Attualità

Lo scandalo di morire di fame nell’era dell’opulenza

Geremia Acri
820 milioni di persone soffrono la fame
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“Viviamo in tempi bui. Non significa che siamo ciechi, bensì che, come succede quando siamo al buio, vediamo benissimo quel che c’è immediatamente vicino a noi, ma non oltre…Bisogna aspettare che la catastrofe accada per accorgersi che sta arrivando?”. (Zygmunt Bauman) Qual è la catastrofe? Innanzitutto quella della disuguaglianza e dell’esclusione.

Non accenna a diminuire il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo e diventa sempre più difficile la sfida di raggiungere l’obiettivo “Fame zero” entro il 2030. Di contro, aumentano i bambini e gli adulti in sovrappeso ed obesi.

Più di 820 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo. Oltre 2 miliardi le persone che non hanno accesso regolare a cibo sicuro, nutriente e sufficiente tra quelle colpite da livelli moderati di insicurezza alimentare e quelle che soffrono la fame, incluso l’8% della popolazione in Nord America ed Europa. È quanto emerge dal rapporto “Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo 2019” della Fao presentato, nei giorni scorsi a New York nel corso del Forum politico di alto livello, dalle cinque agenzie delle Nazioni Unite: Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura), World food programme/Pam (Programma alimentare mondiale), Unicef (che si occupa di infanzia), Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), Oms/Who (Organizzazione mondiale della sanità).

Il rapporto segnala che “dopo decenni di costante calo, la tendenza fame nel mondo, misurata dalla prevalenza di sotto-nutrizione, rimane invariata negli ultimi tre anni ad un livello leggermente inferiore all’11%”.

La fame acuta aumenta soprattutto nei Paesi dell’Africa sub-sahariana, dove il livello di malnutrizione raggiunge il 20%, ma cresce anche in America Latina e nei Caraibi, con una percentuale del 7%. In Asia aumenta nei Paesi più occidentali, con il 12% della popolazione malnutrita.

Secondo il rapporto delle agenzie Onu 1 bambino su 7, pari a 20,5 milioni di bambini, è sottopeso alla nascita. E sono ancora 149 milioni i bambini con un ritardo nella crescita dovuto alla malnutrizione. Continuano a crescere in tutto il mondo i problemi dovuti a obesità e sovrappeso, in particolare tra bambini in età scolare e adulti. Nel 2018, almeno 40 milioni di bambini sotto i 5 anni erano sovrappeso.

Nel 2016, 131 milioni di bambini dai 5 ai 9 anni, 207 milioni di adolescenti e 2 miliardi di adulti erano sovrappeso. Un terzo degli adolescenti e adulti sovrappeso, e il 44% dei bambini tra i 5 e i 9 anni era obeso. “Nei Paesi a basso, medio e alto reddito vivere in condizioni di insicurezza alimentare aumenta il rischio di obesità in età scolare, tra adolescenti ed adulti” – si precisa nel rapporto.

Nelle precedenti edizioni era stato evidenziato come le cause principali dell’aumento dell’insicurezza alimentare fossero i cambiamenti climatici che incidono sulla produzione agricola e l’accesso al cibo, i conflitti, la violenza e le crisi economiche. Quest’anno il report conferma gli stessi motivi sottolineando inoltre la responsabilità dei mercati finanziari, che sottopongono a forte stress le economie più deboli. “La fame è aumentata in molti Paesi dove l’economia rallenta o è in recessione, principalmente in quelli a medio reddito”.

Il rapporto conclude indicando le politiche necessarie, a breve e lungo termine, per raggiungere gli obiettivi di ridurre l’insicurezza alimentare e la malnutrizione nei contesti di rallentamento o recessione economica. Invita anche a prevenire le disuguaglianze di genere l’esclusione di alcuni gruppi di popolazione.

“Possiamo davvero girare la testa da un’altra parte mentre il cibo viene gettato via e intanto milioni di persone muoiono di fame?”, si chiedeva Bauman chiarendo che le leggi della concorrenza e della sopravvivenza del più forte fanno sì che il potente prenda energia vitale dalla “soppressione” del debole. Milioni di persone si ritrovano escluse e marginalizzate e gli esclusi, per lo stesso Bauman e per molti altri,“non sono gli sfruttati, ma gli scartati dalla società”, coloro che sono considerati: gli esuberi della società.

mercoledì 17 Luglio 2019

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