di ingenti risorse economiche pubbliche destinate a tale costituzione. Ad alzare la voce è il Presidente di UNIBAT, Savino Montaruli, nella sua qualità di componente della Consulta Attività Produttive del comune di Andria, il quale ha dichiarato: «un vero e proprio blitz. Un fulmine a ciel sereno che abbiamo appreso soltanto dalla lettura di un articolo di stampa. Il comune addirittura stanzia fondi pubblici, in questo drammatico momento di crisi finanziaria. Per cosa? Ci spieghino da Palazzo San Francesco perché il comune ha omesso tutti i passaggi di legge per la costituzione del DUC le cui finalità, oggi, sono tutte da rivisitare e da ridiscutere, dopo ritardi di decenni che hanno vanificato l’essenza di quel provvedimento? Il comune non ha attivato alcuna forma di concertazione con le Parti Sociali né tantomeno ha emanato avvisi pubblici di evidenza pubblica né Manifestazioni di Interesse e questo è gravissimo.

Una vera omissione d’atti che non mancheremo di sottoporre all’attenzione delle competenti Autorità, in primis l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ma anche al Presidente ed alla Dirigente del competente Settore della Regione Puglia così come, successivamente, alla Procura della Corte dei Conti e, per la verifica delle corrette procedure in atti pubblici, nota informativa alle Procure della Repubblica non solo per la verifica del rispetto dell’iter procedurale relativo al coinvolgimento delle figure associative ai fini costituenti dei DUC ma anche ai fini gestionali dei fondi pubblici con richiesta di interventi in materia di pubblica evidenza e di libera concorrenza, posto che i soggetti che figurano all’interno dei sodalizi risultano essere riconducibili a Organizzazioni medesime e soprattutto a società di capitali ad esse collegate quindi anche in considerazione di eventuali posizioni di conflitti di interesse diretti o comunque riconducibili.

Infatti le componenti Associative chiamate in via esclusiva alla costituzione dei DUC risultano essere anche proprietarie delle Società di Capitali destinatarie ed utilizzatrici, anche senza bandi di evidenza pubblica, di ingenti fondi pubblici, comunali e regionali ma anche delle Camere di Commercio e ciò renderebbe perlomeno degno di approfondimento il legame intercorrente poiché il vigente Regolamento Regionale n. 15 del 2011 non parla mai esplicitamente di studi preliminari da affidare ai CAT, a volte anche per molte migliaia di euro, ma solamente di una necessaria collaborazione al Progetto delle principali Associazioni di Categoria e comunque non solo delle due Associazioni note, peraltro proprietarie di quelle Società di Capitali. Inoltre si tenga conto che “Il Distretto Urbano del Commercio viene definito dal regolamento regionale un “organismo che persegue politiche organiche di riqualificazione del commercio per ottimizzare la funzione commerciale e dei servizi al cittadino”. Inoltre, il regolamento afferma che: ”i Distretti Urbani del Commercio possono essere promossi dai seguenti soggetti: a) dalle amministrazioni comunali in forma singola o associata; b) dalle associazioni di operatori commerciali. 2) Condizione necessaria per l’attivazione del distretto è un accordo stipulato tra l’Amministrazione comunale, o le Amministrazioni comunali, e gli operatori commerciali dell’area“. Dal Regolamento, quindi, giammai si rinviene alcun chiaro riferimento alla necessità di uno studio da affidare ai Cat, piuttosto che alla Camera di Commercio o all’Università. Sempre nel Regolamento regionale, inoltre, si spiega che “l’accordo, che fa seguito ad una analisi delle problematiche del commercio dell’area” deve contenere degli elementi minimi, come indicazione dell’area di intervento (perimetrazione), obiettivi, e altro. Quindi, l’accordo di distretto fa seguito all’analisi delle problematiche del commercio in quella specifica area, ma nel regolamento nulla si dice in maniera chiara sullo studio preliminare, per il quale molti comuni della Puglia spendono centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico.

Relativamente alla situazione della città di Andria, anche nel caso in specie, al di la dell’assoluta assenza di informazione pubblica, omissione relativa anche al mancato coinvolgimento delle Consulte comunali istituite secondo Statuto, oltre a non conoscere finalità e aree di intervento strategico, vengono completamente escluse dal procedimento costitutivo le vere e positive, oltre che attive, realtà associative presenti da decenni sul territorio locale, attuando un principio di discriminazione, di mortificazione e di umiliazione inaccettabili. Come si può palare di pianificazione e valorizzazione commerciale della nostra città ed escludere da questo processo che si annunciava partecipativo una parte della rappresentatività delle Categorie e, ad esempio, l’intera voce dell’artigianato? Sarebbe come se in un’assemblea condominiale di facesse solo quello che vorrebbe il condomino più anziano per il sol fatto di aver goduto e di godere di privilegi in esclusiva concessi da normative regionali che andrebbero completamente rivisitate e rimodulate sulla realtà del sistema di rappresentanza in quanto quelle Associazioni cosiddette “storiche” hanno un sistema di rappresentanza che, secondo i dati ufficiali delle Camere di Commercio, non superano il 5 – 8 % quindi praticamente irrisorie rispetto al numero complessivo delle Imprese, moltissime delle quali sono invece associate e fanno riferimento ad Associazioni escluse dal comune di Andria dai processi partecipativi in questo caso quelli costitutivi del DUC. La Regione Puglia evidentemente ha commesso un gravissimo errore nel dare vita ad un Protocollo con sole alcune associazioni di categoria del commercio generando uno strappo sociale le cui conseguenze saranno fortemente negative sul piano della rappresentanza reale del mondo imprenditoriale.

Sui DUC viene vanificato lo spirito alla base del progetto comunque partito con enorme ritardo e ormai fuori contesto, eludendo e vanificando l’importanza ricoperta proprio nella fase programmatoria ma anche in quella successiva che dovrà indicare come spendere le risorse pubbliche e private, ragionando in termini di rappresentatività non più esclusive nel mondo del commercio. L’individuazione dei CAT (Centri Assistenza Tecnica) delle due solite Associazioni quali luoghi deputati alle attività istruttorie che insieme ai Comuni, ad esempio, avrebbero dovuto riguardare il miglioramento dell’arredo urbano, la riqualificazione delle aree mercatali, la valorizzazione delle botteghe artigiane, clamorosamente escluse da questo processo, e persino la valorizzazione delle peculiarità turistiche e dell’immagine complessiva delle città è stato un errore acclarato. Come si può concepire ed accettare che tale processo possa essere avviato, come il comune di Andria vorrebbe fare con la fase costituente del 20 e 21 dicembre 2018, solamente con due realtà Associativa che neppure rappresentano compiutamente il tessuto locale in termini di adesioni e di reale rappresentatività? Da parte nostra, delle Associazioni di Categoria escluse ma realmente rappresentative, da parte della Consulta comunale e delle singole Imprese localizzate si immagina, invece, la costruzione di un’identità territoriale in cui tutti si potessero riconoscere e in cui tutte le rappresentanze del commercio e dell’artigianato avessero pari dignità. Andria, ancora una volta, diventa esempio cattivo di mancata concertazione e coinvolgimento. Un vezzo che persegue una strada contestata ma ancora prioritaria in negativo.

Al fine di evitare ulteriori situazioni di conflittualità e di cattivo esercizio delle pubbliche funzioni, si chiede l’intervento del Presidente del Consiglio comunale di Andria, del Segretario Generale e, per vigilanza e competenza, di S.E. il Prefetto di Barletta Andria Trani affinché venga riformulato l’Ordine del Giorno del Consiglio comunale programmato per il 20 e 21 dicembre 2018, estrapolando l’argomento relativo al Distretto Urbano del Commercio, attivando le procedure di evidenza pubblica di cui alla vigente normativa. Alle altre Autorità cui la presente è indirizzata sollecitiamo l’attivazione delle procedure di verifica e di controllo nonché la rimodulazione dell’intera procedura amministrativa nei comuni laddove tali procedure siano state avviate in difformità dalle suddette disposizioni in materia di utilizzo di fondi pubblici. Con tutte le riserve di legge.

venerdì 14 Dicembre 2018

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