Due storie

Giovani andriesi “su” al Nord dopo le vacanze in famiglia: «Ritornerei? Anche no. Purtroppo»

Sabino Liso
Sabino Liso
Molti giovani e, in realtà anche meno giovani, sono tornati nelle grandi città del nord dove lavorano, vivono ormai da anni, ma anche dove tantissimi studiano. Ma qui non si torna se non cambia qualcosa
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Vi abbiamo parlato nei giorni scorsi del nostro proposito di raccontare storie belle e ispiratrici: alcune di esse, però, hanno un sapore dolce-amaro, perché toccano nervi scoperti della nostra società.

Passate le vacanze, molti giovani e, in realtà anche meno giovani, sono tornati nei loro luoghi di destinazione: nelle grandi città del nord dove lavorano, vivono ormai da anni, ma anche dove tantissimi studiano con la speranza che tutti gli anni passati sui libri servano a trovare il lavoro per il quale si è consumato il sacrificio. Tanti giovani sono scesi per trascorrere le vacanze natalizie in famiglia, fare scorta di qualche conserva buona e qualche altra ghiottoneria “made in Andria” a lunga conservazione, in attesa di scendere nuovamente per Pasqua (chi è fortunato) o addirittura per le vacanze estive.

In viale Ovidio, nei pressi del terminal bus, molti degli studenti e lavoratori fuori sede, alzando la testa, a questa tornata, si sono visti di fronte a loro il murales di Daniele Geniale dal titolo “Ritornerai?”. Le risposte saranno state tante, magari i desideri espressi sotto le stelle gelide invernali si avvereranno, ma tra queste risposte ce ne sono almeno due perentoriamente “negative”: sono quelle di Arianna, ingegnere biomedico, e Giovanni, da qualche mese laureato in Ingegneria al politecnico di Torino. Risposte apparentemente dure nei confronti della nostra terra, speculari a testimonianza del comune sentimento tra gli emigranti, ma che ci mettono davanti alla realtà: a parte gli affetti, spesso la nostra terra è povera di altre attrattive per chi non voglia solo “accontentarsi” ma abbia ambizioni di una vita piena e fruttuosa.

«Da 5 anni – racconta Arianna – vivo a Torino e da 2 ci lavoro, ma ad ogni rientro nell’amata Andria la rituale domanda di quando ho intenzione di tornarmene “a casa” è d’obbligo sotto diverse forme interrogative. Da studente ho sofferto la mancanza di casa – anche adesso, eh! – e quando tornavo giù mi veniva il magone a pensare di risalire e tornare in una stanza a studiare, ma d’altronde studiare è stato il principale motivo che mi ha spinta a guardare oltre ciò che poteva offrirmi la mia terra, provare ad identificarmi altrove. Pian piano ho imparato a conoscerla e scoprirla, questa città in cui sono sempre stata “la fuori sede”, ho iniziato ad apprezzarla e a sentire anch’essa come casa mia. Quando esco non devo per forza sedermi a mangiare o fare il giro delle solite vie del centro, ma posso decidere di andare in un museo tra i tanti che non ho visto oppure in uno in cui sono già stata e in cui hanno fatto una mostra d’arte esclusiva, posso partecipare ad eventi gratuiti in cui gente che ha fatto esperienze da raccontare viene a condividerle con me, la Cristoforetti ad esempio.. ed il bello di partecipare a tutte queste cose è il non doversi preoccupare di avere un’auto, perché qui i mezzi funzionano molto bene.

Quando sei al termine degli studi le aziende cercano di assumerti il prima possibile, perché qui i giovani laureati non sono quelli da sfruttare in senso negativo, ma menti brillanti e fresche di studio che non possono far altro che dare valore aggiunto alla tua azienda, e ti trovi pure nella condizione di rinunciare a un posto di lavoro perché rispecchia quello che hai studiato all’80% e hai una proposta migliore.

I diritti dei lavoratori sono seri. I servizi online mi aiutano a non dover prendere giorni di permesso a lavoro per cambiare la residenza o scegliere il medico ad esempio. Per non parlare dell’assistenza che qui garantirebbero a mio fratello disabile, per cui “giù” mia madre ogni giorno lotta con chi di competenza anche solo per sentirsi garantita delle cose vitali per lui. Allora io rispondo sempre alla domanda: “Ritornerai ad Andria?” con un “per ora no, ci ritornerei se cambiasse, se si investisse in cultura, se si investisse nei giovani, se i lavoratori avessero i propri diritti, se la città fosse viva, e non solo il giorno della vigilia con le band che ti animano, ma tutto l’anno con eventi che ti educano”. Andria è sempre la mia città, è sempre il posto del mio cuore, è sempre il posto in cui c’è la mia famiglia e i miei cari, ma qui, a Torino, io sono felice».

«Che bello quel murales – aggiunge Giovanni – affisso lì dove ogni sera partono bus diretti al nord. Ho alzato la testa e non ho visto la testa di quel ragazzo. Ci ho messo la mia e quella di tanti miei coetanei e amici che ho visto partire con me. Dopo un amarcord di qualche minuto, sono passato alla risposta: beh, francamente non ritornerò!

Vivo da ormai 5 anni a Torino, mi piace il modo in cui si lavora, mi piacciono i tempi scanditi del lavoro organizzato; lì, nella scala delle priorità c’è la tua vita: la possibilità di poter fare il lavoro che sognavi da piccolo; a Torino e, comunque, al Nord ti ricollochi in pochissimo tempo dovessi perdere il lavoro.

Poi c’è la possibilità di dare più valore al tempo libero: ci sono mostre, eventi culturali e tanto altro, sempre a disposizione in qualunque periodo dell’anno, musica leggera e musica lirica, arte, architettura…

Oggi sto bene qui al nord e sento di dover dire a tutti i politici e a chi amministra le città del mezzogiorno che c’è da lavorare, e molto! Ci sono i treni, le infrastrutture da realizzare, ci sono i mezzi di trasporto da equiparare… non è possibile che l’alta velocità si fermi a Napoli! Non c’è il rispetto dei diritti e dei doveri di tutti i lavoratori. Dove sono i sindacati e le associazioni di categoria? A fare accordi con i politicanti di turno? No, ad Andria e nelle città del sud siamo arretrati e, mi dispiace dirlo, ma con tutta la buona politica ed educazione nei confronti del lavoro e del rispetto delle regole non basterebbero due lustri… Io nel frattempo voglio realizzarmi, voglio mettere su famiglia e dare un senso alla mia esistenza. Pazienza se dovrò sacrificare la vicinanza degli affetti a me cari. so che comunque loro ci sono e mi hanno accompagnato in questo cammino non facile, ma necessario…

Ritornerei? Anche no. Purtroppo».

mercoledì 8 Gennaio 2020

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vincenzo inchingolo
vincenzo inchingolo
4 anni fa

Tanti AUGURI Arianna e Giovanni, Auguri a voi come a tanti altri giovani per una vita ed un futuro migliore.
Non tornate, restate dove siete e dove vi sentite vivi e realizzati, questa città stà morendo ogni giorno di più e francamente un'inversione di tendenza mi sembra un'utopia se non fantascienza.

Riccardo  Nanni
Riccardo Nanni
4 anni fa

Sono andato via da Andria dove gia' non c'era nulla nel 1953.Vivo nel NOrdest benissimo e qualche volta torno ad Andria ma pare sempre peggio

Antonio
Antonio
4 anni fa

Come non darvi torto! In bocca al lupo a voi giovani e a tutti coloro che seguiranno le vostre orme. Mio figlio il prossimo anno inizierà a studiare ingegneria ed ha già le idee chiarissime: anche lui vuole trasferirsi a Torino

Compaesano
Compaesano
4 anni fa

Però, tra i colpevoli ci sono tutti.
Tra chi rimane e fa nulla o, ancor peggio, chi fa danni e chi va via.
Colgo sempre ignoranza e vigliaccheria in certe storie, dove gente nasce in una società e si rivolge ad essa usando la terza persona.
Spesso si dice che sia la politica la colpevole di certi degradi, ma la colpa, anche in questo caso, è sempre della società.
Gli ignavi che girano la testa e si accomodano altrove, dove qualcuno ha realizzato una società migliore, cosa di cui loro non sono capaci e, soprattutto, mossi solo da un tornaconto personale come per la peggiore politica.

Riccardo cannone
Riccardo cannone
4 anni fa

Io sono l'unico andriese che lavora da 9 anni a castelfidardo nelle marche costuisco fisarmoniche per tutto il mondo sono 20 anni che sono lontano da casa e non finiro' mai di fare sacrifici lo faccio per me e per far in modo che tutti sappiano che ad andria non c'e solo delinquenza ma giovani che hanno tanta voglia di lavorare e creare un mondo migliore fatto di gioia e tanta felicita' tornerei nella mia citta' solo per insegnare ai giovani la mia arte ma non o mai avuto la possibilita' e forse non la avro' mai un abbraccio a tutti i miei concittadini vi voglio sempre un mondo di bene

Vincenzo Leonetti
Vincenzo Leonetti
4 anni fa

A giudicare dalla regressione socio-culturale che investe le fasce più e meno giovani della popolazione andriese, ammetto che le speranze di assistere a dei cambiamenti nella nostra città sono abbastanza remote. Se da un lato è assodato che il Sud in generale non dà rosee prospettive ai ragazzi, dall'altra c'è da dire che tutto il sistema Andria è veramente troppo arretrato dal punto di vista ideologico e culturale. Ci sono tanti esempi di città del Mezzogiorno virtuose che almeno ci provano ad invertire questa triste tendenza, ma noi non siamo di certo tra questi, anzi. Quanto vorrei nel 2020 un'amministrazione comunale fatta di gente che ha dovuto farsi le ossa lontano da casa, invece che le solite quattro facce (andriesi di professione prima che di nascita)!

Compaesano
Compaesano
4 anni fa

Torno a scrivere qui dopo il contro esodo del fine settimana.
Il Karma, alla fine, mostra il polso di tutti.
Il popolo del “Ma anche no!”, si è mostrato per quello che è; un branco di sciacalli alla ricerca di quello che è il posto più comodo, certi che, con la loro “colta” ignoranza e la loro incapacità, non saranno mai capaci a rendere la loro terra un posto migliore.