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Villa Gaia, un ex dipendente scrive: «Che la “vera” verità venga fuori!»

La Redazione
«Sicuramente la situazione economica del Comune ha contribuito, ma poi mi chiedo: questa situazione vale anche per le altre cooperative che nonostante la congiuntura economica, continuano a lavorare pagando i propri dipendenti?»
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É amaro ma lucido il tono di una lettera che un ex dipendente della cooperativa Villa Gaia, dopo il rincorrersi di notizie diffuse dai Sindacati prima e dal legale rappresentante della cooperativa poi, ha indirizzato a questa redazione.

Ricostruisce la vicenda di fondi male amministrati, dei debiti pubblici sì, ma anche di investimenti sbagliati: tutte situazioni che hanno avuto ricadute pesantissime proprio sui lavoratori, alcuni dei quali, potendo contare su un solo reddito, sono stati costretti a licenziarsi e a trovare nuova occupazione.

Il rammarico rimane, ma la denuncia è forte e chiara:

«Sono una ex dipendente di Villa Gaia ed ho lavorato per più di dieci anni nella cooperativa in svariati servizi.

Ho deciso di scrivere quest’articolo perché sono stanca di leggere mezze verità. Voglio rendere pubblico lo stato di disagio in cui versano gli ex dipendenti da oltre un anno.

Il mio primo pensiero, comunque, è rivolto innanzitutto a chi ha deciso di continuare a lavorare con la cooperativa… avete la mia comprensione.

Si è perso di vista un principio fondamentale, non si tratta di una guerra tra chi lavora e chi è fuori.

Non giudico i miei ex colleghi, viviamo in un paese democratico, pertanto , ognuno fa le proprie scelte, dettate in taluni casi da imprescindibili esigenze familiari e in altri dalla voglia di non subire più chi si nasconde dietro affermazioni: “siamo una grande famiglia“ per poi comportarsi come spregiudicati imprenditori con i nostri soldi.

La mia è una fredda cronaca degli eventi che si sono susseguiti nell’arco di un solo anno, lungo quanto una vita.

A luglio 2018 Villa Gaia in un’assemblea “ordinaria” dichiara lo stato di crisi, un fulmine a ciel sereno!

Viene chiesto ai lavoratori di cristallizzare 5 stipendi (da febbraio a luglio 2018) nella speranza di ricevere risposte dagli istituti di credito ai quali erano stati chiesti prestiti per poter ottemperare i pagamenti delle mensilità… questo viene trascritto in un verbale di assemblea che “magicamente” si trasformerà in una Delibera!

Dopo qualche settimana, presa coscienza dell’inganno, inizia la corsa verso i sindacati che porta al 6 novembre 2018 all’annullamento della delibera stessa; ancora una volta Villa Gaia tira fuori dal suo cilindro un’altra verità; apprendiamo che in tutta “democrazia” la cooperativa, nel frattempo, aveva già provveduto a cedere i soldi che ci spettavano alle banche, attraverso una manovra chiamata cessione dei crediti, necessaria a salvare “solo” gli interessi ed i patrimoni personali del consiglio di amministrazione.

É una vera catastrofe!

Ingannati per la seconda volta si crea una frattura tra i lavoratori: chi non è più disposto ad accettare le manovre scorrette di Villa Gaia sceglie di andar via spontaneamente, chi decide di avvallare le scelte… resta.

I lavoratori che sono andati via chiedono di essere liquidati con il pagamento delle mensilità arretrate e TFR spettanti, dando per scontato che quest’ultimo fosse stato regolarmente accantonato.

Comincia, così, una trattativa estenuante tra sindacati, cooperativa e Comune di Andria.

Villa Gaia propone un accordo ai lavoratori consistente nella liquidazione del TFR in sei anni partendo da gennaio 2020 (chissà perché visto che doveva essere stato già accantonato), mentre per le mensilità pregresse era prevista la liquidazione in due anni, con ulteriore decurtazione del 12% sugli stipendi arretrati e TFR.

É vero che Villa Gaia vanta crediti dal Comune di Andria per circa € 800.000,00, ma è pur vero che è stato omesso un dato fondamentale, questa somma sarà scorporata del 20%, percentuale applicata dal Comune stesso a causa dell’attuale pre-dissesto.

A seguito, inoltre, della pre-citata e famigerata cessione dei crediti Villa Gaia dovrà versare circa € 400.000,00 agli istituti bancari.

Come ben si capisce il calcolo è presto fatto: quanto resta a noi lavoratori?

Disponibilità immediata di circa € 200.000,00.

Cosa sono quindi € 200.000,00 per circa 100 dipendenti con mensilità arretrate da febbraio 2018 a gennaio 2019, compreso il TFR per circa 80 degli stessi???

C’è un buco nero di quasi € 500.000,00 e dove sono finiti i soldi del TFR?

Saranno stati gli investimenti sbagliati (centri ABA, asilo nido), conflitti di interessi interni, scelte non oculate o sparizioni magiche di soldi , e poi come mai se non ci son soldi alcune strutture come quella amministrativa o asilo nido dove son previsti affitto, manutenzione e personale (intoccabili…così si sono auto definiti) sono ancora operative???

Di chi la colpa?

Sicuramente la situazione economica del Comune di Andria ha contribuito, ma poi mi chiedo: questa situazione vale anche per le altre cooperative che nonostante la congiuntura economica, continuano a lavorare pagando i propri dipendenti, anche attraverso accordi sindacali sottoscritti con raziocinio, rispetto e senza ricatti, mascherati da concessioni?

Trovare il coraggio di denunciare e chiarire dicono sia la cosa più difficile perché si rischia di giudicare, ma non è vero: la cosa più difficile al mondo è assolversi».

domenica 24 Marzo 2019

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Glx
Glx
5 anni fa

Chissà se ora coloro che hanno commentato i precedenti articoli scriveranno o potranno dire qualcosa sulla oggettività o incolpare qualcuno vero Flx o Butterlfly? Articolo fatto benissimo con la VERA VERITÀ!!!

Aaa
Aaa
5 anni fa

????????????????
Chapeau… La realtà è proprio questa. Nulla di più vero

Micky
Micky
5 anni fa

A questo punto chi deve intervenire intervenga subito! Si parla di soldi pubblici… e non sono pochi!!!