Calcio

L’Andria siamo noi

Antonio Ventola
La Fidelis torna a dire addio alla Serie C dopo tante chiacchiere senza distintivo
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“Bye bye calcio professionistico” scriverebbero su qualche blog. Il cielo è grigio in questo 17 luglio 2018, il day after di un’altra epocale sconfitta della Fidelis Andria. Niente derby perso, niente batoste ricevute sul campo: il “bilancio” è tornato ad essere la vera bestia nera del “pallone” federiciano.

Le 19.01 di ieri, 16 luglio, hanno segnato l’addio di un’altra leonesca maglia azzurra dalla Serie C. A distanza di 5 anni, la piazza andriese torna a confrontarsi con l’angosciante verbo “ripartire”. Risultati sul campo, giovani del vivaio, soldi investiti (valgono anche e soprattutto gli abbonamenti sottoscritti), progetti triennali qualunque, errori, allenatori, tutto ormai dimenticato: ciò che conta è che la lettera C è stata nuovamente depennata dall’alfabeto calcistico biancazzurro. Il tutto dopo un valzer di promesse, di frecciatine, di baggianate e di politica, che piuttosto hanno solo avuto il compito di rendere boccaccesco e deprimente il mese di giugno 2018.

Deprimente, è questo l’aggettivo che più si avvicina allo stato d’animo dei tifosi andriesi, annoiati dall’ennesimo periodo di snervante silenzio, dalle tante chiacchiere accompagnate da sassolini tolti da scarpe vigliacche, da presunti eroi pronti ad urlare il troppo succulente «Ve l’avevo detto io», da crocifissioni eseguite a furor di popolo e sentenziate da tanti Ponzio Pilato della domenica. Il tutto volto a passarsi la bollentissima patata della vergogna, con la speranza di attaccarsi ad una dignità ormai già persa.

Dignità, l’altra parola chiave è questa. Di dignitoso c’è ben poco in questa storia, in questo ennesimo fallimento. Alla fine, nella vita di un essere umano, poter camminare a testa alta è una delle massime aspirazioni. Ma chi siamo noi per giudicare, no? Noi che non siamo stati dentro. Noi che parliamo senza sapere e di pancia. Noi che però non siamo stupidi.

Cosa rimane? Sembrerà strano, ma probabilmente rimane tanto. Si ripartirà, di nuovo, e presto ci saranno aggiornamenti (cordata andriese? Si sta lavorando). Perché quello che veramente importa è la palla che corre sul prato verde. Un vecchio saggio una volta disse: «Vuoi vedere dello sport? Dovresti iniziare ad appassionarti al ping-pong». Ha ragione? Probabilmente la passione di migliaia di persone lo smentisce. Business e politichese potranno aver sostituito i fuorigioco ed i rigori, ma il desiderio della gente sarà sempre e solo uno: palla al centro, 11 contro 11. A prescindere dalla categoria, a prescindere da un tacco al volo o da uno stop sbagliato, a prescindere da quanti soldi prenderà l’attaccante, se la palla finirà in rete lo stadio esulterà ed il mantra sarà sempre e solo uno: «L’Andria siamo noi».

martedì 17 Luglio 2018

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