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Il Questore Fusiello: «Onorata di far parte della comunità andriese»

Sabino Liso
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Intervista al Questore Isabella Fusiello
Da circa due mesi alla guida della Questura di Trieste, andriese doc, la dirigente Isabella Fusiello parla di sicurezza e di Andria
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A circa due mesi dalla sua nomina presso la Questura di Trieste, incontriamo, per una breve intervista presso la nostra redazione, il questore Isabella Fusiello. Ad Andria per le vacanze, abbiamo avuto l’onore e il piacere di incontrarla per parlare di sicurezza e non solo.

Del suo ricco curriculum abbiamo già avuto modo di parlare nel nostro precedente articolo in cui ci complimentavamo per il suo nuovo incarico. Il Questore Fusiello, con una laurea in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Bari, è dal 1985 nell’Amministrazione della Pubblica sicurezza in qualità di commissario della Polizia di Stato. Ha ricoperto il primo incarico presso la Scuola CAIPS di Abbasanta per poi essere assegnata alla Questura di Nuoro. Nel 1989 è stata trasferita alla Questura di Bologna con incarico di dirigente dell’Ufficio Immigrazione sino al novembre 2002. Grazie all’esperienza maturata a Bologna è stata successivamente chiamata a dirigere la Divisione stranieri presso il Dipartimento della P.S. a Roma. Dopo il corso di formazione dirigenziale ha ricoperto diversi incarichi dirigenziali sino a giungere a Trieste.

Una carriera fatta con passione su cui non pesano le grandi rinunce e i sacrifici che la dott.ssa Fusiello, in qualità di donna, ha dovuto sopportare, «grazie anche al continuo supporto del mio compagno e della mia famiglia, che mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte». In effetti, si possono contare sulle dita di una mano le donne che hanno raggiunto funzioni apicali in Italia.

Al Questore Fusiello chiediamo un primo bilancio di questa sua nuova esperienza: «Un bilancio estremamente positivo. Trieste è una città che si affaccia sul mare. Non mancano i problemi di criminalità comune e quelli legati alle migrazioni. Trieste è territorio di frontiera: è da lì che tentano di uscire i migranti mentre al Sud tentano di entrare».

Non potevamo non chiederle come ha trovato Andria: «Ho trovato una città molto viva e ritengo che la chiusura al traffico cittadino di alcune zone abbia favorito la vivibilità del centro».

A questo però, concordiamo entrambi, va aggiunto un adeguato controllo e una serie di attività che distolgano i giovani da alcool e droga: serve la collaborazione tra Istituzioni, che devono dare un indirizzo politico, e Forze dell’Ordine, per far vivere al centro storico una stagione felice, lontana dalle polemiche che invece, quotidianamente, lo investono al giorno d’oggi.

Sempre pronta ad affrontare nuove sfide, non esclude un suo possibile ritorno nel nostro territorio, magari alla gestione del capoluogo, qualora il Capo della Polizia lo riterrà opportuno.

Una andriese illustre, dunque, che porta alla nostra città orgoglio e fama in una parte d’Italia lontana eppure idealmente vicina.

mercoledì 3 Gennaio 2018

(modifica il 3 Agosto 2022, 20:20)

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