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Ad+cum+lego, “raccolgo insieme”, ovvero accolgo

Sabino Liso
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Andria
Andria città che accoglie: in città in tanti si schierano "per" l'accoglienza. Tra gli ospiti anche Kader Diabate, oggi ambasciatore Unicef, che ci ha ricordato l'importanza di parlare "con" gli immigrati e non degli immigrati
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Ad+cum+lego, “raccolgo insieme”, ovvero accolgo. Accolgo il mio vicino, accolgo l’altro perché lo sento simile a me, umano come me, e così costruisco relazione, instauro il dialogo, vivo.

“Andria, città che accoglie”: si è tenuta sabato sera l’iniziativa fortemente voluta dal consigliere regionale Sabino Zinni e sostenuta da altre associazioni e liberi cittadini che hanno voluto dimostrare l’esistenza, in città, di tanta gente che è a favore dell’accoglienza, a prescindere dal colore della pelle.

Una serata in cui si è respirata aria di pacatezza e sensibilità nella piazza più importante della nostra città, dove in una tenda numerosi cittadini hanno condiviso il piacere di incontrarsi e sostenere in maniere propositiva il concetto dell’accoglienza. Un tema abbastanza spinoso, e per la prima volta, i favorevoli ci hanno messo la faccia.

Finalmente sabato sera c’è stata la possibilità di confrontarsi con coloro che sono a favore della stessa e soprattutto con chi pratica l’accoglienza nei confronti di uomini e donne, indistintamente dal colore della pelle.

«Questa serata ci ha dato diversi spunti interessanti – commenta il promotore dell’iniziativa Sabino Zinni -: il primo è che c’è una parte della popolazione che, quando viene chiamata a prendere posizione, la prende non tanto contro qualcuno ma per qualcuno. Ciò significa ribadire un concetto antico, quanto antica è la civiltà: l’accoglienza viene prima di ogni altra cosa. Prima l’uomo. Questo non significa sottacere alle difficoltà di integrazione ma significa che la prassi nell’accoglienza viene prima di ogni altra cosa. L’evento ci dà conferma che molta gente su questo c’è».

Tra gli ospiti della serata anche Diabate Kader – Ambasciatore Unicef Italia: ha solo 19 anni e già può raccontare molto più di tanti altri. Sbarcato a Reggio Calabria lì proprio dove è rinato, come lui stesso ammette. Il suo presente è oggi a Corato, dove svolge la sua carriera come attivista e come ambasciatore UNICEF, si dice essere tra coloro che sono grati agli italiani. É stato ricevuto dal Papa nei mesi scorsi e nella tenda dell’accoglienza, in Piazza Catuma, ha portato la sua testimonianza, fatta di umana sofferenza e di rinascita in un Paese che almeno con lui si è mostrato accogliente. Kader Diabate ha conosciuto la prigione ma anche la libertà. E poi il deserto, il mare e la terra.

Io credo che sia sempre meglio parlare “con” gli immigrati più che “degli” immigrati. Ah, “piccolo” dettaglio, si è parlato anche dei mille volti che ha la povertà, e di quanto ad Andria si fa per accogliere ed aiutare anche i nostri concittadini… a proposito del “prima gli italiani”. Il fatto è che un cuore che batte non ha colore di pelle!

A suggellare la serata l’ottimo aperitivo firmato dai ragazzi de “La Téranga”.

Aspettiamo ora altre belle iniziative dove contaminarci positivamente, magari con le classi di operai e i loro imprenditori, con intere classi di studenti e soprattutto con classi di menti eccelse che mettono l’uomo e i suoi diritti al centro della storia universale.

lunedì 11 Febbraio 2019

(modifica il 2 Agosto 2022, 13:54)

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