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Una guerra contro i bambini

Geremia Acri
Nell'agosto scorso le Nazioni Unite hanno definito il conflitto nello Yemen come la più grave crisi umanitaria del mondo
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Si continua, nonostante tutto, a perpetrare l’errore e l’orrore.

Nell’agosto scorso le Nazioni Unite hanno definito il conflitto nello Yemen come la più grave crisi umanitaria del mondo.

Lo Yemen è stato distrutto dal conflitto iniziato nel 2014, quando i ribelli Houthi, alleati con le truppe fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, conquistarono gran parte del paese, inclusa la capitale. In risposta una coalizione guidata dall’Arabia Saudita e sostenuta dagli Stati Uniti nel 2015, ha lanciato una campagna aerea contro i ribelli per di ripristinare il governo “riconosciuto a livello internazionale” del presidente Abd Rabbu Mansour Hadi e quindi sconfiggere i ribelli.

Si calcola che dall’inizio del conflitto, più di 10.000 persone sono state uccisenei combattimenti, milioni sono stati costretti a lasciare le loro case e il paese impoverito è stato spinto sull’orlo di una devastante carestia.

«Negli ultimi tre mesi nel governatorato di Hodeidah, in Yemen, c’è stato un incremento drammatico di civili uccisi e feriti, compresi i bambini, a causa dell’escalation dei combattimenti esplosi nella regione. Solo a luglio e agosto scorso, sono almeno 100 i bambini che hanno perso la vita in tutto il Paese». È quanto ha denunciato Save the Children, in una nota nella quale rileva che tra giugno e agosto scorsi, a Hodeidah, si è registrata oltre la metà il 51% di tutte le vittime civili nello Yemen, con almeno 349 persone che hanno perso la vita in questa zona a fronte dei 685 civili uccisi in tutto il Paese. Nei primi cinque mesi di quest’anno, tra gennaio e maggio, a Hodeidah ci sono state in media 44 vittime civili al mese, mentre nei successivi tre mesi, giugno-agosto, il numero delle vittime è cresciuto del 164%, toccando una media mensile di 116. «Un’impennata –continua la nota– dovuta all’offensiva lanciata a giugno dalla coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati per riconquistare la città e il suo porto».

«Sappiamo che i bambini sono particolarmente vulnerabili quando armi esplosive come missili o mortai colpiscono aree popolate, come città, mercati, scuole e ospedali», ha affermato Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen. Ed ha aggiunto: «I loro corpi sono più piccoli, hanno maggiori probabilità di essere feriti alla testa e al collo e le schegge hanno maggiori probabilità di colpire i loro organi vitali.È difficile per il mondo ascoltare questi racconti, ma è la dura realtà per un bambino che vive nello Yemen in questo momento». Migliaia sono i bambini hanno perso braccia, gambe o la capacità di parlare o camminare a causa degli effetti delle armi esplosive. Le strutture sanitarie nello Yemen non sono attrezzate per curare questo tipo di lesioni.

«Le parti in conflitto devono sedersi al tavolo dei negoziati per porre fine alle sofferenze dei bambini yemeniti. Dovrebbero cominciare fermando l’uso di armi esplosive nelle zone popolate, in modo che i bambini non rischino più di morire o di rimanere feriti», ha proseguito il direttore di Save the Children in Yemen.

Negli ultimi due anni ad Hodeidah, c’è stato un aumento di oltre il triplo, 342%, delle vittime civili accertate, con 129 vittime nel 2016 e 571 nei primi otto mesi di quest’anno.

‘Quando i bambini vengono presi di mira e uccisi o quando la fame viene usata come arma di guerra, il mondo deve parlare apertamente e fare tutto quanto in suo potere perché i responsabili se ne assumano la responsabilità’.

«Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un picco scioccante delle violenze, da un attacco aereo che ha colpito uno scuolabus pieno di bambini a un bombardamento vicino ad un ospedale. Gli scontri avvengono in aree urbane densamente popolate e ibambini rimangono intrappolati, rischiando la morte o ferite che stravolgono le loro vite. Gli attacchi contro scuole e ospedali aumentano anche se questi sono luoghi sicuri che non dovrebbero mai essere presi di mira. Questa è una guerra contro i bambini. Il mondo sembra accettare l’oltraggioso disprezzo per le convenzioni di guerra e i bambini ne pagano il prezzo.È sconvolgente che nel 21° secolo stiamo rinnegando un principio così semplice, come quello secondo cui i bambini dovrebbero essere protetti», ha concluso Helle Thorning-Schmidt, direttore di Save the Children International.

«L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità. Perché, in fin dei conti, il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali».(J. F. Kennedy).

mercoledì 26 Settembre 2018

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