Chi di noi non ha almeno un parente che ricorda quando si portava a informare il pane o a cuocere le verdure nelle fornaci comuni? A partire da questa idea di recupero del nostro passato comunitario, si è sviluppato un progetto dal "sapore" davvero speciale. É stato inaugurato, infatti, sabato scorso il primo "forno di comunità" della città di Andria: non solo una nuova attività socio-imprenditoriale, ma anche un luogo di ritrovo per la comunità locale sullo stile degli antichi forni di un tempo.
Tutto parte con una filiera etica, gestita dalla Cooperativa Sant'Agostino: dal grano prodotto su terreni confiscati alle mafie e biologico al 100%, sono ricavate le farine con cui poi viene prodotto il pane, a richiesta degli interessati, e che può essere acquistato insieme agli altri prodotti della Cooperativa (passate di pomodoro, conserve e ortaggi freschi).
In più, oltre al normale acquisto del panem che sarà libero o con abbonamento, si potrà anche andare ad infornare la propria pagnotta: per coloro che vorranno cimentarsi, ci saranno laboratori a tema su panificazione e prodotti tipici.
Sabato scorso il forno di comunità era gremito di gente: si è ricreata appunto una comunità intorno a un bene comune, e così il pane offerto ha avuto un sapore davvero speciale, come testimoniato anche dal Vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi.
«L'impegno è prima di tutto di una comunità parrocchiale, quella di Sant'Agostino, che ha voluto costruire questa realtà per dare a se stessa e alla città un segno di un desiderio della Chiesa di fare delle cose belle e buone per tutta la comunità, facendo crescere così la gente, facendo crescere la mentalità, l'attenzione ai procedimenti "giusti", che riguardano l'iniziativa nel mondo del lavoro. Quindi i significati sono tanti: questi ragazzi hanno investito innanzitutto le loro energie, le loro intelligenze, le loro risorse, hanno fatto anche tanti sacrifici per metter su questa realtà. Il criterio alla base non è quello del profitto, di fare il pane per guadagnare, ma di fare il pane perché il pane è un alimento così essenziale, così fondamentale che diventa anche opportunità di aggregazione, d'incontro tra le persone, e opportunità di crescita lavorativa. Le persone che lavorano non solo si sostentano, ma danno anche la possibilità alla gente di venire qui e di contribuire con i loro acquisti a questo progetto, finanziato dalla diocesi, che speriamo abbia grande successo, che le persone comprendano il grande significato di questo progetto in senso comunitario. Oltretutto qui si vuole dare un messaggio concreto anche per la lotta agli sprechi: non verrà prodotto pane in eccesso, ma ce ne sarà tanto quanto verrà richiesto, e questo vuole dare segno in termini di riduzione dei consumi. Sono convogliate in questa iniziativa diverse realtà: la Caritas diocesana con i suoi progetti, tra i quali il progetto Barnaba, prevede proprio l'impegno dei giovani a diventare imprenditori in senso etico, a mettersi in gioco per il bene comune».
A muovere l’idea, dunque, è l’obiettivo di creare comunità di dialogo, un forno sociale dove si possano intrecciare saperi e sapori, confronti tra tipi di lievitazione, tipi di farine e alimentazione, ma anche esperienze di vita, di lavoro, di condivisione.
Il forno si trova in via Orsini al civico 136: chiunque abbia voglia di un tuffo nel passato, senza perdere però il contatto con la bellezza del presente, può andare a inspirare lì i profumi della tradizione del nostro focolare.