Il Comune di Trani vuole costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio di Biagio Zanni, avvenuto la notte tra il 19 e il 20 settembre 2015. L’incarico è stato conferito all’avvocato Laura Pasqua Di Pilato del foro di Trani, presidente del Consiglio comunale di Andria, che lo eseguirà pro bono (cioè gratuitamente) «per amore della città di Trani, del cui foro si onora di far parte».
É quanto si evince dalla determina di conferimento dell’incarico datata 4 ottobre 2017, nella quale si prede atto della convenzione siglata il 3 ottobre con l’avvocato Di Pilato, a seguito dell’atto di indirizzo firmato del sindaco Amedeo Bottaro (datato 2 ottobre). Cioè a processo ormai cominciato, il 22 settembre scorso, davanti alla Corte d’Assise di Trani nei confronti dei due imputati maggiorenni. Ma il Comune non lo ha fatto, perché – come si legge nella determina – «non ha ricevuto alcuna notifica in qualità di persona offesa». É anche vero che, tecnicamente, il Comune in questo caso sarebbe soggetto danneggiato dal reato per danno di immagine più che parte offesa, e, come tale, non ha diritto ad alcuna notifica. Ora il legale incaricato potrà chiedere di costituirsi parte civile alla prossima udienza del 13 ottobre, ma sarà la Corte d’Assise a dover decidere se sia ammissibile o meno.
Ricordiamo che, per l’omicidio del 34 enne Biagio Zanni, avvenuto al termine di una rissa sul porto di Trani due anni fa, un ragazzino tranese all’epoca dei fatti 15enne è già stato condannato a 10 anni in primo grado (con il rito abbreviato) dal Gup del Tribunale per i minori di Bari; mentre a suo fratello, all’epoca 17enne, è stata comminata una multa da 200 euro per la rissa; e per un terzo ragazzino è stata disposta la messa alla prova. A Trani, invece, pende la posizione di due giovani accusati di aver preso parte alla rissa. Ma a uno di loro, il 21enne Gianluca Napoletano, finito in carcere qualche giorno dopo l’omicidio, la Procura contesta oltra alla rissa anche il concorso in omicidio. Nessuna delle persone coinvolte, a vario titolo, nell’omicidio è al momento sottoposta a misure detentive. Nemmeno il minorenne condannato in primo grado a 10 anni, perché sono stati ampiamente superati i termini per la custodia cautelare (4 mesi) e la condanna non è definitiva.
Durante la prima udienza in Corte d’Assise, l’unica parte civile costituitasi è la famiglia Zanni, rappresentata dall’avvocato Giangregorio De Pascalis.