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Lavoro, nella provincia Bat aumentano gli occupati più che nel resto della Puglia

La Redazione
Sono cresciuti di 2.500 unità e sono passati da 109,3 mila a 111,8 mila unità
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L’ISTAT ha diffuso martedì scorso i dati sul mercato del lavoro relativi al consuntivo del 2017, articolati su base territoriale regionale e provinciale.

Ecco l’analisi a firma di Emmanuele Daluiso, Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles e Membro dell’AISRE (Associazione Italiana di Scienze Regionali):

«Il quadro che emerge è sostanzialmente positivo e conferma la ripresa in atto anche in Italia, dove l’occupazione nel 2017 è cresciuta del +1,2%. La ripresa ha interessato anche la BAT con un +2,3%, mentre la Puglia nel suo complesso ha registrato solo un +0,3%.

Tuttavia, come diremo, il quadro del mercato del lavoro resta critico soprattutto per la perdita di occupazione nel settore primario e industriale e per un tasso di disoccupazione giovanile che resta molto elevato.

Vediamo nel dettaglio i dati ISTAT da noi rielaborati.

L’occupazione
Il 2017 è stato un anno positivo per il mercato del lavoro provinciale, in linea con il trend nazionale.

Gli occupati nella BAT sono cresciuti di 2.500 unità e sono passati da 109,3 mila a 111,8 mila unità, registrando così una crescita del +2,3%, rispetto al +1,2% della media nazionale.

Questo risultato positivo è avvenuto in un contesto regionale che ha visto una crescita di occupazione di appena 3,8 mila unità, come saldo di una diminuzione di occupati, che ha interessato Foggia (-10,8 mila unità), Lecce (-5,2 mila) e Taranto (-1,7 mila) e un incremento di occupazione che ha interessato, oltre la BAT, Bari (+18,5 mila) e Brindisi (+0,6 mila).

La crescita di occupazione della BAT è stato il risultato di due dinamiche opposte: da una parte è cresciuta l’occupazione nei servizi (+14,2%), dall’altro è diminuita l’occupazione nel settore primario (-27,5%) e nel settore industriale (-13,7%).

La distribuzione dell’occupazione nei vari settori vede ora la forte concentrazione nei servizi, che totalizzano oltre il 71% dell’occupazione complessiva provinciale. Il settore industriale si ferma la 20%, contro il 26% della media nazionale e il settore primario conta l’8% rispetto al 3,8% della media nazionale.

La gran parte dell’occupazione è di sesso maschile con 75,1 mila unità, contro appena 36,7 mila di occupati di sesso femminile. Comunque, il 2017 ha visto crescere l’occupazione femminile (+4,6 mila unità) e diminuire quella maschile (-2,1 mila).

Complessivamente il tasso di occupazione è passato dal 41% al 42,4%, ma resta largamente insufficiente se paragonato alla media nazionale (58%) e ancor più a quello delle Nord Italia (66,7%).

La mappa delle province italiane per tasso di occupazione mette in rilievo la forte divaricazione fra il Centro-Nord e il Mezzogiorno.

La disoccupazione
Con la crescita dell’occupazione la BAT ha visto diminuire il tasso di disoccupazione che si è attestato poco sotto il 18%, contro l’11,2% della media nazionale e il 6,9% del Nord Italia.

Anche il tasso di disoccupazione mostra la forte divaricazione territoriale tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno: mediamente il Mezzogiorno ha un tasso di disoccupazione di circa tre volte quello del Nord Italia.

Particolarmente grave rimane la situazione della disoccupazione giovanile che nel Mezzogiorno supera ancora il 50% rispetto al 24% del Nord Italia.

Nella BAT il tasso di disoccupazione giovanile mostra un valore più contenuto (41,4%), ma in aumento rispetto al 2016. Tra il 2014 e il 2015 la BAT aveva registrato un tasso di disoccupazione giovanile ben sopra il 50%. Considerato che l’incremento di occupazione rispetto al 2014 è stato molto limitato, è evidente che la discesa del tasso di disoccupazione giovanile, come anche quello più generale, è da addebitare al fatto che molti giovani abbiano rinunciato a trovare lavoro o sono emigrati al nord o all’estero.

L’inattività
L’indicatore più affidabile per valutare lo stato di salute del mercato del lavoro è quello del tasso di inattività, che registra la quantità di persone inattive. Tra queste ci sono anziani, bambini e giovani che non hanno raggiunto i 15 anni di età, ma vi sono anche persone che pur essendo in età attiva (15-64 anni) non si affacciano sul mercato del lavoro.

Il tasso di inattività della BAT, con riferimento alla classe di età 15-64 anni, in questi ultimi anni ha registrato qualche segnale di miglioramento, ma resta comunque intorno al 50%, contro il 34% della media nazionale e il 28% del Nord Italia.

Conclusioni e prospettive
Quindi, in conclusione, per quanto il mercato del lavoro abbia registrato qualche segnale di miglioramento nel corso del 2017, la situazione rimane sicuramente critica. Il tasso di inattività esprime pienamente tale situazione, così come i tassi di occupazione e di disoccupazione, che pur migliorando restano lontani dalle rispettive medie nazionali.

Particolarmente critica, come abbiamo visto, è la situazione dei settori primario e industriale che complessivamente hanno perso nel corso del 2017 oltre sette mila posti di lavoro, settori che hanno parzialmente resistito solo per le buone performance registrate sui mercati internazionali.

Una ripresa più sostanziosa dei settori primario e industriale rimane dunque la grande sfida per l’economia della BAT, una sfida che può essere vinta solo se il mondo imprenditoriale e sindacale, con il sostegno delle istituzioni, riescono a tracciare una strategia futura che punti molto sui settori a più alto valore aggiunto che possono creare anche occupazione».

sabato 17 Marzo 2018

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