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Mensa scolastica, il piatto piange

La Redazione
Stessa sorte dovrebbe toccare all'assistenza scolastica specialistica per gli alunni disabili: il servizio, che aveva già subito sforbiciate nel numero di ore negli scorsi anni, dovrebbe essere sospeso
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Che il servizio di mensa scolastica creasse difficoltà al Comune di Andria lo si era capito già un anno fa quando, per ironia della sorte, Antonio Nespoli aveva sollevato la questione della famosa delibera di Giunta che riduceva la fornitura. Nel frattempo la Giunta è cambiata, lo stesso Nespoli ieri ha presieduto la IV commissione consiliare che si è occupata dell’argomento, ma ironicamente “il piatto piange”.

Ricostruiamo gli ultimi passaggi: come per altri servizi, anche il bando per la mensa scolastica va rinnovato. Durante i lavori della commissione, ieri, è emerso che il dirigente e gli uffici preposti avrebbero espletato le loro funzioni depositando il bando a giugno scorso presso l’ufficio di gabinetto del sindaco. Da allora il bando giace silente: l’Assessore Grumo ha chiesto 10-15 giorni di tempo per capire eventuali passaggi ma ormai, al 14 settembre e a scuola già iniziata, è davvero difficile che il servizio mensa parta in tempi ragionevoli, considerando che normalmente – a meno che non si proceda in una maniera a noi sconosciuta – per espletare un bando ci vogliono almeno 6 o 7 mesi. Oltretutto il servizio costerebbe circa 1,3 milioni di euro l’anno, una cifra improponibile per le casse esangui dell’Amministrazione.

Nel frattempo famiglie e scuole sono sul piede di guerra: ufficialmente, infatti, dal Comune non è giunta alcuna comunicazione in merito al servizio mensa, per cui formalmente le scuole non possono attivarsi con soluzioni alternative. Un conto, infatti, sono le dichiarazioni politiche, diversa è invece la macchina burocratica: finché dal Comune non verrà sciolta la riserva su questo servizio “moribondo”, i Dirigenti scolastici non possono attivarsi né con l’Ufficio Scolastico Provinciale né con eventuali enti privati per garantire la mensa, soprattutto nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie, dove oltretutto le iscrizioni sono state accolte anche in base all’erogazione del servizio.

Stessa sorte dovrebbe toccare all’assistenza scolastica specialistica per gli alunni disabili, come da noi già tristemente annunciato: il servizio, che aveva già subito sforbiciate nel numero di ore negli scorsi anni, dovrebbe essere sospeso.

Insomma, sono proprio le famiglie, allo stato attuale delle cose, e gli alunni più bisognosi di aiuto a pagare lo scotto della cattiva gestione amministrativa. Una considerazione è d’obbligo: il bando di gara per la refezione scolastica doveva essere pubblicato già mesi addietro affinché il servizio potesse partire regolarmente con l’inizio dell’anno scolastico. Come mai già mesi prima della dichiarazione del pre-dissesto si è bloccata questa procedura? Perché non si è comunicato per tempo, alle scuole e quindi alle famiglie, che il servizio non sarebbe potuto partire. Chi amministra ha il dovere di raccontare la verità ai cittadini, soprattutto quando da queste scelte dipende l’organizzazione di altre istituzioni importanti, decisive e strategiche per la comunità.

venerdì 14 Settembre 2018

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