Attualità

Amore, tradimento, malattia: tre storie di andriesi per San Valentino

Lucia M. M. Olivieri
Antonio e Teresa, "separati" da una malattia rara; Giuseppe, che non sa scegliere tra passato e presente; Maria, che ha combattuto i suoi mostri con un fido compagno accanto
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Nella giornata in cui in tutto il mondo si celebra l’amore, nel giorno della festa più romantica dell’anno che, con San Valentino, patrono degli innamorati di tutto il mondo, sin dalla tarda antichità, è diventata un mito che si è propagato attraverso romanzi, canzoni, dipinti, tutta l’arte che l’essere umano sa produrre, vi vogliamo raccontare la storia di 3 coppie, tra di loro molto diverse, che rompono per certi versi i paradigmi “classici” dell’amore.

Antonio e Teresa stanno insieme da tempo, da quando erano ragazzi: uno sguardo differente, un giorno, ha fatto scoccare la scintilla e hanno percorso insieme il cammino “canonico” del fidanzamento e del matrimonio. Ma i figli non arrivano e i due iniziano a sottoporsi agli esami di rito: un valore desta preoccupazione nei medici che seguono Antonio, che lo invitano ad approfondire in centri specializzati di genetica medica. Dopo pochi giorni, il terribile responso: la vita ha deciso di mettere lui e lei davanti a una strada tortuosa, quella che devono percorrere i malati rari. Una malattia che colpisce poche persone in Italia e che porta a una lenta degenerazione, per cui non esiste ancora una cura risolutiva: «É come essere – ci ha raccontato Antonio – il palloncino che si sgonfia all’improvviso, non hai più aria, non hai più senso. Pensi a ciò che verrà e ti chiedi che senso abbia continuare. Ma soprattutto non voglio obbligare Teresa a stare con me, né per amore né per pietà: l’ho lasciata per non farla assistere al mio disfacimento. Voglio essere per lei il ragazzo di 18 anni che si tuffa dagli scogli, non il 40enne che andrà a breve su una sedia a rotelle. Per me l’amore è questo: allontanare l’amore della mia vita». Ma più forte ancora è la volontà di Teresa: lei è sicura del suo sentimento per il compagno della vita e non demorde, lo cerca ogni giorno e insiste per rispettare il loro vincolo “di cuore”: una prova tangibile di ciò che un vero amore può tentare di superare in mille avversità.

Giuseppe invece combatte strenuamente con se stesso: «Ho sposato mia moglie che avevamo solo 24 anni io e 22 lei: eravamo fidanzati da un po’, tutti ci dicevano, ormai 25 anni fa, che era arrivato il momento, e noi abbiamo abbassato la testa e seguito i consigli, Ma a me è sempre sembrato di aver perso tutta la mia giovinezza: quando ho conosciuto lei, che ha 15 anni meno di me, mi sono sentito investito da una ventata di aria frizzante, gelida per alcuni versi. Lei, intelligente, bella, spigliata, con mille passioni: non le ho detto subito la verità, le raccontavo di dover viaggiare molto per lavoro e di non poter usare spesso il cellulare. Mia moglie non se n’è proprio accorta: ormai il fuoco tra di noi è spento, se mai è stato acceso, e quasi non ci parliamo più se non per darci informazioni sui figli. Ma con lei parlo di tutto, e alla fine le ho parlato anche della mia famiglia: lei è corsa via ma io l’ho inseguita perché voglio stare con lei, voglio sentirmi vivo. Non riesco a decidere: lasciare mia moglie, divorziare, significherebbe distruggere tutto ciò che ho costruito: sono sicuro che lei mi toglierebbe tanto, soldi, proprietà, figli, e non sono pronto. Per ora il mio amore è questo: amare questa idea di vita con lei ma vivere una triste e spenta vita parallela con mia moglie. Poi chissà…»

Maria è innamorata persa di suo marito: «Gli avevo detto che, tra tutti gli uomini al mondo, mai mi sarei messa con lui… e siamo insieme da 10 anni, sposati da 5. É distratto, egoista a volte, non pensa mai oltre l’immediato futuro: ma grazie a lui ho ricominciato ad avere fiducia nel mondo, a non correre come una forsennata per fermarmi a godere di piccoli momenti. Con lui ho intrapreso cammini difficili, tra cui una inseminazione artificiale che, al secondo tentativo, ci ha regalato il nostro ometto: mai pressioni da parte sua, mai una parola storta, io ero avvolta dal suo amore che mi ha fatto affrontare i miei mostri. Forse è questo l’amore: trovare non il cavaliere che combatta al tuo posto, ma il fido compagno che ti sostenga mentre sei tu a combattere. E io so che lui ci sarà sempre e per sempre».

Omnia vincit amor et nos cedamus amori (L’amore vince tutto e noi cediamo all’amore). Questo auguriamo a tutti voi: che oggi, e sempre, l’amore, per voi stessi e poi per gli altri, lasci un segno indelebile nelle vostre vite, un segno tangibile fatto di sguardi silenziosi e ricchi di significato, di smancerie tra fidanzatini, di abbracci tra fratelli e sorelle, di grandi storie di passione e di piccole attenzioni quotidiane, di citazioni rubate su Facebook e dichiarazioni fatte col cuore.

venerdì 14 Febbraio 2020

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