Cultura

Presentata ieri la pubblicazione del progetto “Alleanza, Scuola-Famiglia-Istituzioni”

La Redazione
Un percorso di sensibilizzazione alla valorizzazione della corresponsabilità educativa rivolta agli studenti e minori, una sinergia tra diverse figure portanti professionali, istituzionali e associative preposte al ramo
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Si è tenuta ieri, nella Sala Giunta di Palazzo di Città, la conferenza di presentazione della pubblicazione del progetto “Alleanza, Scuola-Famiglia-Istituzioni”, un percorso di sensibilizzazione alla valorizzazione della corresponsabilità educativa rivolta agli studenti e minori, una sinergia tra diverse figure portanti professionali, istituzionali e associative preposte al ramo. L’iniziativa è Patrocinata dal Comune di Andria e dagli Assessorati alla Pubblica Istruzione e alla Cultura.

Di seguito il testo della pubblicazione.

Avv. Nicola Giorgino, Sindaco di Andria

«Ho accolto favorevolmente l’invito rivoltomi dai curatori della presente raccolta, ad esprimere le mie riflessioni sulla tematica dell’Alleanza tra Scuola-Famiglia-Istituzioni, virtualmente unite in un rapporto di corresponsabilità educativa. Solitamente si definisce alleanza il patto di unione fra due o più soggetti per il raggiungimento di uno scopo comune. Nel caso dell’alleanza educativa l’oggetto e lo scopo di azione riguarda il ragazzo-studente, la sua crescita globale e non solo quella scolastica. Oggi, si parla in molte sedi di “emergenza educativa in riferimento alla crisi morale e sociale. Come sottolineava con vigore Papa Benedetto XVI, vi è «un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita». Di fronte a questa vera e propria emergenza le agenzie educative presenti sul territorio devono trovare nuove e più incisive forme di collaborazione, in una partner-ship educativa, fondata sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione delle parti nel reciproco rispetto delle competenze. A tale scopo, “l’agire educativo” deve fare comunità perché i giovani hanno bisogno di trovare, soprattutto nei comportamenti degli adulti, la legalità e la giustizia, la coerenza tra il dire e il fare, la sicurezza delle regole, ma soprattutto dall’esempio delle persone e quindi delle Istituzioni. Senza regole di comportamento e di vita, infatti, fatte valere anche nelle piccole cose, non si forma il carattere e non si viene preparati ad affrontare le prove future. L’auspicio che la collaborazione fra tutti gli attori di questo complesso mondo sia vissuto senza alcun antagonismo o sentimento di primazia sull’altro, ma sia basato su una reciprocità e una solidarietà, frutto di un corresponsabile impegno, fatto anche del confronto tra le diverse modalità operative ed educative. Questo è anche il frutto di un paziente e faticoso percorso nella consapevolezza che una società che non si prende cura dell’educazione è una società che non ha a cuore l’umanità delle sue relazioni e, in quanto tale, è destinata prima o poi a dissolversi».

Avv. Paola Albo, Assessore alla Pubblica Istruzione

«Scuola e istituzioni, scuola e famiglia rappresentano un binomio che quotidianamente ritorna nelle conversazioni comuni, affinchè nella loro “alleanza” costruiscano insieme le competenze per la vita di ogni piccolo – grande cittadino.

Come è ben noto, sono sistemi molto complessi ed influenti sulla crescita di ogni singolo e che “cercano” di entrare costantemente in contatto, nonostante le regole e le finalità educative diverse, ma con intrinseche aspettative reciproche. Fondamentale un corretto incontro, che può avvenire grazie alla competenza delle varie figure professionali coordinate tra loro nel rispetto dei ruoli».

Avv. Luigi Del Giudice, Assessore alla Cultura

«Si sta affermando con sempre maggiore vigore l’idea che la cooperazione delle famiglie come partner della scuola costituisce un fattore determinante per il successo formativo degli alunni. Tali processi formativi devono essere responsabilmente “facilitati” dalle Istituzioni. ll ponte fra la dimensione privata e quella pubblica dello studente, fatto di esperienze, attivate dalle istituzioni scolastiche, di dialogo e promozione dei genitori, di impulsi della Politica, rappresenta un prezioso sostegno per i genitori stessi, visto il loro arduo compito educativo. Infatti, questa sinergia di responsabilità fra istituzioni e genitori, che prevede essi vengano considerati delle risorse imprescindibili, sostiene questi ultimi in un percorso di maturazione educativa, perché lavorare con i propri figli costituisce un’occasione favorevole per crescere anche personalmente come adulti. Inoltre, quanto più mature e fluide diventano le relazioni tra scuola, famiglia, Chiesa e Comune, tanto maggiore vantaggio ne ricava la scuola stessa nello sviluppo dei suoi obiettivi educativi e formativi. Bisognerebbe cedere completamente all’idea che la scuola è un laboratorio permanente di cittadinanza cui tutti devono offrire il proprio contributo».

Presentazione

L’Associazione Culturale “IDEAMO’,’ nasce dall’impegno sinergico di più professionisti a voler divulgare varie forme d’informazione, in settori socio-culturali differenti. I primi passi dell’associazione, iniziano a muoversi con la presentazione di alcuni progetti, tra i quali ricordiamo: “Cara mamma… viaggio nel tuo universo di Donna e Volti e risvolti della Famiglia”, focalizzando l’attenzione sul valore assoluto della famiglia nelle sue molteplici forme d’espressione. Ad oggi, l’associazione culturale, presenta un nuovo programma di sensibilizzazione, incentrato sull’alleanza SCUOLA, FAMIGLIA e ISTITUZIONI, mirato alla corresponsabilità educativa.

Un doveroso ringraziamento va formulato alle istituzioni comunali, nella figura del Sindaco della città di Andria, avv. Nicola Giorgino e all’Assessore alla Pubblica Istruzione, avv. Paola Albo e all’Assessore alla Cultura, avv. Luigi Del Giudice, i quali aderiscono attivamente alle iniziative proposte, in quanto sensibili ai temi affrontati.

E’ altresì fondamentale sottolineare lo spirito collaborativo ed aggregativo dell’associazione, fondato sul principio di lavoro d’equipe, al fine di creare nuove sinergie tra più professionisti, cosicché ognuno possa contribuire e divulgare, la propria conoscenza e/o sapere a favore della comunità cittadina.

L’associazione “IDEAMO” altresì ringrazia per l’attiva collaborazione la psicologa dott.ssa Maria Erika Diomede, la biologa- nutrizionista dott.ssa Luigia Sellitri, la pedagogista clinico dott.ssa Annamaria Tesse & Co ed il personal-trainer Vito Spina.

Avv. Ottavia Matera, Dirigente all’Istruzione del Comune di Andria

«Negli ultimi dieci anni la mission dei servizi comunali alla persona è ondata via via evolvendo assumendo sempre più una funzione non meramente assistenziale, ma di affiancamento rispetto alle agenzie educative presenti sul territorio, sia per agevolare una maggiore diffusione di tutte le spontanee iniziative di sensibilizzazione provenienti dalle parti sociali coinvolte, grazie ai maggiori mezzi in dotazione, sia per promuovere interventi correttivi in situazioni al limite della patologia. Il Comune di Andria è stato infatti antesignano nella istituzione di una equipe multidisciplinare sull’abuso e maltrattamento dei minori, a valle di un percorso formativo che ha visto coinvolto personale docente, sanitario e forze di polizia, la quale ha standardizzato sistemi di allerta di situazioni di rischio odi emarginalizzazione, foriere di gravi disturbi della personalità, che si riverberano sui comportamenti futuri dei minori e che a loro volta spesso minano pesantemente la “pacifica convivenza sociale” in questa fase che interviene la funzione correttiva dei servizi, valutando, in sinergia con i servizi asl territoriali, le competenze genitoriali dei soggetti coinvolti, e quindi attivando servizi di affiancamento, attraverso, per esempio, servizi domiciliari educativi oppure ricorrendo, nei casi più gravi e irrecuperabili, a misure più radicali. Accanto a tali sevizi più pesanti il Comune ha previsto una serie di interventi in stretta collaborazione con le scuole e le famiglie.

Si pensi agli interventi in tema di dispersione scolastica, a quelli in tema di assistenza specialistica, all’attivazione di centri polivalenti minori che, oltre a sollevare per un breve periodo le famiglie, oggi purtroppo spesso assenti per ragioni di lavoro, forniscono un aiuto minori nella fase di apprendimento. Il panorama degli interventi possibili è particolarmente ampio e la loro efficacia è direttamente proporzionale al grado di interazione fra le parti coinvolte, di talchè solo una vera “alleanza” tra la scuola, la famiglia e le istituzioni può conseguire i risultati migliori».

La voce della Comunità Scolastica
Dott.ssa Celestina Martinelli, Dirigente Scolastico 8° Circolo Rosmini
SCUOLA E FAMIGLIA, IL SENSO Dl UN’ALLEANZA

«La famiglia odierna, in quanto specchio della società, è caratterizzata dalla “liquidità di cui parla il sociologo Bauman. intendendo con ciò l’assenza di modelli comportamentali solidi. Nell’attuale società ove tutto scorre e passa in maniera repentina, ogni generazione risulta sganciata dalle altre perché portatrice di prassi differenti che non fanno in tempo a consolidarsi in valori che possano essere efficacemente tramandati. Altro carattere distintivo della famiglia contemporanea è rappresentato dalla quasi totale assenza di tempi e di spazi nei quali il bambino sia libero di relazionarsi ai coetanei senza l’interferenza di figure adulte e ciò gli impedisce di imparare a cavarsela da solo, di andare alla scoperta del mondo, di apprendere a gestire e superare le situazioni conflittuali. Sono aumentati invece in maniera esponenziale l’individualismo teso all’immediato soddisfacimento dei bisogni personali, l’iperprotezione per la difesa ad oltranza del bambino, l’isolamento pur nell’utilizzo corrente dei social network, la fragilità dei contesti familiari sia per le frequenti separazioni, sia per la diffusa incoerenza degli stili educativi genitoriali.

La Scuola, in quanto agenzia educativa seconda che non “subentra” ma “affianca” la Famiglia ed è volta a formare i cittadini del domani, ha il compito di stemperare gli egoismi e di fornire un modello sociale basato sulla solidarietà, sulla collaborazione, sul rispetto delle differenze e sull’inclusione.

La scuola si offre allora come comunità dialogante all’interno della quale ognuno è parte di un tutto e pratica nella quotidianità la condivisione di esperienze diverse mirando “all’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona”, come si legge nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012. E’ bene pertanto che la Scuola in generale e i docenti in particolare si ponga no in atteggiamento di ascolto verso le Famiglie, che cerchino di utilizzare i loro interventi come spunti di riflessione, pur nella chiara consapevolezza della distinzione dei ruoli. I genitori, come i bambini, devono sentirsi in buone mani, avvertire che le persone a cui affidano i loro figli tutti i giorni e per tante ore consecutive, sono professionalmente competenti, autorevoli ed accoglienti, in grado di contribuire con efficacia all’azione educativa secondo un patto di corresponsabilità che va ben oltre un documento formale sottoscritto a scuola. E’ questo il senso del “prendersi cura”che comincia in Famiglia e prosegue in alleanza educativa con la Scuola e le Istituzioni».

La voce dei genitori –Lapenna Riccardo, Presidente AGE Andria
EDUCAZIONE E ISTRUZIONE. LA CENTRALITA’ DELLA FAMIGLIA NEL MONDO DELLA SCUOLA.

«La famiglia è la prima scuola educativa, luogo di “formazione integrale” in cui si dispiegano i diversi aspetti della maturazione della persona. In essa si possono trovare modelli, concezioni, progetti educativi diversi. Fornisce gli strumenti necessari per l’interazione e l’integrazione sociale e questo sottolinea l’unicità della famiglia. Fornisce inoltre le condizioni necessarie per rapportarsi ad altre agenzie educative, in quanto non è la sola agenzia presente ma si inserisce in un quadro sociale ed educativo e più ampio. La scuola rappresenta un’altra agenzia educativa non meno importante della famiglia.

La scuola è una comunità di apprendimento, inclusiva, di ricerca e di approfondimento in cui si intrecciano molte dimensioni: è luogo di cultura, di relazioni, di trasmissione di valori, di rapporto con il territorio e le sue istituzioni. Ciascuno di questi aspetti ha bisogno di essere ripensato e reinterpretato alla luce del compito educativo, che li qualifica e li orienta. Un buon processo educativo ha inizio in famiglia e si completa nella scuola; la prima educa, la seconda forma, insieme collaborano per far crescere nelle nuove generazioni il senso della libertà nella dimensione della responsabilità. Oggi va emergendo con sempre maggiore convinzione l’idea che la cooperazione delle famiglie come partner della scuola costituisce un fattore determinante per il successo formativo degli alunni. Ma allo stesso tempo c’è la necessità di rivedere la partner-ship educativa tra scuola e genitori.

Nella scuola spesso i genitori vengono visti come “clienti” del sistema scolastico, in condizione di passività rispetto alle proposte formative e spesso vengono anche giudicati inadeguati rispetto all’educazione dei propri figli. I genitori, la cui scuola ne riconosce il ruolo rappresentativo all’interno degli organi collegiali, nel corso degli anni hanno via via abbandonato tale compito delegando sempre più alla scuola le loro responsabilità educative primarie.

E’ ovvio che ciò necessità di investire in adeguati cammini formativi partendo dai genitori eletti negli Organi Collegiali, creando esperti di partecipazione che poi siano in grado di trasmettere l’esperienza acquisita ad altri.

Inoltre i genitori devono avere la consapevolezza che è necessario riappropriarsi dell’educazione, assumendosi le loro responsabilità educative e mettendosi in gioco per dare risposte ai figli. Di fronte a bambini e giovani sempre più abbandonati a loro stessi e molto soli, diventa fondamentale la presenza di adulti preparati, pronti a capire i nuovi e diversi modi di esprimersi dei ragazzi, a comprendere cosa si nasconde dietro determinati comportamenti.

L’impegno di associazioni come la nostra, in sinergia con le altre realtà educative e culturali che operano sul territorio è fondamentale al fine di mettere in rete le famiglie, di fornire strumenti e occasioni di informazione e formazione, alla ricerca di soluzioni condivise.

L’auspicio è di poter declinare in una progettualità più ampia che veda coinvolte non solo la scuola e la famiglia ma tutti gli enti e le istituzioni che hanno a cuore l’educazione dei giovani e quindi il futuro della società».

L’intervento dei professionisti, Dott.ssa Annamaria Tesse & Co Pedagogista Clinico
IL VALORE AGGIUNTO: L’ASCOLTO PEDAGOGICO CLINICO

«Insieme alla famiglia, la scuola è la principale agenzia di formazione e di socializzazione dell’individuo, uno dei poli primari su cui agire per promuovere il benessere integrale (fisico, psicologico, relazionale) dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. La scuola, infatti, non deve essere solo il luogo in cui avvengono scambi nozionistici, ma luogo di vita, nel quale avvengono molteplici incontri tra coetanei e figure adulte, dove si impara la convivenza e la relazione con gli altri. Essa, inoltre, rappresenta, sicuramente, l’ambito privilegiato di un intervento pedagogico che possa contribuire ad affrontare le problematiche sempre presenti in tutte le fasi della crescita individuale e prevenire il disagio giovanile.

Entrambe quindi, scuola e famiglia, rappresentano le fonda menta per un individuo, sia dal punto di vista di crescita personale, sia dal punto di vista dell’apprendimento.

Al fine di consolidare l’alleanza educativa scuola-famiglia e dare il tempo ai genitori e agli insegnanti di iniziare a comprendere le eventuali difficoltà del bambino ed elaborare i vissuti emotivi che ne scaturiscono, potrebbe nascere l’iniziativa di istituire lo Sportello d’Ascolto Pedagogico Clinico. Questo Spazio di ascolto ha lo scopo di istituire un luogo di incontro destinato agli della Scuola, allievi, insegnanti e famiglie, nell’ottica della promozione di una cultura dell’ascolto e della sinergia educativa scuola-famiglia. Esso, sempre più spesso, si sta inserendo presso scuole sia pubbliche che private in un progetto via via più ampio teso a valorizzare l’individuo nella sua interezza e a stimolarne una crescita tanto cognitiva quanto emozionale.

Il pedagogista in aiuto alla persona (clinico), in questa realtà si trova ad interagire come mediatore di cambiamento e di sviluppo di risorse e potenzialità che ogni persona ha dentro di sé.

Lo Sportello rivolto ai genitori è un sevizio, quindi, che offre loro la possibilità di avere uno spazio all’interno della scuola, per dialogare con l’esperto circa le situazioni difficili che si possono verificare nel percorso educativo dei propri figli, creando un momento d’ascolto, di confronto e di riflessione. Ha lo scopo di aiutarli a riflettere personalmente sulle proprie esperienze in campo educativo, permettendo loro di rivederle e riorganizzarle.

Mentre lo stesso Sportello rivolto ai docenti, è occasione di confronto con il pedagogista clinico circa le situazioni difficili che si possono verificare nel percorso scolastico a livello formativo, educativo e relazionale.

Lo Sportello d’ascolto è, quindi, uno “spazio” fisico ed emotivo, in cui il pedagogista clinico accoglie, ascolta, sostiene, senza formulare giudizi, i bisogni specifici espressi dalla persona in un contesto di relazione serena e accogliente e dove ognuno può esprimere liberamente necessità, preoccupazioni, problemi, aspettative.

In tal modo le persone che si rivolgono a questo Spazio possono ampliare e rafforzare le risorse personali, riacquistare la fiducia in se stessi, migliorare le capacità di relazione, trovare innovative ed efficaci risposte a stati di disagio psico fisico e socio-relazionale».

Dott.ssa Maria Erika Diomede Psicologa – Psicoterapeuta
IO – NOI – GLI ALTRI…

«La scuola e la famiglia hanno il compito di favorire un’educazione armonica ed integrale dei bambini e delle bambine, nel rispetto e nella valorizzazione dei ritmi evolutivi, delle capacità, delle differenze e delle identità di ciascuno, avvalendosi di contenuti particolarmente incentrati sul concetto di “persona educata alla condivisione e alla solidarietà senza distinzione di razze, culture, religione. L’idea nasce dalla riflessione critica sullo stile di vita della nostra società consumistica dove i rapporti umani sono sempre più sbrigativi, si vivono più superficialmente i problemi degli altri e si è meno attenti ad aiutare chi ha più bisogno di noi. Allo stesso tempo, sempre più si va configurando, nel mondo occidentale, una società multiculturale con tutto un bagaglio di problematiche religiose, sociali, economiche. Ecco che il lavoro di Rete Scuola-Famiglia, deve ambire ad un’educazione alla cittadinanza democratica. Un investimento a lungo termine per la promozione dei diritti umani, della tolleranza e del pluralismo culturale. Imparare a vivere insieme non è né facile né spontaneo, ma va educato, consapevoli come siamo che la pace, il rispetto e l’accoglienza delle “diversità siano concetti che la scuola deve insegnare, attraverso le regole del vivere e del convivere, attraverso la valorizzazione dei diritti e dei doveri del cittadino nell’ambito della Costituzione, per far si che i piccoli possano divenire parte di una comunità in cui si faccia esperienza di convivenza civile e di solidarietà.

La strategia ottimale è quella di stimolare e attivare, in ogni bambino, l’insorgenza dell’empatia verso l’altro, offrire l’opportunità di conoscere meglio se stessi attraverso il confronto con chi è diverso da sé ed aprirsi con fiducia all’altro al fine di stabilire con esso relazioni positive».

Dott.ssa Luigia Sellitri –Biologa – Nutrizionista
UNITI PER IL BENESSERE DEL BAMBINO

«Le prime abitudini alimentari cominciano a maturare in ognuno di noi già in età scolare, per poi consolidarsi pian piano nel tempo. Data l’evidente importanza della corretta alimentazione nel processo di crescita dell’individuo, sarebbe opportuno intervenire nel cercare di modulare e indirizzare i gusti del bambino verso scelte più sane. In particolare, in questo contesto, i genitori insieme agli insegnanti svolgono un ruolo chiave nel migliorare il comportamento alimentare, proprio perché costituiscono le figure di riferimento, l’esempio che il bambino tenderà a seguire. Ma il ruolo dei genitori e degli insegnanti non si limita a questo. Infatti, la scuola non ha semplicemente il compito di istruire, di fornire passivamente bagagli di nozioni, ma anche quello più ampio e nobile di educare gli alunni e le famiglie, per cui dovrebbe porsi l’obiettivo di promuovere stili di vita salutari, ma soprattutto quello di condividere e affrontare insieme ai genitori tutte quelle che sono le problematiche alimentari che potrebbero riguardare il singolo o la collettività. Problematiche quali allergie, intolleranze alimentari, obesità, rapporto conflittuale con il cibo, tutti temi attuali e molto importanti ai quali i bambini vanno educati e sensibilizzati, poiché potrebbero influenzare la loro sfera psicoemotiva. E fondamentale infatti che un bambino celiaco, sovrappeso o allergico non venga considerato “diverso ma che, al contrario, sia ben inserito nell’ambiente scolastico e non. Dunque per far sì che ciò avvenga, l’impegno della scuola e degli insegnanti deve essere associato ad una partecipazione attiva dei genitori: insegnanti e genitori devono infatti riconoscere il loro comune ruolo educativo e devono imparare a supportarsi in maniera reciproca, al fine di garantire la costruzione di basi solide per una corretta educazione alimentare del bambino».

Vito Spina, Preparatore atletico, Personal trainer

«Sport e attività fisica sono sicuramente centrali ed imprescindibili per il sano sviluppo del bambino. Le indagini statistiche negli ultimi anni anni hanno aiutato a comprendere il complesso quadro della pratica sportiva nel nostro paese evidenziando gli aspetti sociali, culturali e storici ad esso sottesi. E’ alla luce di di questi peculiari aspetti che dovrebbero derivare azioni politiche specifiche. Solo un bambino su 5 tra i 3 e 5 anni pratica regolarmente qualche tipo di sport. In età successiva va decisamente meglio: infatti tra i 6 e i 17 anni pratica sport 1 ragazzino su 2. Nell’ambito delle determinanti culturali in rapporto con i comportamenti inerenti il movimento, la famiglia è evidentemente centrale e dovrebbe, fin dai primi anni di vita educare i figli al movimento come benessere psico-fisico. Anche la scuola, in quest’ottica potrebbe fare molto, già a partire dall’infanzia con percorsi di propedeutica al movimento e avvicinamento allo sport attraverso il gioco. L’attività fisica è sicuramente centrale e imprescindibile per il sano accrescimento del bambino sia essa intesa come movimento informale che come sport strutturato. Purtroppo dalle statistiche emerge chiaramente che la metà dei bambini italiani non soddisfano questo criterio. E’ pertanto necessario un cambiamento che venga spinto da tutti – dal mondo politico, dai media, dalla scuola – e che trovi poi applicazione soprattutto in ogni singolo nucleo familiare».

sabato 24 Giugno 2017

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Michele Lorusso
Michele Lorusso
6 anni fa

Che bel predicare! Collaborazione, binomio scuola-famiglia, scuola comunità dialogante, cooperazione delle famiglie, ricerca di soluzioni condivise, allaenza scuola-famiglia… ciò che viene messo in pratica in questo momento nel processo (unilaterale) di scelta della settimana corta nelle scuole. Parole, parole, parole….