Sono passati poco più di 15 giorni dall’inizio della scuola, che quest’anno ha riservato una novità a tanti studenti delle medie: la settimana corta. Avevamo già registrato una certa contrarietà di alcuni genitori a una decisione che era stata definita imposta dall’alto, non condivisa opportunamente e frutto di un processo affrettato. Solo due scuole medie avevano mantenuto l’orario tradizionale, la “Vittorio Emanuele III-Dante Alighieri” e la “Salvemini”.
Ebbene, l’applicazione pratica della nuova modulazione oraria sta scontentando tanti genitori, di cui abbiamo raccolto le testimonianze.
Ci scrive una mamma: «Abbiamo accolto questa novità con alcune riserve, ma volevamo credere al “vantaggio” di avere i nostri figli a casa il sabato. Purtroppo però la situazione non è affatto rosea: mio figlio torna esausto da scuola, non riusciamo a pranzare insieme perché fanno due merende che spezzano l’appetito e, arrivato a casa, ormai non vuole più mangiare. Poi arriva carico di compiti: non più per 5 materie, ma per 6 al giorno, col risultato che ha dovuto accantonare per il momento le attività extra (il calcio e la musica) perché non si può chiedere così tanto a ragazzini di 12 anni! Non è stato ridotto affatto il carico dei compiti, col risultato di avere dei figli come zombie che girano per casa in settimana».
A queste lamentele se ne aggiungono di specifiche per le scuole con indirizzi particolari, come la musica: «Praticamente mia figlia, un giorno a settimana, fa lezione dalle 8 alle 18 per lo strumento musicale: abbiamo chiesto che almeno fossero alleggerite le attività per il giorno successivo, ma la risposta è stata un’alzata di spalle seguita dalla constatazione di non poter imporre ai professori quanti compiti assegnare e quando interrogare o spiegare. E così mia figlia non riesce neppure a stare al passo con le materie, perché quando torna dopo 10 ore passate a scuola non ha la concentrazione necessaria per passare altro tempo sui libri».
Queste sono solo alcune delle lamentele giunte in redazione: oltre ai genitori, anche tra i docenti comincia a serpeggiare il malcontento, perché la qualità dell’insegnamento alle ultime ore, con ragazzi ancora troppo piccoli per gestire un carico di lavoro forse eccessivamente impegnativo, cala inevitabilmente.
Ha creato, infine, un caso la decisione del Tar del Lazio di accogliere il ricorso di numerose famiglie contro la scelta del consiglio d’istituto di un Liceo romano che a maggioranza aveva stabilito di ridurre a cinque i giorni di presenza scolastica degli studenti. Alcuni genitori andriesi starebbero considerando l’ipotesi di ricorrere al tribunale amministrativo per impugnare la decisione degli istituti scolastici che hanno adottato il compattamento dell’orario scolastico.
Ricordiamo che a giugno scorso uno spiraglio era stato lasciato: la possibilità di tornare “indietro” qualora ci si rendesse conto, alla fine di questo anno scolastico, che la settimana corta sia poco funzionale alla didattica. Seguiremo l’evolversi della vicenda.
Diamogli degli integratori, vita sana, ossigeniamogli il cervello e prepariamo noi e loro al fatto che avranno una esistenza ben diversa dalla nostra.
manca ancora l'ultima amara verità, non riferita; e cioè che alcuni genitori il sabato non vogliono “tra le balle” i propri figli.
La realtà è che i nostri figli sono considerati NUMERI e non STUDENTI. Questa è la guerra dei numeri punto e basta. Quando toccherà fare le iscrizioni alla scuola media (gennaio 2018) i genitori di V elementare ricordino che la settimana corta: 1) disgrega le famiglie (fa pranzare le famiglie alle 14.30); 2) ritarda e/o impedisce lo svolgimento di attività (palestre attività sportive, scuole musica… etc); 3) i ragazzi terminano più tardi lo svolgimento dei compiti; 4) a scuola l'attenzione non permette la piena partecipazione a scapito della formazione (i ragazzi si stancano.. immaginiamo i mesi di aprile, maggio e giugno); 5) il sabato è una giornata persa (si svegliano tardi e passano la giornata a giocare co play station, smartphone etc). Scusate ma a chi giova la settimana corta???
Giova solo ai dirigenti…scelta obbligata per non perdere le iscrizioni! Ricordatelo genitori, ricordatelo… i nostri figli SONO SOLO NUMERI! Non vedo prese di posizione di alcun dirigente scolastico, di associazioni di genitori… ma dove siete? Questa purtroppo è la nostra scuola… in cui decide solo una persona e basta!
Michele sono d'accordo con te.
PAROLE SANTE.
I dirigenti scolastici si sono solo sistemati le loro faccende fregandosene dei ragazzi.
Sai il sabato mattina è comodo andare a fare spese come anche andarsi a fare un weekend.
Lo scopo della scuola, CARI DIRIGENTI, è L' ISTRUZIONE e non la DISTRUZIONE dei nostri ragazzi.
Pensateci bene in quanto anche voi siete genitori e ci tenete al rendimento dei vostri ragazzi! O no!
I malumori appartengono ai genitori a cui la decisione non sta bene. A quelli che non dicono nulla , la scelta della settimana corta aggrada. Gli interessi sono contrapposti, è evidente. E una decisione fondata sulla maggioranza dei genitori sarebbe opponibile dinanzi al Tar da parte degli altri che non sono d'accordo. Ergo, la decisione spetta al Dirigente. Ai genitori dissenzienti , il diritto di iscriverli ad altra scuola.
Io preferisco la settimana corta. I ragazzi hanno un giorno in più per riposarsi.
ripeto! a molti genitori la presenza dei figli il sabato gli è di disturbo. Preferiscono parcheggiarli a scuola.
Ci sono scuole elementari che hanno adottato la settimana corta ,già da diverso tempo, e nessuno ha contestato Inoltre alle superiori gli orari compreso il sabato sono di. 5. e 6 ore
Il problema è che i genitori di oggi sanno solo difendere i ragazzi a spara tratta e ad interessarsi di cose che a loro non compete ,fanno i saputelli quando non hanno le capacità. Invece di provvedere all'educazione e ai comportamenti che hanno in classe nei confronti degli insegnanti e dei loro compagni.
Noi genitori possiamo discutere quanto ci pare, ma non credo che il nostro malcontento ci porti ad una soluzione, in quanto non credo che i dirigenti siano disposti a tornare sui loro passi. Noi italiani probabilmente ci siamo così abituati a sottostare alle decisioni che ci vengono imposte dall'alto che non abbiamo neanche la voglia di opporci, tant'è che alla mia proposta ad alcuni genitori di far astenere i propri figli dalle lezioni a scuola, anziché essere appoggiata, mi hanno risposto: “non vale la pena tanto non concludiamo nulla”.A queste parole io mi arrendo poiché le guerre si vincono in massa, ma a quanto pare alla massa piace dire sempre di sì.
Se il Dirigente ha adottato la settimana corta senza previa decisione in tal senso del Consiglio d'Istituto, di cui fanno parte anche i rappresentanti dei genitori, l'atto contiene profili di illegittimità per il cui riconoscimento occorre fare ricorso al Tar. Se i genitori sono tanti, la spesa non è eccessiva. Se arbitrio c'è stato, ci sono le procedure per eliminarlo.
Fateli lavorare così si abituano… Adesso capisco perché a questi ragazzi piace solo divertirsi e non lavorare… sono i genitori che non sanno più educare…. ma andate a cacarè. .. che mi tocca leggere si stancano!!
A cosa serve la settimana corta in un mondo globalizzato dove si chiede ai lavoratori di lavorare anche di domenica. Per me sono sacche di privilegiati che se la cantano e se la suonano come vogliono loro. Per le famiglie solo problemi legati al fatto che ormai non si
ha piu' una regolarità legata agli orari. E' vero arrivano stanchi, non riescono a fare altre attività e il sabato per chi lavora è un problema gestirli. Carissimi professori e dirigenti sappiate che esiste gente che lavora oltre al sabato anche la domenica. Cio' che state creando vi si rivoltera' contro, anche i vostri figli avranno lo stesso trattamento. State riuscendo a distruggere quel poco di buono che vi è ancora. Meditate gente.