Cultura

U traioin, la sciarrett i u sciarabbe’

Vincenzo D'avanzo
Storie d'amore, di campagna e di tradizioni da rispettare
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Tunein era il figlio maggiore di Pppein i Sppodd. La seconda era Carmela che aveva compiuto appena venti anni ma aveva ottenuto da Tunein, u grann, l’autorizzazione a fidanzarsi con l’impegno che per sposarsi doveva rispettare l’ordine di anzianità. Decisione non condivisa dai genitori che invece volevano che Carmela si sposasse quanto prima sia per alleggerire il loro bilancio familiare sia perché il fidanzato era un buon partito: era figlio unico di una facoltosa famiglia agraria e quindi non aveva problemi a mettere su casa. Ma Tunein era stato deciso, per paura che i genitori si svenassero per fare il corredo a Carmela, cosa che non avrebbe consentito a lui “di comparire” nel caso avesse ottenuto il consenso di qualche ragazza.

Le uniche ferie che la famiglia unita si consentiva era andare a stè four per una decina di giorni quando andavano a mietere il grano verso la metà del mese di giugno in un buon appezzamento di terreno corredato di un casolare dove era possibile soggiornare. Era una tradizione di famiglia che la nonna, Giovanna, ancora proprietaria usufruttuaria del terreno, non voleva interrompere, sebbene Carmela ogni anno opponeva maggiore resistenza perché non voleva separarsi dal mondo per tanti giorni. Questa volta si era convinta facilmente perché il moroso le aveva garantito che sarebbe andata a trovarla.

Pppein, l’attoin, decise la partenza e a Tunein spettava il compito di preparare u traioin per il trasferimento, operazione non facile perché a bordo dovevano salire ben cinque persone più le masserizie e gli attrezzi da lavoro. Per fortuna avevano due cavalli e quindi uno sarebbe stato messo sotto r sdanghe e uno (il più giovane) alla valanzoine. Dovendo partire di notte si assicurò che sotto il traino ci fosse u lamboire che non serviva a illuminare la strada ma a segnalare la loro presenza, se non fosse sufficiente l’abbaiare del cane che sostituiva il moderno clacson. Tra le due assi di legno (le pareti) Tunein ci mise due traverse per far sedere le persone, dietro le quali ci rimase lo spazio essenziale per le vettovaglie.

E cominciava la festa: la campagna si animava di voci, anche i campi vicini erano pieni di persone che si salutavano, cantavano, mangiavano a volte insieme, litigavano magari se mentre vndlavn un po’ di paglia andava a finire nei terreni confinanti. In tutto questo frastuono Tunein diventava sempre più allegro mentre Carmela diventava sempre più triste. Infatti Tunein aveva adocchiato una ragazza (Mariett) che gli piaceva della famiglia confinante e che sembrava rispondesse alle sue occhiate, mentre Carmela con il passare dei giorni non vedeva arrivare il moroso. Solo il quarto giorno nel pomeriggio sentì scoppiettare u scrscioit: era l’annunzio che stava arrivando una sciarrett pulita di tutto punto con sopra il moroso che cominciò a gironzolare nei paraggi per esibire la sciarrett e il cavallo veloce bardato con le guarnizioni tirate a lucido.

Finalmente si avvicina a Carmela, scende e la saluta affettuosamente senza esagerare per la presenza dei genitori di lei. Alla fine la invita a fare “un giretto”: Carmela guarda il padre e salta immediatamente sopra quando si accorge che le ciglia le davano il consenso. Stava il moroso per alzare u scrscioit quando il padre li fulmina: nan v soit arrassann ca vegghia vdaie. Il colpo di avvio fu più lento. Per fortuna che il terreno era disseminato di covoni e la sciarrett rallentava quando si trovava dietro di essi. Il padre, però, forse lo sapeva ma non se ne accorse perché badava a lavorare. Ma non li perdeva d’occhio il fratello che la sera preparò il ricatto: m staich citt c tiue m fè canosc a Mariett (la ragazza che aveva adocchiato). Carmela fu costretta ad accettare e il giorno dopo con una scusa portò Mariett dal fratello la quale fu ben felice di accettare non essendole sfuggite le occhiate dei giorni precedenti.

Tutte le sere cenavano all’aperto con la nonna intenta alla cucina. Ma la sera di san Giovanni volle fare le cose in grande. Nel pomeriggio si mise a fare i cavatelli con le sue mani e mise a cucinare nella pignatta i fagioli rossi. La sera quando tutti erano attorno alla tavola all’aria aperta ecco la nonna uscire pu piatt grann d firrofus stracolmo di pasta e fagioli rossi cotti a fuoco lento, conditi con le erbe di campagna. Messo sul tavolo il piatto toccava al padre condirlo p na craucia d’uggh, qiella sera più abbondante del soliti. Quasi ci fosse stato un comando mentre si gridava auguri tanto da far sentire anche ai casolari vicini, ecco tutti in piedi con i piatti mzzoin in mano in attesa che la nonna con il mestolo versasse l’ambita pietanza. Siccome alla fine ce n’era ancora, la nonna riempie nu salzaridd e dice a Carmela di portarlo a i vicini per un assaggio. Carmela si ribella: è picc, crrò s nana fè chidd ca sond assè. La nonna svelta replica: r sacch, però potn crpè d’ammidie. A questo punto il fratello prende il piattino e alzandosi di scatto disse: fè sciuie a maie ca fazz proim. In realtà sperava in un sorriso d Mariett ma fu sfortunato perché la ragazza proprio in quel momento era dentro per dei servizi. Finita la cena, quasi non bastasse la stanchezza del lavoro, tutti a sentire il solito racconto della nonna: stava una volta una donna sposata mezza fess. La mattina chiese al marito: crrò fazz da mangè? Il marito rispose: sé diue cicr (due ceci). La pavredd mise in un grosso tegame di acqua due ceci a cucinare. Quando pensò che si fossero cotti ne prese uno per assaggiarne il sapore. Al ritorno il marito si vide servire un piatto di brodaglia con un solo cece dentro. Chiese spiegazione alla moglie e la poveretta rspose che sì ne aveva messo due a cucinare ma uno l’aveva mangiato p d’assapr d soil. Il povero marito la tavlscè bella bella. Questa storiella l’aveva raccontata tante volte la nonna, ma l’arricchiva sempre di dettagli e battute diverse (un po’ come fa la televisione oggi con noi) per cui alla fine tutti ridevano o facevano finta di ridere, c nan avevn accmnzoite a scappzzè ed erano andati a dormire.

Finito il raccolto si rientra in paese. Il moroso chiese se poteva venire a prendere Carmela con la sciarrett. Pppein prima disse di no, poi si fece convincere dagli strilli della figlia e diede il consenso a una condizione: la sciarrett doveva seguire il traino, il che era una impresa (come dire che la Ferrari doveva seguire la cinquecento). Il moroso fu costretto ad accettare, non prevedendo un’altra diavoleria di Pppein: sul traino costrinse la nonna a viaggiare seduta di spalle con l’impegno di tenere sott’occhi la coppia. Ma Pppein non aveva calcolato la furbizia delle donne: la nonna una volta partiti fece l’occhiolino alla nipote e ogni tanto girava la testa per consentire alla stessa una qualche intimità.

Tornati alla normalità ogni sera la sciarrett arrivava scoppiettando e si fermava davanti alla casa di Carmela mentre Tunein era costretto ad andare a piedi davanti alla casa di Mariett ad aspettare che uscisse sulla porta per scambiare qualche parola o che Mariett andasse a fare qualche servizio per stringerle furtivamente la mano. La rabbia invidiosa di Tunein saliva e meditava vendetta. Dopo un paio di mesi finalmente i genitori di Mariett diedero il consenso per il fidanzamento ufficiale . Fu quello il momento per togliersi qualche soddisfazione.

Un amico di Tunein teneva uno sciarabbè. Questi, da tempo sollecitato, aveva acconsentito a prestarlo per il fidanzamento ufficiale. Il giorno prima il moroso di Carmela si era offerto di fare due viaggi con la sciarrett per portare tutti alla casa della fidanzata di Tunein, ma questi rifiutò decisamente dicendo con decisione: m r vait ioie.

Ed ecco il giorno dopo tutti vestiti con gli abiti della festa in attesa di Tunein che doveva passarli a prendere: ed ecco un galoppare di cavallo veloce sentirsi di lontano: davanti alla casa di Pppein arriva uno fiammante sciarabbè con Tunein alla guida: la gente accorse a vedere (era un veicolo raro usato per il trasporto pubblico) o si affacciò dalle finestre e balconi: na frstaroie incredibile. Tunein fece salire tutta la famiglia sullo sciarabbè e a passo lento per dare a tutti la possibilità di godersi lo spettacolo si avviò verso il domicilio della fidanzata.

I due cognati diventarono amici e decisero di sposarsi insieme lo stesso giorno: due sciarrett per i fidanzati e due sciarabbè per le famiglie. E vissero (sicuramente) contenti e felici (boh).

domenica 25 Giugno 2017

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Gaetano Campanale
Gaetano Campanale
6 anni fa

Dove si possono trovare questi bellissimi racconti di vita vissuta?