“Divinità nella Storia, Dio nella Vita”. S’intitola così il saggio scritto da Nicola Montereale, 20enne andriese pubblicato a febbraio scorso dalla casa editrice romana Vertigo.
«Il termine “Divinità” vuole riportare alla mente la concezione antica della trascendenza, ripercorrendo quelli che sono i crocevia della storia; invece, il termine “Dio” ricorda il Dio di Gesù Cristo, il Dio del Cristianesimo, che non rimane rinchiuso nei suoi cieli dorati e seduto sul suo trono per giudicare, ma che, oltre ad entrare nella storia dell’umanità, si affaccia anche nella storia di ciascun uomo, con misericordia e amore».
Queste le parole del giovane scrittore andriese nel commentare la sua opera che a settembre prossimo verrà presentata nella sala conferenze “M. Sgarra” della biblioteca comunale "G. Ceci".
Protagonisti del libro, non solo i credenti, ma anche, e soprattutto, i non credenti: «infatti l’intento è quello di parlare non dell’Ateismo nel Cristianesimo, ma del Cristianesimo nell’Ateismo – sottolinea Nicola -. Non si vuole creare un “duello” tra due concezioni antitetiche, bensì far emergere il “duetto” che ambedue i logoi hanno in sé, quindi cercare di intravedere i punti di incontro di questo meraviglioso binomio».
«Ciascun capitolo contiene spunti di riflessione che spaziano attraverso tutti i campi del sapere umano: da Corazzini a Turoldo, da Seneca a Callimaco, da Feuerbach a Lucio Fontana, dal dialogo su fede e scienza a Beckett, fino a una riflessione sulla “non presenza” di Dio nei campi di sterminio nazisti. Mi auguro che questo saggio aiuti quanti avranno la buona volontà di leggerlo a sperare in qualcuno che ci precede e ci eccede e a ricercare sempre quella verità vera, di cui ogni uomo ha bisogno e di cui ciascuno ha fame, perché – come ci ricorda il poeta francese Victor Hugo – “vi sono momenti in cui qualunque sia l’atteggiamento esteriore del corpo dell’uomo, l’anima è in quel momento in ginocchio” – ha poi concluso l’autore andriese.