Cultura

“Grande musica per la vita”, concerto di beneficenza per le 301 vittime del sisma del Centro Italia

Marialisa Gammarrota
Don Fabio Gammarrota: «Queste iniziative contribuiscono a lanciare un aquilone di solidarietà, ma ciò non basta a sollevare la nostra coscienza»
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Solidarietà. Questo il sentimento che ha dominato la
serata di ieri sera presso le Officine San Domenico, dove si è tenuto un
concerto di beneficenza “Grande musica per la vita”, volto a raccogliere fondi
per le zone colpite dal sisma nel Centro Italia lo scorso agosto. Ospite della
serata Don Fabio Gammarrota, nostro concittadino e da anni parroco di
Cittareale-Posta nel reatino, sempre in prima linea a reclamare i diritti di
chi ha perso tutto in quei giorni.

«Io, ormai, mi spendo in più parti di Italia e anche
all’estero a favore della sensibilizzazione, da un lato, della popolazione, e
dall’altro di partecipazione ai dolori del mio popolo. Andria è protagonista da
sempre, accompagnandomi quasi per mano, di tutte quelle iniziative che tendono
a sollevare da una condizione di indigenza tutte le popolazioni che sono vicine
al sottoscritto, che sono in questo momento nella difficile prova e che si
sentono, in parte, abbandonate da quelle istituzioni
che tanto hanno promesso
nei primi tempi, ma che di fatto oggi disattendono una buona parte delle
promesse fatte. Ormai siamo in campagna elettorale per molti di questi e sarei
tentato di entrare in polemica, ma non è questo il mio mestiere, né tanto meno
questo è il luogo per fare questo discorso». E poi prosegue: «Ringrazio il
dott. Cicco che si è fatto protagonista di questo evento di solidarietà
musicale perché, in collaborazione con il comune di Andria e con quelle realtà
che hanno sostenuto questo evento musicale, riusciamo a raccogliere cifre significative.
La bontà di un’azione non è data dalla quantità, bensì dalla qualità e dal
cuore che c’è dietro
». Parole schiette di chi è coinvolto in prima persona e
vive e condivide un dolore troppo grande per poter essere espresso a parole.

Da sottofondo la musica del duo violinistico Octo
Cordae, Domenico Masiello ed Eliana De Candia, accompagnati dal maestro Cinzia
Falco, docente del conservatorio Piccinni di Bari, che hanno condotto i
presenti in un viaggio nell’affascinante barocco musicale della nostra Italia.
Entrambi bravi a far vibrare non solo le corde dei violini, ma anche le corde
più intime del cuore di tutti. E bravi anche i ragazzi della 2a E
della scuola Vittorio Emanuele II- Dante Alighieri: guidati dalla loro
insegnante, la professoressa Rossella Fuzio Cicco, hanno realizzato una
raccolta di filastrocche
che racconta emozioni, la gioia, la paura, la
felicità. Riflettendo sulle proprie emozioni, hanno provato ad immedesimarsi
nel dolore altrui, soprattutto di chi ha perso un proprio caro. Ed è per questo
che hanno donato a Don Fabio e alla sua comunità una pianta di roselline, “Dal
cuore di Andria al cuore di Cittareale”, per manifestare la loro vicinanza a
quanti in pochi minuti hanno visto distrutta la loro intera esistenza. Tutto
questo segno di una “buona scuola”, di ragazzi, e delle loro famiglie, che, se
sapientemente guidati, riescono a tirar fuori il meglio di loro in fatto di
generosità e disponibilità.

Al termine della serata, Don Fabio con una metafora ha
raccontato dei 301 violini, tanti quante sono le vittime del terremoto del 24
agosto, che non suonano più, a cui si aggiungono quanti che, benché
sopravvissuti, hanno smarrito il senso della loro vita.

«Dopo 8 mesi, le macerie sono ancora lì. Su 30000
famiglie sfollate, solo 25 sono le case che sono state consegnate. Come far credere
che possa esistere ancora un senso, come far credere di impegnarsi, di andare
avanti, se in un minuto e 22 secondi tutto viene distrutto? È difficile far
tornare a sperare tutti quei violini che non suonano più, che non sperano più
in una vita migliore
. La musica aiuta a credere che tutto possa essere
superato. È vero. Ma ognuno di noi torni a casa con la consapevolezza di quanto
sia difficile tornare a scrivere sul pentagramma della vita dopo un’esperienza
del genere che fa mancare il respiro, che non fa battere più il cuore».

domenica 23 Aprile 2017

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