Ritorniamo su un tema molto sentito nelle ultime settimane, che riguarda la presenza dei partner accanto alle mamme che partoriscono (ma non solo). Già più di un mese fa, alcuni ospedali, tra cui il "Miulli" di Acquaviva e il Policlinico di Bari, avevano dato il via libera ai partner accanto alle mamme durante il parto con alcune condizioni. Sarebbe in fase di approvazione un protocollo per sbloccare finalmente l'accesso temporaneo in particolare in ostetricia anche al "Bonomo", di cui però a oggi non si hanno ancora notizie certe dagli uffici Asl Bat.
A scriverci è un futuro papà, ancora una volta, che lamenta la "macchinosità" di questo protocollo soprattutto in un momento storico in cui, fortunatamente, i contagi sono praticamente azzerati a fronte di una "burocrazia" di accesso ai reparti che pregiudica i diritti di mamme e papà. Inoltre sulla questione, nonostante la sua strettissima attualità, è mancato l'interessamento politico locale da parte di tutti gli schieramenti, a far sentire ancora più soli i futuri genitori in questa battaglia.
«In questi giorni – scrive il nostro lettore – è stato redatto un protocollo che consiste nel dare la possibilità ai papà di assistere entrando in sala parto previo un tampone molecolare da effettuare entro e non oltre 48 ore prima presso laboratori accreditati (ad andria c'è solo 1 laboratorio accreditato).
Sembrerebbe un passo in avanti ma non è così, è la solita storia all'italiana dove, esiste una regola ma particolarmente complessa a tal punto da poterla sfruttare limitatamente.
Questa regola presuppone 3 condizioni:
- il bambino non nasca prima della data prevista altrimenti è molto difficile farsi trovare pronti con i risultati di un tampone molecolare;
- escludendo i casi in cui il bambino nasca prima, devi iniziare a investire in tamponi (il che va benissimo essendo una scelta libera che fa la singola famiglia) nella speranza che il parto sia naturale e non cesareo perchè non credo sia possibile accedere a una sala operatorio in nessuna parte del mondo se non sei il paziente o parte dell'equipe;
- infine, l'ultima variabile è che ci sia una sola mamma in sala parto (ricordo che parliamo di sala parto e non sala travaglio perchè quella è off limits) perchè la sala parto può essere condivisa da 2 mamme se entrambe sono pronte a partorire.
Questo non è un protocollo, è una presa in giro, tutto per non tenere gente tra i piedi in reparto per 10 minuti al giorno. Per anni il reparto di ostetricia era affollato di parenti rendendo la situazione realmente invivibile, ma adesso far pagare questo scotto alle famiglie di oggi per situazioni pregresse nascondendosi dietro questo momento storico mi sembra quantomeno ingiusto.
Ad oggi non è ancora possibile fare entrare una sola persona per 10 minuti in un ospedale, nemmeno per una visita, e ricordo che parliamo oggi che siamo in zona bianca, è stato tolto il divieto delle mascherine all'aperto e abbiamo ripreso ad affollare locali, a viaggiare, ad andare allo stadio».