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Sfruttati 152 milioni di bambini nel mondo

Geremia Acri
Se vivessero tutti in unico Paese, costituirebbero il nono Stato più popoloso al mondo. Del totale dei minori vittime di sfruttamento lavorativo oggi presenti al mondo 79 milioni hanno tra i 12 e i 17 anni di età
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Non si potrà costruire quell’ordine internazionale, realmente improntato a giustizia e solidarietà, che è nell’auspicio di tutti, se continuerà a prevalere il profitto a tutti i costi concentrato nelle mani di pochi, mentre il resto dell’umanità soffre nella miseria e nell’abbandono (cf S. Giovanni Paolo II).

Se vivessero tutti in unico Paese, costituirebbero il nono Stato più popoloso al mondo: sono i 152 milioni di minori tra i 5 e i 17 anni, 1 su 10 al mondo, vittime di sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà 73 milioni costretti a svolgere lavori duri e pericolosi, che ne mettono a rischio la salute e la sicurezza, con gravi ripercussioni anche dal punto di vista psicologico. A raccontare questa piaga è l’ultimo rapporto sulla condizione dei bambini nel mondo di Save The Children, pubblicato alla vigilia della Giornata Mondiale contro il lavoro minorile celebrata il 12 giugno.

Riflettori puntati sui milioni di bambini, 64 milioni di bambine e 88 milioni di bambini, a cui viene negata l’infanzia, allontanati dalla scuola e dallo studio, privati della protezione di cui hanno bisogno e dell’opportunità di costruirsi il futuro che sognano. In più di 7 su 10 vengono impiegati in agricoltura, mentre il restante 29% lavora nel settore dei servizi (17%) o nell’industria, miniere comprese (12%).

Lavoro minorile in Italia
Questa terribile ferita, secondo Save the Children, non risparmia neanche l’Italia dove, solo negli ultimi due anni, sono stati accertati più di 480 casi di illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri di cui più di 210 nei servizi di alloggio e ristorazione, 70 nel commercio all’ingrosso o al dettaglio, più di 60 in attività manifatturiere e oltre 40 in agricoltura.

Un numero senza dubbio sottostimato a causa della mancanza, nel nostro Bel Paese, di una rilevazione sistematica in grado di definire i contorni del fenomeno.

«Anche in Italia c’è ancora molto da fare per mettere fine allo sfruttamento lavorativo di cui sono vittime bambini e adolescenti, a partire dalla necessità di istituire una raccolta dati, sistematica e puntuale…È urgente che le istituzioni rafforzino l’impegno per contrastare la povertà minorile e la dispersione scolastica…» ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

Lavoro minorile nel mondo
Nonostante i progressi significativi compiuti negli ultimi 20 anni, il mondo è ancora lontano dal raggiungere l’obiettivo di sradicare ogni forma di lavoro minorile entro il 2025, come previsto negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, e in base al trend attuale, in quella data, vi saranno ancora 121 milioni di minori vittime di sfruttamento lavorativo.

Del totale dei minori vittime di sfruttamento lavorativo oggi presenti al mondo 79 milioni hanno tra i 12 e i 17 anni di età, mentre 73 milioni sono molto piccoli, tra i 5 e gli 11 anni, e quindi ancor più vulnerabili ed esposti al rischio di conseguenze sul loro sviluppo psico-fisico. Quasi la metà del totale (72 milioni) si trova in Africa, con Mali, Nigeria, Guinea Bissau e Ciad che fanno registrare le percentuali più alte di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti nel lavoro minorile. In questi Paesi, infatti, lavora più di 1 bambino su 2</strong>; quasi 1 su 3 (29%) se si considera l’area dell’Africa subsahariana dove, rispetto al passato, la lotta al lavoro minorile non soltanto non ha fatto registrare alcun miglioramento ma, al contrario, ha visto un incremento del fenomeno.

Complessivamente negli ultimi vent’anni sono stati tuttavia compiuti significativi passi avanti per contrastare il fenomeno, come evidenziato nel Rapporto sulla condizione dei bambini nel mondo Nel 2000, infatti, il lavoro minorile coinvolgeva 246 milioni di bambine e bambini, 94 milioni in più rispetto alla situazione attuale. Progressi che hanno riguardato in particolar modo i minori tra i 12 e i 17 anni, con un tasso diminuito del 42% rispetto al 2000, mentre si è ridotto in misura minore il numero di minori tra i 5 e gli 11 anni (passati da 110 milioni nel 2000 ai 73 milioni di oggi), in Asia centrale ed Europa orientale i progressi maggiori

Rapporto sulla condizione dei bambini nel mondo

Rapporto “Game Over: Indagine sul lavoro minorile in Italia”

mercoledì 19 Giugno 2019

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