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Il caso dell’impianto carburanti di via Togliatti arriva in 4^ consulta

La Redazione
Si discuterà anche della drammatica situazione dei canili
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«Un caso tra i più incredibili e mai chiariti quello dell’impianto di carburanti che avrebbe già da anni dovuto essere funzionante e rappresentare un luogo di lavoro, di socializzazione, di incontro tra le persone e non ciò che esso è oggi: un luogo di abbandono, di degrado e di emergenza ambientale proprio a due passi dal cimitero comunale». Così definisce l’impianto di distribuzione carburanti mai ultimato in via Togliatti Savino Montaruli.

«Uno scempio economico ed ambientale che non è sfuggito alle cronache giornalistiche che del “caso” si sono più volte occupate ma senza che l’Ente competente, cioè il disastrato comune di Andria, desse un cenno di risposta e di riscontro.

Il fatto che il comune di Andria abbia enormi problemi gestionali e logistici, oltre che economici, non deve far cadere la cosa nel nulla perché anche di fronte ai disastri il comune ha il dovere di dare risposte a chi le pretende, per legge.

Un nuovo impianto di distribuzione carburanti in via Togliatti, ad Andria, arteria stradale tra le più trafficate della periferia urbana cittadina quindi un punto di fortissimo interesse pubblico. Un’opportunità di lavoro per famiglie andriesi che stanno vedendo vanificati i propri sogni di un lavoro dignitoso in città.

Oggi quel luogo è un simbolo, uno dei tanti simboli di abbandono nella città federiciana, sempre più concentrata su quel piccolo fazzoletto di vita nel centro cittadino ma che trascura completamente tutto ciò che non è manifestazione di visibilità.

Il manufatto è lì, costruito da anni e quello che avrebbe dovuto essere un insediamento produttivo si è trasformato in ricettacolo di rifiuti di ogni genere e luogo pericolosissimo, oggetto anche di occupazioni abusive.

La società proprietaria dell’impianto è la storica Api la quale si è impegnata con il proprietario dell’area ove è insediato l’impianto e ne sta versando da anni regolarmente i canoni di locazione con un accumulo di pretese giuridiche e giudiziarie che potrebbero essere fatte valere nei confronti dell’indebitatissimo comune di Andria in pre-dissesto che evidentemente non ha ancor imparato bene la lezione.

Una struttura ultimata praticamente dal lontano anno 2010, quello della “svolta” politica ed amministrativa per la città di Andria, essendo in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie alla costruzione del manufatto realizzato e per incominciare l’attività d’impresa già autorizzata addirittura tra il 2005 e l’anno 2008 con l’allora amministrazione di sinistra.

Non esisteva alcun vincolo ed era certificato il rispetto dei limiti di legge.

Con il cambio di marcia e l’avvento dei nuovi amministratori comunali, quelli del Pre-Dissesto, tutto si è bloccato con una persistente condizione di incertezza che non trova soluzione. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e i danni pure».

Al fine di ottenere risposte certe e per diretta competenza della 4^ Consulta Ambientale ed Urbanistica della città di Andria il componente effettivo eletto dalle Associazioni, Savino Montaruli, ha chiesto al Presidente della medesima Consulta, prof. Francesco Martiradonna, una convocazione urgente dell’Organismo per discutere dell’argomento, invitando a partecipare l’Assessore Alle Attività Produttive, all’Ambiente con i relativi dirigenti ma anche coloro che ne hanno competenze in materia urbanistica. Ovviamente le prime risposte in riunione si attendono dai Dirigenti dei Settori, almeno da parte di quelli rimasti, che evidentemente dovrebbero avere cognizione dello scempio che è lì, sotto gli occhi di tutti.

Montaruli ha chiesto al Presidente Martiradonna di iscrivere all’ordine del giorno della seduta anche la delicatissima questione legata alla vicenda canile ad Andria.

lunedì 3 Dicembre 2018

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