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Ha gastmoit!

Vincenzo D'Avanzo
Giocare con i religiosi ma mai con la religione degli andriesi
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Quella sera Giuseppe chiese al padre se potevano uscire insieme: aveva voglia di un gelato. Il padre doveva andare a un comizio e non voleva portarlo con sé perché Giuseppe aveva nove anni e i comizi allora non sempre erano tranquilli. Quello poi si preannunciava abbastanza violento perché mancavano solo 15 giorni alle elezioni amministrative fissate al 25 di maggio 1952 e oratore era un comunista forestiero che non sapeva nulla di Andria. Alla fine la spuntò il ragazzo aiutato dalla mamma che voleva approfittare per rendere visita alla mamma del marito e farle un po’ di servizi. Era usanza (allora) che le nuore dessero prova delle loro capacità aiutando le suocere nei servizi e le suocere, gentili, ne approfittavano per lasciare ad esse i lavori più pesanti. Il papà di Giuseppe approvò questo gesto della moglie e acconsentì a portarsi il bambino.

Il padre era vestito di tutto punto con giacca e cravatta, nessuna delle due nuovissima, ma la giacca serviva soprattutto per mettere nel taschino il fazzoletto rosso. Anche Giuseppe fu vestito con la giacca, ma quando chiese il fazzoletto rosso la madre rispose che i bambini non dovevano portarlo, perché Gesù non voleva. Il bambino non capì e il padre non interferì: l’intesa tra marito e moglie era che alla educazione dovesse sovrintendere la madre. E la madre era tutta casa e chiesa. Parecchie volte aveva cercato di trascinare il marito ma questi era inflessibile: niente chiesa perché Dio non doveva fare i padroni ricchi e i lavoratori poveri. Proprio quell’anno, su insistenza della moglie, il parroco accettò di andare a benedire la casa (rito che si svolgeva subito dopo Pasqua con l’acqua benedetta quella notte) di sera per poter incontrare anche il marito. Il marito pazientò ad aspettarlo, fu cortese nel riceverlo, fu generoso nella offerta ma al momento del rito si appartò in silenzio. E proprio mentre il sacerdote si trasferiva in cucina la moglie vide che pur girato di spalle, il marito si fece un veloce segno di croce. Non disse niente la signora e non ne parlò nemmeno gli altri giorni ma al rosario che recitava in chiesa inserì un pater ave e gloria per la conversione degli uomini “cattivi”.

Quella sera Giuseppe era contento di uscire con il padre e non si accorse che invece questi era preoccupato: stringeva forte la mano del piccolo e arrivato in piazza Catuma prima si mise nel taschino il fazzoletto rosso per andare il più possibile vicino al palco, ma poi, temendo il peggio, con la scusa che il piccolo doveva fare la pipì, si allontanò andando a mettersi alla punta della piazza verso Porta Castello dove c’era uno schieramento di Carabinieri, pronto a scappare se necessario. Rimase con il fazzoletto nel taschino fino a quando cominciò il comizio resistendo alla tentazione dei compagni che lo volevano più avanti: vi raggiungo, sto aspettando mia moglie che deve prendersi il piccolo, diceva evitando che Giuseppe sentisse. Iniziato il comizio pensò bene di nascondere il fazzoletto: era più sicuro in caso di fuggi fuggi.

Piazza Catuma era stracolma ed erano tutti uomini, l’oratore forestiero cominciò a urlare: non si capiva molto ma era evidente che ce l’aveva con il mondo intero. Poi cominciò a parlare di Andria: molti dirigenti comunisti temevano una perdita di consensi, avendo retto l’amministrazione negli ultimi cinque anni tra tumulti e polemiche. Attaccò violentemente gli agrari e la DC che li sosteneva. Gli applausi crescevano man mano che alzava il tono della voce, fino a quando cominciò a parlare della Chiesa e dei preti che facevano propaganda a favore della DC. A un certo momento però la lingua non obbedì al cervello e gli scappò una volgare bestemmia contro la Madonna e suo Figlio. In piazza calò il silenzio, il papà di Giuseppe capì che la situazione può precipitare, anche perché, come sempre accadeva, sotto la sede della DC c’era un gruppo di attivisti che, in caso di parapiglia, poteva determinare scontri. Strinse il bambino a sé e lo trascinò subito via. All’inizio non si rese conto che il bambino piangeva, ma una volta allontanatosi gli chiese spiegazioni e Giuseppe rispose: babbo, perché quell’uomo ha fatto piangere la Madonnina? Il padre non seppe rispondere, balbettò qualcosa che il piccolo non comprese. Fu la mamma, appena a casa, che lo prese in braccio e gli spiegò che quell’uomo era arrabbiato: quante volte papà torna arrabbiato e se la prende con me? Così fanno gli uomini. E invitò il bambino a dire una preghiera alla Madonnina così Lei sarebbe stata contenta.

Quella sera in piazza Catuma non successe niente: la Polizia e i Carabinieri, distribuiti nei punti strategici, impedirono ogni movimento soprattutto alla fine del comizio, per cui tutti poterono lasciare la piazza in maniera ordinata, anche se con i musoni. Cominciò a serpeggiare la convinzione che quella sera il PCI aveva perso le elezioni ad Andria. L’oratore non sapeva che al popolo andriese puoi toccargli tutto, ma non la Madonna, alla quale sono affezionati tutti, anche quelli che non credono. La processione dell’Altomare ne è la dimostrazione.

Cominciò una settimana intensa: tutte le parrocchie si mobilitarono a organizzare cerimonie riparatrici. In mancanza del vescovo, essendo morto da poco mons. Di Donna, fu il vicario generale mons. De Fidio a organizzare una imponente manifestazione cittadina. Tutto per il 18 maggio, a una settimana esatta dalle votazioni. L’organizzazione fu capillare: le piazze del centro storico furono indicate per i raduni delle varie organizzazioni, ordini religiosi, clero e popolo, tutti regolarmente in divisa e paramenti solenni. Il corteo partì dalla chiesa di san Nicola perché lì si trovava occasionalmente l’immagine del santissimo Salvatore in quel periodo in pellegrinaggio proprio in quella parrocchia. Quando si dispiegò tutto il corteo non sembrava una processione ma una imponente parata, una moltitudine di giovani dell’azione cattolica a piedi e in bicicletta sorvegliava e dirigeva il tutto: la religiosità si manifestava attraverso l’intensa partecipazione alle preghiere diffuse dagli altoparlanti.

Anche Giuseppe quella sera volle esserci. Si vestì di nuovo come la sera del comizio, solo che questa volta la mamma gli mise a tracolla la fascia bianca dell’azione cattolica. Allora si accorse che il padre non si era vestito e chiese perché non andava insieme. Il padre non si aspettava la domanda e non gli venne in mente alcuna risposta. Alla fine promise al figlio che lo avrebbe raggiunto dopo. Il posto di Giuseppe fu in mezzo al gruppo dei ragazzi della sua parrocchia, sotto l’occhio vigile della mamma. Quando vide tutti i partecipanti con ceri e candele accesi volle anche lui portare la candela, ma la mamma gli disse che ai bambini era proibito. Giuseppe disse alla mamma che la portava spenta e l’avrebbe accesa solo all’arrivo del padre. Allora la mamma lo riprese con sé e gli diede la sua candela. Giuseppe si mise a cantare a squarciagola quando si cantava, pregava ad alta voce quando si pregava. Voleva che la Madonna distinguesse la sua voce e non si adombrasse se mancava quella del papà. Lungo la strada tutti i balconi erano addobbati con coperte di seta o quanto di meglio si avesse e dagli stessi scendevano petali di rose multicolori che proprio a maggio avevano arricchito i giardini e le campagne. Giuseppe procedeva impettito inciampando spesso perché gli occhi erano una girandola da un balcone all’altro e lungo i volti delle persone assiepate ai lati della processione. Fu all’ingresso di piazza Catuma che vide il padre: Giuseppe lasciò la mano della mamma e scappò dal padre, gli diede la mano e lo trascinò nella fila vicino alla mamma, gli diede la sua candela che il padre accese subito. Alla fine della processione si avvicinò loro il parroco che si complimentò con il padre per aver accontentato il figlio. Fu la volta che il padre, sempre sicuro di se, entrò in crisi farfugliando qualcosa che nessuno capì. Il sacerdote gli si avvicinò e poggiando la mano sulla spalla gli disse: Dio non ha creato il ricco e il povero perché siamo nati tutti nudi, sono gli uomini che si sono preoccupati di accaparrare i beni, anche quando non servono. Però alla fine tutti nudi ci presenteremo da lui e allora ne vedremo delle belle. Era ancora confuso per le parole del prete quando si avvicinarono due responsabili della sua cellula: crrò stè a fè doue? Gli chiesero a muso duro. Dopo un attimo di imbarazzo rispose: idd nan avoiva gastmè, stevn r criatiure.
È rasciaun
, risposero i due andando via.

Quanto tutto questo abbia influito sull’esito del voto non è possibile immaginarlo. Il risultato tuttavia fu favorevole alla democrazia cristiana che vinse con 23 seggi su 40 (+17% sulle precedenti del 1946) mentre il PCI si fermò a 12 seggi. Da allora i comunisti andriesi impararono a giocare con i religiosi ma a non toccare mai la religione e soprattutto non cantarono più una canzone in voga nel primo dopoguerra:

Da la pedd d r bzzouch

Ama fè l fòdere a r pstoul (pistole)

Da la pedd d l privete

Amma fè l fòdere a r skeppitt (fucili)

domenica 14 Gennaio 2018

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