«Una comunità di artisti, espressionisti di un’arte intima e personale, comunicatori di una propria cultura, creatori di messaggi unici, tutti accomunati da un credo: l’arte permette di essere ovunque, pur restando assolutamente immobili. Stigliano diventa così una finestra sul mondo, il luogo dove ci si può sentire in due, tre, mille posti contemporaneamente e nello stesso tempo a casa, quella casa in cui ognuno può entrare a farvi parte: casa nostra, casa vostra». Questa è l’essenza di appARTEngo, il festival di street art della Basilicata a cui ha preso parte anche l’artist andriese Daniele Geniale che, dopo aver realizzato il murales “De voto” su una palazzina di 4 piani nel quartiere di San Valentino, riflettendo sulla “mercificazione del voto e sulla morte della democrazia”, torna con un nuovo lavoro artistico, realizzato per l’appunto a Stigliano, dal messaggio forte e chiaro “Giocarsi la vita: la morra della sanità”.
«A Stigliano gli abitanti in trent’anni hanno visto ridurre il numero dei reparti di un ospedale che ormai pare essere solo un grande reparto di lungodegenza, costretti a spostarsi nelle strutture più accentrate, rischiando sempre qualcosa in più rispetto a chi l’ospedale ce l’ha “a casa propria”. Questo succede ovunque, in Italia, soprattutto qui al Sud – commenta Geniale – . In tempi di pandemia ho sentito parlare continuamente di guerra al virus, di battaglia da vincere contro un nemico, e mi sono chiesto quale fosse realmente il vero nemico. Possiamo considerare nemico un virus naturale o dobbiamo spostare il punto di vista su noi stessi, sull’uomo in questo sistema?
In un sistema in cui i tagli riducono all’osso le strutture sanitarie pubbliche, basta un evento come l’emergenza Covid-19 a farci riflettere sull’importanza della sanità pubblica. L’idea del profitto che entra nella sfera della salute degli esseri umani è una delle perversioni del sistema capitalista.
Per questo ho immaginato una morra tra chi impone i tagli dall’alto e chi resiste dal basso, facendo il proprio lavoro, magari in condizioni migliori, senza più bisogno di essere rappresentato come eroe. Per una volta, come nella morra – conclude Geniale – sarebbe bello immaginare che il sasso avesse la meglio sulle forbici, la giustizia sull’ineguaglianza».
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