Cultura

​Rocch u vastois

Vincenzo D'Avanzo
Una giornata, un gesto possono riscattare una vita
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Rocco non era stato un ubriacone per vocazione, anzi non beveva e non perché non gli piacesse il vino ma perché non poteva permetterselo. Infatti apparteneva a una famiglia del centro storico che a malapena riusciva a mangiare pane e miseria. Eppure abitava in quello che allora era il centro commerciale della città: piazza la Corte e dintorni. Il problema era che pur essendo un uomo prestante non gli piacevano i lavori pesanti e costanti. Non aveva un mestiere, si adattava a fare di tutto ma per poco tempo. In piazza la Corte si erge un bel palazzotto, nè troppo antico e neppure moderno, che tutti allora chiamavano: U palazz d Fattibbein. Vicino c’era un negozio di vestiti. Al piano strada del palazzo, – circa sessanta anni orsono, – c’erano alcune attività commerciali: un negozio di materiale elettrico, ed anche rivendita di apparecchi radio, con relativo laboratorio di riparazioni annesso. Sul lato opposto, invece, c’era un’azienda di pompe funebri, il cui titolare era Mest Rccard u strpioit. Il relativo magazzino dei lugubri contenitori, occupava buona parte della restante area del palazzo situata in via la Corte. Sulle mura del palazzo c’era un minuscolo ingresso, il quale dava adito ad un monolocale altrettanto minuscolo. All’interno vi dimorava Rocco (u vastois) e la propria famiglia. Non si è mai saputo, e forse mai si saprà, il perché la famiglia di Rocco fosse alquanto sgangherata e piuttosto malandata e non era l’unica. Probabilmente era il contesto sociale fatto di povertà estrema, di condizioniigieniche pessime, di una vita piuttosto arrangiata. Vastois era vivere sopra le righe, senza una regola, alquanto maleducato (quanda vastois stann piure moue! In tutte le categorie sociali). Allora si avvertiva di più il fenomeno perché la vita si svolgeva prevalentemente “in pubblico”: dagli odori si sapeva cosa mangiavi, dalle urla si sapeva cosa succedeva. Ninè, so s’ndiut Lilein vramè pu maroit, c’robb’à scciss? E si metteva in moto il passaparola (che era la radio gratuita) e la notizia girava, girava vera o falsa che fosse e ognuno ci aggiungeva un dettaglio per dimostrare che la sua fonte era informata.

Rocco si prestava ai diversi negozi per servizi vari di facchinaggio accontentandosi di qualche mancia sufficiente per sopravvivere. Però lo faceva cantando e canta oggi e canta domani i negozianti si accorsero che quel mezzo “sfadigato” poteva essere un ottimo banditore. A quel tempo era l’unico mezzo per pubblicizzare i propri prodotti e le offerte. Rocco aveva il vantaggio che non solo possedeva una voce squillante ma riusciva a pronunciare tutte le lettere e quindi la sua pubblicità risultava efficace. La voce si diffuse e quasi tutti volevano la prestazione banditoria di Rocco che compensavano con gli stessi prodotti che pubblicizzava o con qualche mancia. Persino i privati cittadini ricorrevano a lui quando capitava che si perdesse una persona, soprattutto un bambino: “s’ha pers nu mninn pcninn, tein u pagliaccett azzrr i ià biond. Ci ià l’ha vist scess a l uard, cià u trouv u prtass alla cois saup a u carmn vcioine a la fundoin”.

Era così descrittivo che prima o poi il bimbo usciva fuori. Era il tempo in cui trovare un bimbo per strada poteva essere una fortuna per chi non aveva figli. Così diventò un personaggio: perse il nome per diventare per tutti ch’dd ca main u bann. Anche chi alzava spesso la voce veniva zittito: nan sì mnann u bann.

Nel centro storico c’erano diverse bettole (cddoir) dove la sera si riunivano gli uomini per giocare, bere qualche bicchiere di vino e qualche volta anche gustare na brasciulett che a casa non potevano permettersi essendo in tanti a tavola. Una di queste bettole incaricò Rocco di girare per la città per far sapere che la “data bettola” offriva il vino a prezzo ridotto e per dimostrare che era sempre quello buono Rocco si portava appresso un fiaschetto di vino rosso e ad ogni angolo di strada gridava: “a t’tt l crstioin cha pioic r mirr: alla vidd ……… chessa smmoin s venn r mirr mrcoit”. E per dimostrare che il vino era buono tirava un sorso dal fiaschetto. Bevi oggi e bevi domani Rocco si accorse che il vino era buono, che alleggeriva la fatica e lo teneva allegro. Non sempre ragionava? Ma questo non era un problema perché a casa sua non ragionava nemmeno il figlio, un giovanotto belloccio e fisicamente prestante, ma che nei comportamenti aveva preso tutto dal padre. Con la moglie non c’erano problemi: bassa era, tarchiata pure, abbondante assai: era difficile riconoscere in lei una donna, era sempre mentalmente confusa, mai che si potesse interagire con la stessa con un minimo di logica.

La manna per lui furono le prime campagne elettorali quando non sempre i partiti avevano la possibilità di affiggere manifesti per avvisare la gente dei comizi. Ecco allora Rocco presentarsi ai crocicchi delle strade per avvisare gli elettori: “stasair mmezz a la catium stè u cumiz d l cmunist. A ci daur combà?” Gli chiedeva qualcuno. “Né, quann foic a la schiur”, rispondeva lui. L’aspetto importante è che egli riusciva a dare lo stesso calore all’annuncio qualunque fosse il partito.

Capitò una volta che una signora anziana si trovasse ad avere in casa una figlia abbastanza grande ma che non aveva avuto fortuna a trovare marito. Si rivolse allora a Rocco che si vantava di conoscere tutta Andria. Per la verità era vero il contrario ma pure lui aveva avuto modo di conoscere molte persone. La vecchina gli chiese se gli era capitato di conoscere un uomo serio per la figlia: “ma nan ava ess stoit spusoit”. La vecchina in effetti temeva che unoche avesse avuto precedenti esperienze poteva fare paragoni offensivi per la figlia. T”imb ma da deie, t port nu bell’omn”. Fu di parola: dopo qualche settimana diedeprova anche di saper essere delicato. Avvisò la ragazza e la nonna di farsi una passeggiata mmezz a u vaggh dove lavorava presso un venditore di frutta e verdura nu bell uagnaun cha p pnzè a fadghè da giovn nan pnzoiv a r uagnidd. Così fecero: andarono, videro, piacque. Avuto il responso favorevole dalle donne Rocco si trasformò in mzzoin (mediatore). Per la verità l’operaio era stato già allertato che si sarebbe affacciata la vecchia con la ragazza, per cui anche lui quel giorno l’aspettò, la vide, gli piacque. E il matrimonio si fece e Rocco quel giorno si sentì importante. Si fece prestare da un amico la sciarrett, da un negoziante si fece prestare nu vstment, si mise sulla sciarrett i mafieuse andò a prendere la sposa per portarla in chiesa e dopo la cerimonia portò gli sposi in giro facendo na frstaroie con la trmmett che gli serviva per il bando. Una giornata, un gesto possono riscattare una vita. Tutti possono risultare utili nella vita, per quanto sgangherati si possa essere. Anche per questo Rocco non fu mai attinto da atti men che onesti. “Mangioiv nderr, s stscioiv ngudd, ma onest!”

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Da un input di Giuseppe Merafina

domenica 15 Luglio 2018

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michele sergio
michele sergio
5 anni fa

grazie ancora una volta, per i bei ricordi di vite vissute e tradizioni oramai scomparse.

DOMENICO SURIANO
DOMENICO SURIANO
5 anni fa

Un riferimento al periodo storico (nel senso temporale) cui la vicenda si riferisce, avrebbe consentito una maggiore chiarezza al bel racconto! Anni venti, trenta,quaranta, cinquanta…………..buh!.