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Centro storico in decrescita progressiva, Montaruli: «Manca un piano di educazione urbana»

La Redazione
«Lasciare tutto alla spontaneità, al caso ed al tira a campare ha determinato quella decrescita che non è solo di natura economica ma anche sociale e civile»
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Le stime sono chiare e parlano di una decrescita in termini di appeal, di attrattiva e di quelle che erano le potenzialità del centro storico di Andria, che continua a mostrare tutti i suoi lati deboli di natura strutturale, causati dalla pressoché assenza di una visione, di una programmazione e soprattutto di un Piano Educativo che fosse innanzitutto rivolto all’intera città. Una città, quella di Andria, in palese sofferenza in ogni suo luogo, in ogni suo quartiere.

Un’analisi dura ma reale quella del Presidente dell’Associazione di volontariato andriese “Io Ci Sono!”, Savino Montaruli, che aggiunge: «L’ultimo quindicennio è stato disastroso per questa città; un declino progressivo che ha vanificato le naturali propensioni di una Comunità che, al contrario della politica inefficiente e distratta, ha fatto comunque la sua parte, con alti e bassi ma con desiderio di contribuire allo sviluppo ed al Progresso di un contesto urbano con enormi potenzialità. Dal punto di vista sociale l’impegno del mondo associativo va riconosciuto così come va riconosciuto il senso di identità di giovani imprenditori che hanno continuato ad investire in talune aree, consapevoli che un modo per trattenere in città i nostri giovani doveva pur esserci.

Il ruolo di alcune Associazioni di Categoria, quella non politicizzate e non asservite, è stato altresì importante con contributi in termini progettuali di cui, purtroppo, quella politica sciattona non ha voluto tenere conto, sempre in cerca del rapporto interpersonale e della propaganda politica fine a se stessa, abbassando progressivamente i livelli di “qualità” della città. Una politica che, al contrario di quanto chiedeva la Comunità, si è arroccata in personalismi trascurando un particolare importante cioè che per avviare e concludere progetti di largo respiro, ispirati al bene comune e soprattutto strutturali c’era e c’è bisogno di competenze e di volontà e non di complicità anche nel far nulla, come di fatto è accaduto ad Andria.

Lasciare tutto alla spontaneità, al caso ed al tira a campare ha determinato quella decrescita che non è solo di natura economica ma anche sociale e civile. Una città priva delle minime forme regolamentari in materia di commercio, di organizzazione degli spazi e soprattutto gestionali. Assenze ataviche che hanno consentito l’abuso della provvisorietà quindi una condizione di precarietà in assenza di regole certe che forse ha fatto bene al politico populista in cerca di consenso ma non ha certamente fatto bene alla città ed ai suoi imprenditori intraprendenti. Molti, moltissimi sono scappati via e tanti di più in questa città non ci sono mai arrivati, non hanno mai investito.

Una politica autolesionista che ha spesso messo le persone sbagliate ai posti giusti con la conseguenza che hanno vanificato i patrimoni storici di questa Comunità: l’Agricoltura, l’Artigianato, i Servizi, il Commercio, l’Edilizia e soprattutto il Turismo quasi avversato per timore dello “straniero” che non si sa come accogliere. Uno sfacelo progressivo che ora vede ancor più vicino il baratro derivante da ulteriori improvvisazioni che si vorrebbero attuare in un centro storico che continua ad essere considerata una “proprietà privata” o esclusiva e non un patrimonio della città. Volontà e Capacità: se solo ci fossero perlomeno queste due basi imprescindibili sicuramente staremmo tutti molto meglio invece di vederci ogni giorno sorpassare su tutte le corsie senza alcuna possibilità di ripresa per un’auto che da anni viaggia senza pilota e senza benzina quindi in decelerazione, con la conseguenza che quella macchina ormai obsoleta ed in panne si fermi da un momento all’altro. Il preavviso è già pervenuto, da tempo», ha concluso Montaruli.

venerdì 18 Maggio 2018

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