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Mentre a Gaza si muore, il mondo si gira dall’altra parte

la redazione
Un'escalation che, in altri tempi, avrebbe visto in campo le diplomazie e iniziative per evitare che il conflitto a fuoco possa mietere tante vittime
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Mentre il mondo prova a ripartire dopo la guerra, non ancora vinta, contro il Coronavirus, riprende la guerra a Gaza dove Israele ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di fermarsi e di “andare avanti fino a quando sarà necessario”.

Un’escalation che, in altri tempi, avrebbe visto in campo le diplomazie e iniziative per evitare che il conflitto a fuoco possa mietere tante vittime.

In questi giorni, invece, sembra essere calato il silenzio sulla questione che si è ridotta a qualche post sui social “Free Palestine”. Uno slogan ormai svuotato completamente del suo significato e che si utilizza solo per ripulirsi la coscienza restando inermi di fronte a ciò che accade tra la prepotenza di chi (Israele) vorrebbe ridurre a una radura il territorio dello stato di Palestina.

Una guerra che, ormai, dura da 73 anni e che, nella realtà, non “interessa direttamente” uno scontro tra israeliani e palestinesi, ma la fame di conquista di chi governa Israele per “costruire la grande Gerusalemme” capitale del proprio stato a danno dei territori di un popolo privo di qualsiasi diritto.

Il conflitto non si è mai spento ed è stato “alimentato” da quella parte di occidente favorevole alla creazione dello stato di Israele in una terra dove dovrebbero, invece, esserci due stati: quello di Palestina e quello di Israele.

Ed è proprio la voglia di quest’ultimo di prevalere sul primo che spinge Netanyahu e chi lo circonda a imbracciare le armi per conquistare sempre più la Terra che appartiene a un altro popolo disconosciuto da decenni.

Tutto ciò, invece di provocare sdegno da parte del mondo intero, crea indifferenza anche a livello locale dove, proprio in questi giorni, è stato presentato il progetto Enit Israele realizzato in collaborazione con le Città dell’Olio della Puglia e alcune imprese locali. Non era forse meglio rinviare a tempi migliori per dare un segno tangibile di vicinanza al popolo palestinese?

Evidentemente, come spesso accade in qualsiasi parte del mondo, l’interesse economico prevale su quello etico e morale. Se a ciò si aggiunge l’assuefazione da notizie di Coronavirus, allora, il gioco è fatto e la questione che dovrebbe riguardare l’intera umanità si riduce sempre e solo a un misero post sui social “Free Palestine”.

venerdì 14 Maggio 2021

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Franco
Franco
2 anni fa

Grazie alla Redazione per quanto scritto sulla Striscia di Gaza. Ma non è silenzio dei media quello a cui assistiamo ma appoggio e giustificazione del bullismo israeliano e di una guerra sproporzionata, a partire dal numero dei morti.

Marco
Marco
2 anni fa

Però serve anche una rivolta social contro la propaganda pro Israele in tv e sui giornali che dimentica la sproporzione dei morti e delle forze in campo.

ANDRIESE
ANDRIESE
2 anni fa

I palestinesi appoggiati da Hamas non sono i buoni e gli israeliani i cattivi di turno? Quando lo capirete ?

NANNI RICCARDO
NANNI RICCARDO
2 anni fa

Se i palestinesi si decidessero a volere come Israele un trattato per costituire due
Stati sovrani invece di volere buttare a mare Israele,le cose migliorerebbero.Quando nel '48 le N U concessero la costituzione dello stato di Israele a risarcimento della Shoha su una landa deserta.Ipalestinesi intelligenti si accasarono con Israele ,gli altri preferiscono ancora comprare missili ,mantenere il popolo in cattive condizioni per dare la colpa ad Israele. Hamas deve decidersi a far parte di un consesso internazionale non fare terrorismo . Se poi vogliono continuare si ricordino della guerra dei sei giorni. Cinque nazioni contro Israele e persero

Marco
Marco
2 anni fa

Le immagini dell'enorme grattacielo di Gaza in cemento armato fatto venir giù con cariche esplosive alla base ricordano incredibilmente quelle delle Torri Gemelle nel 2001.

Pepposs
Pepposs
2 anni fa

Come si dice la carne dura e il coltello che non taglia. Al mattino diciamo poveri ebrei la sera poveri palestinesi, ma loro di noi se ne frecano . Ora penso che tutti pensiamo ai nostri 130.000 morti nella nostra guerra.

Giuseppe I.
Giuseppe I.
2 anni fa

Penso che gli israeliani dimostrano di avere la memoria corta Nessuno può negare il passato perchè diventa negazionista. Gli israeliani, invece, continuano a sottrarre territori ai palestinesi e
pretendono di essere dalla parte della ragione. Noi invece dimentichiamo che l'ONU ha più volte condannato israele e continuiamo a protestare contro i palestinesi ovvero un popolo di pastori (non guerrafondaio come gli israeliani). Tutto questo alla faccia della verità.

Franco
Franco
2 anni fa

Israele considera la Striscia di Gaza una sorta di prigione a cielo aperto o peggio un poligono di tiro dove scaricare ogni due anni la sua riserva di missili e di bombe. Per poter fare nuovo rifornimento per la “merce” in scadenza”.

Leonardo Guglielmi
Leonardo Guglielmi
2 anni fa

Quello che accade al popolo palestinese, da molti anni, è la politica sporca, violenta e spietata, operata dal governo di Israele, tendente a togliere al popolo palestinese ogni via di sopravvivenza.
Israele si arroga di togliere ai palestinesi il diritto di vivere.