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Il rientro di massa a scuola che preoccupa: «Che cosa è cambiato da ottobre?»

Lucia M. M. Olivieri
Genitori e docenti allarmati: «Senza tamponi e potenziamento dei trasporti sarà un gioco al massacro»
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Genitori, docenti e dirigenti allarmati per le dichiarazioni del Governo sull'annunciata totale riapertura delle scuole al 100 per 100 in presenza dal 26 aprile in zona gialla e arancione: «Che cosa è cambiato da ottobre – ci scrive la mamma di un ragazzo che frequenta le superiori – e quali azioni pensano di mettere in campo realmente per la sicurezza? Tamponi non ne abbiamo mai visti, le aule sono sempre quelle, siamo nel pieno della terza ondata in Puglia e manca solo un mese alla fine delle lezioni: che senso ha? Senza tamponi e potenziamento dei trasporti sarà un gioco al massacro».

Sul piatto della bilancia le solite criticità mia risolte: «Ad Andria ci sono già diverse classi in quarantena – dice un docente – e famiglie intere positive. Noi docenti abbiamo ricevuto solo la prima dose di Astrazeneca, e sappiamo che le mascherine chirurgiche fornite dallo Stato servono praticamente a niente. È proprio la fascia di età dei genitori, tra i 30 e i 50 anni, che oggi inoltre risulta la più scoperta dal punto dei vaccini: a che gioco giochiamo? Vorremmo che almeno per una volta le promesse sulla sicurezza non rimanessero solo parole vuote, ma si attuassero protocolli efficaci. La scuola ha bisogno di investimenti concreti, di certezze, non certamente del rimpallo di responsabilità tra le parti politiche».

Si attendono con ansia ora le ultime decisioni a livello governativo e regionale sull'argomento: a La Repubblica sono svelati ulteriori dettagli del piano del governo per il ritorno in classe per un mese in presenza, con continuità. Ingressi in fasce orarie differenti negli edifici scolastici, test a tappeto per rintracciare la positività, scrutini anticipati dal 1° giugno. Il piano sarà presentato alle Regioni a metà settimana. Seguiremo le evoluzioni.

martedì 20 Aprile 2021

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Giovanni Alicino
Giovanni Alicino
3 anni fa

Non è cambiato niente. E non colpevizziamo i ragazzi che andranno a scuola ammassati sui mezzi pubblici.

Maria P.
Maria P.
3 anni fa

Prima di fare commenti da bar sport bisognerebbe verificare se davvero la scuola è un cluster e non piuttosto le famiiglie. E finora nessuna indagine epidemiologica accusa la scuola con dati certi, non impressioni alla Emiliano.