Passa, tra non poche polemiche in consiglio, il nuovo regolamento comunale di disciplina dell’occupazione di suolo pubblico per spazi di ristoro all’aperto, annessi a locali di pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande usualmente definiti “dehors”. Una diatriba è sorta tra coloro che presupponevano che il regolamento comunale in materia dovesse essere preventivamente approvato dalla Sovrintendenza e chi invece dichiarava che tale passaggio fosse inutile in quanto l’art. 21 del regolamento sui Beni Culturali, presuppone che solo l’esecuzione di “opere e lavori di qualunque genere su beni culturali” è subordinata ad autorizzazione del Sovrintendente. Proprio sull’interpretazione della norma in questione si sono scatenate le varie interpretazioni soggettive: Giorgino e l’assessore Matera, assieme al consigliere Di Noia, hanno inteso “opere e lavori” quali pedane o strutture comunque fisse e quindi non removibili alla chiusura dei locali e, pertanto, soggette ad autorizzazioni. Poiché nel centro storico sarà possibile posizionare solo tavoli, sedie e ombrelloni non a postazione fissa, tale autorizzazione viene dunque superata. Dall’altra parte, alcuni consiglieri di maggioranza, Nino Marmo in primis, hanno proposto alcuni emendamenti al fine di semplificare le procedure autorizzative e ridurre i tempi del procedimento: “ottenuta formale condivisione del presente regolamento ai sensi dell’art. 52 dei Beni Culturali, il progetto presentato, qualora risulti conforme a quanto previsto nel regolamento, si terrà autorizzato dalla stessa Sovrintendenza anche ai sensi dell’art. 21, ove necessario, secondo le modalità indicate nel successivo art. 11”.
La maggioranza (17 consiglieri) più il voto della Di Pilato (Fronte Democratico), dunque, 18 voti favorevoli e il voto contrario dei 5 consiglieri del M5S, ha permesso l’approvazione in consiglio comunale del regolamento sui Dehors.
«Era necessario e non più prorogabile: ieri sera è divenuto realtà grazie al voto in Consiglio Comunale. Il regolamento sui dehors, dopo una prima fase di negoziazione e di confronto con le associazioni di categoria e gli ordini professionali del territorio ed un lungo periodo di gestazione, per via della complessità giuridica della materia che richiedeva massima attenzione – al fine di non andare incontro a possibili pregiudizi per gli esercenti- è ufficialmente un atto del Comune di Andria – commenta l’ass. Pierpaolo Matera -. Un regolamento che fa chiarezza sancendo un’autentica svolta nella vicenda che da diversi anni teneva banco in città, sopratutto nei rapporti con la Soprintendenza a cui si è aggiunta la Regione. Il regolamento individua tre ambiti considerata la complessità del tessuto urbano della città ed i diversi valori ambientali, storici e culturali degli spazi pubblici interessati. Per quanto riguarda le caratteristiche costruttive ed i materiali si stabiliscono regole su tavoli, sedie, pedane, elementi di delimitazione, ombrelloni, tende da sole, tettoie, pergolati e gazebo, ma anche su sistemi di riscaldamento e di illuminazione.
Snelliamo così l’iter burocratico agevolando chi vuole fare impresa nella città. Un bel passo in avanti per Andria, un nuovo piccolo grande risultato volto a migliorarne la vivibilità e la fruibilità degli spazi pubblici. Come assessore alle attività produttive che ha seguito l’ultimo iter della vicenda ringrazio chi mi ha preceduto nel ruolo, gli uffici comunali preposti, l’Amministrazione Comunale, la maggioranza consiliare di centrodestra e l’intero consiglio comunale per un dibattito comunque pacato e costruttivo seppure caratterizzato da diverse manifestazioni di voto».