Cultura

“Tutti i colori del cuore”, una serata di forma-Azione e di invito all’impegno civico

Marialisa Gammarrota
Emerge quanto forte sia il tessuto locale associativo e cooperativo che assolve a servizi che spesso le istituzioni fanno fatica ad offrire e garantire, contribuendo a trasformare un problema in risorsa
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“Tu solo ce la puoi fare,
ma non ce la puoi fare da solo”.
Questa
frase riassume in maniera efficace il senso della serata “Tutti
i colori del cuore”, che si è tenuta ieri in occasione della festività del
Sacro Cuore di Gesù presso l’Oratorio della parrocchia Sacro Cuore di Gesù.

Una serata carica di
emozioni e ricca di contenuti e di spunti di riflessione, che ha visto una
buona partecipazione, nonostante l’afa non abbia concesso tregua. Una serata di
testimonianze e di spettacolo e soprattutto di approfondimento sui temi del
volontariato e sul lavoro di chi si occupa in maniera particolare di disabilità
e malattia. Si sono susseguiti gli interventi del dott. Dino Leonetti, medico
di base, oncologo, clown dottore, presidente dell’associazione “In compagnia di
un sorriso” e di “Onda d’urto”, sull’impegno dei clown dottori all’interno non
solo di ospedali, ma anche nelle carceri, negli orfanotrofi; della dott.ssa
Grazia Apruzzese, rappresentante del gruppo di Auto Mutuo Aiuto, un’ esperienza
rivolta alle donne malate di cancro che offre sostegno psicologico ed
accompagnamento al ritorno alla quotidianità, e divenuta progetto ASL, noto
come “Fiori d’Acciaio” e della dott.ssa Teresa Fusiello, coordinatrice di “Un
paio d’ali” della Cooperativa Trifoglio che ha parlato del suo impegno con i
ragazzi con disabilità attraverso il teatro. E proprio questi ragazzi hanno
portato in scena il musical “Il mago di Oz”.

Desiderio di restituire
umanità a chi è provato dalla sofferenza e dal dolore della malattia o da
limiti di vario tipo e consapevolezza dell’importanza di collaborare
: è questo
a venir fuori dai loro racconti, dal loro mettersi in gioco facendosi carico
dell’altro, di quel prossimo che va amato come se stessi. Ed è proprio l’amore
ad essere alla radice del loro impegno costante e quotidiano a favore di tante
situazioni di prova, di rischio, di esclusione e di solitudine raggiunte e
sostenute da progetti, iniziative che segnano un solco nella partecipazione
attiva dei cittadini e delle associazioni alla realizzazione del bene comune.

Emerge, quindi, quanto
forte sia il tessuto locale associativo e cooperativo che assolve a servizi che
spesso le istituzioni fanno fatica ad offrire e garantire
. Mettere in luce l’operato
di queste realtà è il primo passo per una maggiore consapevolezza di sé e della
propria città, e cioè di ciò che questa offre e di quale può essere il
contributo (indispensabile) di ciascuno. Perché occorre prendersi cura di
queste tematiche che non devono interessare o riguardare solo quando ci toccano
da vicino
, riservando altrimenti solo atteggiamenti compassionevoli che non
giovano a niente e a nessuno.

Si è parlato di
disabilità, di malattia, di impegno civico e si è cercato di aprire una nuova
prospettiva: una comunità parrocchiale che è attenta alle esigenze dei più
deboli, li accompagna, li riabilita, se ne prende cura, permette che il
problema diventi risorsa
. Qualcuno ha detto che “la guarigione comincia quando
si smette di percepirsi come una persona che ha un problema, comprendendo che
ogni ostacolo sul cammino insegna a diventare più forte e a espandere il
proprio potere creativo. Anzi l’ostacolo esiste affinché si possa creare una
nuova situazione, disimparando i vecchi schemi e creandone di nuovi”. Questo vale
sia per il percorso personale di ciascuno, ma anche per una città, come la
nostra, che se vuole essere davvero a misura d’uomo, deve educare i suoi
cittadini ad orientare i propri comportamenti, facendo coincidere il bene
individuale con il bene collettivo, che è il bene di tutti
.

sabato 24 Giugno 2017

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