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Il progetto diocesano “senza sbarre”: dal sogno alla realtà

la redazione
Domani, sabato 4 maggio, alle ore 10.00, l'inaugurazione del pastificio "a mano libera" e della masseria San Vittore nell'omonima contrada
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«Il progetto diocesano “senza sbarre” mira ad attuare l’esecuzione della misura alternativa al carcere, prevista dalla legge, e ha come obiettivo la creazione di una realtà di accoglienza nell’agro di Andria, rivolta a persone in stato di detenzione e/o sottoposte a provvedimento di custodia attenuata, ex detenuti e/o persone il cui percorso carcerario, oltre ad avergli segnato la vita per sempre, gli ha precluso ogni possibilità di rientro e di integrazione sociale.

Da qui la scelta di non tralasciare nessuno delle persone affidate alla cura spirituale, invitando i fedeli a creare ponti tra il carcere e il mondo» comincia così la nota di don Riccardo Agresti e don Vincenzo Giannelli promotori dell’iniziativa.

«L’idea, che nasce proprio da questo invito, è un progetto di accoglienza residenziale e semi-residenziale per persone detenute nella casa circondariale di Trani, nelle carceri di Puglia e Italia, ammessi a programmi alternativi alla carcerazione. In una masseria fortificata, in contrada san Vittore, circondata da circa 10 ettari di campagna, si vuole creare una impresa multiservizi con il cuore nella lavorazione della terra.

Inoltre – continuano – è convinzione dei sacerdoti promotori che non c’è tutela dei diritti e rispetto della dignità se non c’è contrasto della povertà in tutte le sue forme.

Si tratta di un progetto che si colloca in un difficile contesto sociale nella Provincia di BAT e che prende corpo nell’agro di San Vittore presso Castel del Monte.

La tenuta di S. Vittore rappresenta un punto di regia e di coordinamento degli interventi per l’inserimento lavorativo inteso come elemento di necessaria risocializzazione e come fonte di sostegno lecito.

Il progetto “senza sbarre” vuole essere un’opportunità per chi si trova a dover subire le criticità di un sistema da tempo in difficoltà, quale anello di congiunzione tra tutti gli aspetti del “dentro” e del “fuori” e che caratterizzano la problematica.

Oltre all’idea di mettere al miglior frutto, i 9-10 ettari di tenuta agricola, che sono già oggetto di predisposizione di un piano di miglioramento fondiario, e all’accoglienza residenziale e semiresidenziale dei detenuti, si stanno predisponendo all’interno della Masseria una moltitudine di attività con il cuore nella lavorazione della terra, la cura del paesaggio e la preservazione dell’ambiente in un mix di azioni tendenti a fare di San Vittore una comunità educante ai temi della legalità, della civile convivenza, del recupero di una socialità includente e valorizzante, con al centro la persona e le sue relazioni. Ad oggi, è stato aperto il pastificio “a mano libera”, con la produzione di pasta fresca da parte di detenuti ed ex detenuti.

Le risposte ai bisogni degli utenti – concludono – sono integrate e coordinate tra tutti gli operatori del privato e del pubblico, sia del Ministero della Giustizia sia degli Enti Locali, nella piena consapevolezza che non potendo contare su un itinerario standard per ogni persona sarà necessario puntare sul completo coinvolgimento di professionisti e volontari.

Il primo contrasto oltre al cambio del paradigma culturale, è dare una possibilità di lavoro a tutti coloro che nella vita hanno sbagliato».

venerdì 3 Maggio 2019

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