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Una risata per educare alla felicità

La Redazione
Gli alunni, guidati dall'insegnante Mariella Rinaldi, leader di yoga della risata, hanno avuto la possibilità, passo dopo passo, di interiorizzare il valore della risata incondizionata
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Puntare al benessere di alunni, docenti e genitori e permettere “il ricongiungimento della triade educativa” è stata una missione possibile per il 3° Circolo “Riccardo Cotugno”.

In questi mesi gli alunni della IV D, guidati dall’insegnante Mariella Rinaldi (leader di yoga della risata), hanno avuto la possibilità, passo dopo passo, di interiorizzare il valore della risata incondizionata e le basi scientifiche su cui si fonda la pratica.

A conclusione del progetto, si è svolta una speciale sessione in cui genitori, figli e docenti di classe hanno sperimentato insieme il potere della risata. Fondamentale per la buona riuscita del percorso è stata la sinergia che si è creata fra gli stessi docenti.

Qualcuno potrebbe chiedersi perché praticare lo Yoga della Risata?

La motivazione è legata al fatto che per innescare l’attivazione degli ormoni della felicità nel nostro corpo è necessario praticare la risata per 15/20 minuti di seguito. Poiché in una situazione spontanea difficilmente si può ridere per un così lungo tempo, lo Yoga della Risata unisce ad esercizi di risata la respirazione diaframmatica tipica dello Yoga tradizionale.

La pratica non ha alcuna connessione con la filosofia o i principi religiosi, ma è un puro esercizio fisico che fa bene al corpo e alla mente ed ha delle importanti ricadute sulle relazioni sociali.

Questi aspetti sono stati colti dai genitori. Una mamma, che ha partecipato alla lezione conclusiva del percorso, ha definito l’esperienza “una carica di ottimismo e gioia” e ripensando, a poche ore di distanza, alle sensazioni provate si è espressa con queste parole: “Ridono gli occhi, le guance, le mani, il corpo, ma soprattutto ride il cuore!!! È coinvolgente…e ti senti libera di volare…di affrontare con una marcia in più la tua giornata!!”

Ogni sessione ha avuto come filo conduttore una parola speciale: gioia, desiderio, felicità, meraviglia, risveglio. Attorno a queste parole si sono svolti gli esercizi di risata, i giochi, le danze e il rilassamento finale. Durante questo percorso molta importanza è stata data alla condivisione finale: in poche parole bisognava rispondere alla domanda: “Come mi sento in questo momento?” E qui sono avvenute meravigliose magie, fatte di sguardi sereni, calmi, rilassati e colmi di gratitudine. Le stesse emozioni si sono librate nell’auditorium mercoledì mattina: sorrisi, balli, conversazioni usando il linguaggio del non sense, esercizi di rilassamento, abbracci e lacrime liberatorie.

Un’esperienza che continuerà a produrre effetti benefici nel tempo che ha contribuito, nell’ottica della formazione integrale del futuro cittadino, a “ricongiungere la triade educativa” come spiega Lucia Suriano nel suo libro “Educare alla Felicità”.

lunedì 19 Febbraio 2018

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