Attualità

Lettera a mio figlio appena nato e lettera a mio padre che non c’è più

Lucia M. M. Olivieri
«Ti ho accarezzato e sono nato anche io con te: prima ero un uomo innamorato, ora sono un padre»
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Non rimpiangere mai il tempo che ci è dato e passarlo serenamente con le persone che amiamo.

Oggi pubblichiamo due lettere giunte alla nostra redazione, in occasione della Festa del papà: la lettera di un papà “appena nato” a suo figlio e la lettera di un figlio che il papà lo porta nel cuore, mentre non è più su questa terra.

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«Figlio mio,

è già strano pensare a te, miracolo immenso dell’amore. Ti ho tenuto in braccio pochi mesi fa e non mi riuscivo a capacitare di te, che mi hai guardato subito con occhi in cui ho visto il mio passato, il mio presente e il mio futuro fondersi in un unico istante. Ti ho accarezzato e sono nato anche io con te: prima ero un uomo innamorato, ora sono un padre. Per te guardo il mondo ogni giorno con occhi diversi: come farò a proteggerti sempre contro i draghi che infestano la nostra realtà? Saprò guidarti e fare di te un cittadino rispettoso e meritevole di stima? Saprò insegnarti a riconoscere gli errori e a scusarti? Ora, che sei così piccolo tra le mie braccia, posso raccontarti mille storie di avventure mentre posi la tua testolina sulla mia spalla, facendomi sentire invincibile.

Sei la mia gioia, il mio riposo e il mio tormento, il motivo per cui alzarsi e lottare ogni giorno. Sei la prova del fatto che il cuore si può sempre estendere un po’ di più, come l’ora per andare a letto, e che vale la pena avere un letto grande in cui entrare tutti, come un grande porto sicuro. Ti insegnerò che, malgrado la paura, vale la pena di essere coraggiosi e di provarci ancora una volta, e un’altra, e un’altra, e un’altra… Ci sono notti in cui ho la sensazione che la barba sia sempre più bianca e di non aver ancora fatto niente di importante in questa vita. Ma oggi, mentre festeggio la mia prima Festa del papà, credo che non avrei potuto fare di meglio che lasciare al mondo un regalo che cambierà la storia: te. Sei senz’altro il meglio di me, e anche se a volte ho la tentazione di pensare che tu sia mio e della tua mamma, scuoto rapidamente la testa e so che sarai…per tutti. La speranza dei miei occhi, il seme di un futuro che dovrai conquistare.

Sii forte, coraggioso, pieno di cuore e di amore, figlio mio, come quella risata che sgorga argentina dai tuoi occhi e dalle tue labbra quando balli con la mamma. Io per te ci sarò sempre. Tuo, per sempre, padre».

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«Esiste un tempo per la vita piena e uno per i ricordi di essa: hai chiuso gli occhi un anno fa, proprio nel giorno della tua festa, quando per tradizione mangiavamo insieme qualche zeppolina e tu prendevi l’amarena che a me non piace. Un piccolo rito tra di noi che è svanito tranne che nella mia mente, ogni volta che la mano afferra inconsapevole il dolce simbolo della tua festa e aspetto che tu mi chieda se voglio dare a te quel pezzettino rosso. In questo anno ho domandato spesso al cielo perché sei dovuto andare via all’improvviso e perché mi hai lasciato sola in balia degli eventi e di questa vita, che adesso un po’ mi pesa senza la tua stretta e i tuoi sorrisi rassicuranti, senza la tua presenza riservata ma importante, senza le tue domande, i tuoi rimproveri e la tue spinte a fare sempre meglio e a comportarmi bene.

Non mi sono ancora abituata, caro papà. La vita scorre lenta, c’è tutto un mondo là fuori che aspetta che io riprenda in mano le mie abitudini, che ritrovi il mio sorriso e il mio spirito. Tutto sembra più difficile da quando non ci sei. In molti mi dicono che dovrei abituarmici, che in fondo tutti dobbiamo andare via da questa terra, eppure a me sembra impossibile potermi rassegnare a questa tua assenza: ho provato in tanti modi a non pensarti, a lasciare che il tempo lenisse queste ferite ma l’ho fatto invano perché in fondo ho sempre saputo che tu sei e sarai insostituibile.

Non so caro papà quando la vita riprenderà il suo ritmo e quando questo cuore tornerà a battere come prima, quando riuscirò a colorare il mondo con i colori che mi avevi fatto conoscere tu e non so neanche se tutto questo sarà possibile perché in fondo come posso sostituirti? Come posso far finta che in realtà ci sei pur avendomi lasciato qui?

Non lo so, papà. Ti penso e il mio cuore si fa pieno di tristezza e di speranza: se sei nelle stelle lassù, ti prego, traccia una strada nel cielo, indicami la via l’ultima volta e fammi tornare a sorridere»

martedì 19 Marzo 2019

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