“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
Questo il titolo della serata trascorsa ieri presso la parrocchia Sacro Cuore
di Gesù attinente con il percorso della festa parrocchiale che si sta svolgendo
in queste giornate.
Il fil rouge di questa tre giorni è mostrare come dalle
situazioni di sconfitta può nascere un bene infinitamente superiore, oltre ogni
umana aspettativa, come ha sottolineato il parroco Don Adriano Caricati.
I presenti sono stati condotti in un meraviglioso
viaggio tra le canzoni di Fabrizio De André, un poeta del secolo scorso,
accompagnati dalla musica della band “I Maltesi” e dalle parole di Don Salvatore
Miscio, Assistente regionale del settore Giovani di Azione Cattolica, che al
cantautore genovese ha dedicato un libro “Dio del cielo vienimi a cercare”.
«Il desiderio reale che c’è dietro la scrittura di
questo libro – ci spiega Don Salvatore – è stato il bisogno di confrontarsi con altri
modi di guardare alle cose, con altri mondi che cercano la stessa verità che
cerchiamo noi, lo stesso Dio, lo stesso significato della vita. Fabrizio mi ha
dato la possibilità di fare proprio questo, cioè di capire l’uomo e come nel
suo cuore ci sia sempre la domanda di Dio». Sì, perché De André, nato da una
famiglia borghese, prende le distanze da quel mondo di “benpensanti” che a
causa dei troppi pregiudizi e preconcetti si allontana dalla vita vera a cui danno voce, invece, le sue
canzoni. Smonta la pretesa di ciascuno di noi di avere fretta di giudicare.
Un
esempio per tutti, il più noto, “Bocca di Rosa”, che non è, come si crede, una donna di facili costumi, ma una donna che ama e, arrivando
in un piccolo paesino, con il suo amore travolgente rompe gli schemi, fa
saltare gli equilibri di vite ingessate e incastrate in una non-vita.
«Rispetto
a questo amore restano tutti colpiti, si lasciano mettere in crisi da una persona
che ama veramente, e ciò rende banale ogni classificazione, ogni giudizio, perché
l’amore genera sempre vita, anche se si presenta in forme e modi diversi. L’amore
è sempre sacro». Poi, Don Salvatore fa emergere l’amore di De André per Gesù
Cristo considerato più come figlio dell’uomo che come figlio di Dio, visto come
astratto e troppo lontano, ancora una volta, dalla vita vissuta. Quel Gesù Cristo
da cui ha imparato, come pure dalla pietà che non cede al rancore, che cos’è
veramente l’amore.
Le canzoni di De André hanno accompagnato la crescita di
ognuno di noi e il suo è un mondo di poesia che restituisce umanità agli uomini, “svelando il dubbio che Dio esiste”.