Credevamo fossero archiviate le pagine di cronaca sul giornale (all’epoca non c’era il web) relative ai furti di autoradio e invece tornano di moda.
Diverse le segnalazioni giunte alla nostra redazione sui casi di furti dei “frontalini” e non solo.
Un tempo, negli anni ’80 e ’90 per intenderci, c’era il mangianastri, sostituito poi dal frontalino estraibile che puntualmente veniva custodito proprio come oggi accade con il cellulare. I fidanzati approfittavano della borsa capiente di lei per riporre il frontalino e i più audaci lo nascondevano all’interno dell’abitacolo, magari sotto al sedile del guidatore.
Poi la tecnologia ha fatto il resto: autoradio integrate col cruscotto dell’autovettura, di serie e difficilmente riposizionabili sul mercato degli oggetti rubati. Per più di un decennio e buona pace degli automobilisti, il fenomeno poteva essere considerato arginato fino ai giorni nostri, quando sono tornati di moda i furti di autoradio. Già, anche di quelle integrate col cruscotto. Inspiegabile come i ladri dei giorni nostri riescano addirittura ad eludere la chiusura centralizzata, magari con l’ausilio di qualche telecomando che manda il tilt le frequenze e, dopo esser entrati nell’abitacolo, sradicano l’autoradio. Talvolta viene piazzato sul mercato del web, altre volte semplicemente commissionato dall’incivile di turno che preferisce alimentare il traffico dell’illecito e contribuisce ad allargare il fenomeno.
Nonostante oggi la tecnologia abbia fatto passi in avanti, e abbia portato alla realizzazione di impianti stereo e navigatori integrati, i ladri non si sono persi d’animo, e con fare vintage tornano a fare danni.