A tornare sulla questione dei libri di testo è Unimpresa Bat che, con propria nota fotografa l’attuale situazione in cui versano molti studenti andriesi che, a detta dell’associazione di categoria, ad oggi, sono ancora privi dei libri di testo: «dobbiamo constatare con rammarico, ma non certo con sorpresa, il mancato riscontro al nostro intervento stampa con il quale da una parte abbiamo stigmatizzato l’atteggiamento ineffabile dell’altra associazione di categoria e, dall’altro, quello intraducibile dell’ufficio pubblica istruzione del comune di Andria il quale si è affannato, invece, a tentare di difendere la propria posizione finalizzata a sostenere che la “sua” procedura adottata fosse l’unica possibile o comunque quella legittima, omettendo di affermare con chiarezza che anche quelle adottate da tutti gli altri comuni, come da noi riportato, sono altrettanto legittime e sostenute dalla praticità del “Sistema Cedole”, che resta il più idoneo e il meno invasivo.
Riteniamo, piuttosto, che sarebbe stato soddisfacente se, invece, si fosse portato a conoscenza dell’intera cittadinanza il motivo per cui la procedura precedente è adottata da tutti i comuni dell’Italia tranne che dal nostro.
Da parte nostra, come associazione di categoria maggiormente rappresentativa, ribadiamo che ad oggi, grazie all’idea geniale di chi ha pescato la procedura in vigore per il secondo anno consecutivo, i libri non sono su tutti i banchi delle scuole. Questo perché i libri della scuola primaria vengono acquistati da tutte le librerie dell’Italia nei mesi di agosto e di settembre perciò, quando le librerie andriesi si affacciano per ultime presso i distributori delle varie case editrici non riescono a trovare tutti i titoli disponibili.
Questo blocca la distribuzione per intere classi. Le librerie di Unimpresa speravano che le “fonti certe” di Confcommercio mettessero a disposizione i libri mancanti (per tutti tranne che per Confcommercio, evidentemente) ma purtroppo non si è avuta alcuna notizia di tali “fonti certe” che molto probabilmente erano “bufale campane certe”, come la bufalona dalle tette grosse del ricorso al Tar.
Il risultato di questa procedura anomala comporterà che nel 2019 ai 23.243 residenti partiti nel 2018 dalla Bat si aggiungeranno quei genitori andriesi disperati nel vedere che i loro figli non possono ricevere i libri nel mese di settembre come invece accade per tutti i lori coetanei di tutta l’Italia. Non vorremmo che, nella certezza di dare loro una migliore opportunità, decidano di emigrare in un comune con un ufficio della pubblica istruzione più proteso a soddisfare le esigenze delle famiglie, degli studenti, delle scuole e dei librai invece che preoccuparsi di scaricare immediatamente la balla di fieno sulla strada e lasciare ognuno nel proprio fienile.
Naturalmente ci auguriamo che le prossime elezioni amministrative comunali partoriscano un’amministrazione attenta a questi problemi e in grado di far tornare la vecchia procedura di distribuzione dei libri della scuola primaria, come avviene ancora oggi in tutta Italia, in modo che i bambini andriesi, colpevoli solo di avere la residenza nell’unico comune di Italia che adotta una procedura tutta particolare, possano finalmente iniziare l’anno scolastico senza nessun handicap e soprattutto senza essere discriminati con le loro famiglie».