Erano circa le ore 16 di questo pomeriggio quando nei pressi di via Malpighi un nostro utente ha avvistato 7 esemplari di cinghiali che passeggiavano indisturbati a ridosso della strada, forse in cerca di cibo.
Purtroppo non è un caso isolato ma si contano ormai diversi avvistamenti simili, soprattutto nei quartieri estremamente periferici (vedasi San Valentino, Monticelli e sulla via di Castel del Monte).
Numerosi sono anche gli incidenti stradali che avvengono sulle strade provinciali e statali. Da sottolineare come il fenomeno non è più circoscritto alle sole campagne ma interessa sempre più le nostre città: e non vogliamo pensare a cosa potrebbe accadere alle persone se questi animali si spingessero più all’interno della polis.
Nel caso specifico di via Malpighi ci sono tre edifici scolastici: e se fosse successo nell’ora di uscita dei ragazzini dalle scuole?
La “questione cinghiali” che, per molti degli addetti ai lavori non rappresenta un’emergenza, va comunque affrontata seriamente onde evitare che lo diventi prima o poi.
Una vera e propria accurata opera di censimento, ad oggi, non è stata effettuata. C’è una indiscutibile eccedenza di presenze della specie animale e c’è la necessità di tenere alta l’attenzione sul fenomeno. L’assenza di un piano di prevenzione ha favorito il verificarsi dei danni alle aziende agricole e non solo. Va ricordato come il ripopolamento di cinghiali è stato voluto per favorire le attività venatorie omettendo di considerare che la legislazione che disciplina la caccia al cinghiale, avrebbe consentito comunque un prelievo basso.
Tra le soluzioni finora proposte è stata pensata quella della sterilizzazione oltre “all’attivazione della filiera carne”. Quest’ultima però impossibile per il momento visto che, a parte il parco dell’Alta Murgia, nessuna istituzione sarebbe intervenuta a sostegno. Un centro di lavorazione della selvaggina sarebbe importante perché gli animali selvatici vanno trattati in maniera differente rispetto a quelli d’allevamento; ci sarebbe stato un primo approccio con il mattatoio di Altamura e quello di Ruvo di Puglia, strutturalmente compatibili per accogliere questo tipo di attività, ma ad oggi nulla è stato effettivamente fatto.
La stessa sterilizzazione, per giunta, sarebbe inammissibile se si pensa alla ricchezza della flora e della fauna nel nostro Parco dell’Alta Murgia. Basti pensare che la presenza del cinghiale ha favorito quella del lupo e quindi un recupero della memoria nel rapporto tra gli uomini, gli animali e il territorio. Una convivenza pacifica quindi forse sarebbe possibile a patto che non venga limitata la libertà dell’uomo, in primis.