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Aumento tributi nel settore edilizio, l’arch. Galentino scrive al Prefetto: «Un colpo alla nuca»

La Redazione
«Gli attuali gerenti della nostra cosa pubblica hanno voluto omaggiarci della revisione delle tariffe, dagli atti amministrativi agli oneri di urbanizzazione, fino al costo della c.d. monetizzazione degli standard»
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Ad Andria la crisi economica era già in atto da mesi e mesi prima che arrivasse il Coronavirus e lo stop a tante attività deciso a livello centrale dal Governo: purtroppo l’attuale situazione di blocco di tante aziende non farà altro che aggravare la già traballante economia cittadina e comunale, ormai in chiaro predissesto. Tra i settori che non godono di particolare “salute” c’è quello edilizio, che ha atteso a lungo il nuovo Regolamento, emanato poi dalla gestione commissariale, ma che risente come altri settori dell’aumento delle tariffe. L’architetto Michele Galentino ha scritto in proposito una lettera, sarcastica e a tratti pungente, indirizzata al Prefetto Valiante, in cui si illustra la crescita esponenziale dei tributi richiesti, che, sommati agli inevitabili danni che causerà l’attuale lockdown, potrebbero dare il colpo di grazia a tanti professionisti e tante imprese.

«Gent.mo sig. Prefetto,

pur immaginando i tanti gravosi impegni che assorbono la Sua giornata in questo particolare periodo, non riesco a fare a meno di scriverLe per assolvere al mio dovere di cittadino.

Mi rivolgo a Lei, che troverà certamente una via preferenziale, a noi cittadini non facile, per interloquire con il Presidente Conte al fine di offrirgli quelli che io ritengo consigli molto utili in questo drammatico momento che sta vivendo il Paese.
Mi spiego.
Ascoltando le parole da lui, Conte, pronunciate sabato 21 u. s., auspicanti per tutti noi una pronta ripresa “come nel secondo dopoguerra”, molto semplicemente mi domandavo come questo auspicio potesse concretizzarsi.
Una ispirazione mi ha colto, partendo da un più attento esame della situazione della città di Andria e dei rimedi adottati dal Commissario Prefettizio, che attualmente la gestisce.
Ben sapendo, Lui e qualche suo sub-commissario, delle grandi risorse economiche e finanziarie che il Governo centrale ha potuto postare per il settore dell’edilizia privata, sia per le piccole imprese (unica realtà attiva nell’edilizia andriese), sia per noi professionisti, ad Andria, ormai alla canna del gas da ben tre anni, dopo circa dieci di profonda crisi, e conscio del fatto che “nulla sarà come prima”, ha voluto insufflare una massiccia dose di ottimismo alla città a cominciare proprio da questo settore.
Infatti, quando (quando?!) torneremo a lavorare, noi andriesi godremo del vantaggio, rispetto agli altri corregionali, che con una serie di recenti delibere –la prima datata 17 marzo- in un ammirevole atto di generosità, il Nostro ha deciso di aumentare tutte le tariffe ed oneri edilizi.
Una lungimiranza ed augurio di cui se il premier Conte facesse tesoro applicandoli a livello nazionale, gli italiani finirebbero di cantare “Vincerò” dai balconi.
La cura è semplice: si aumentano, magari triplicano, i tributi così appena riprendiamo a lavorare potremo soddisfare al meglio il desiderio di pagare più tasse. Tanto è nel meritevole interesse generale. E Dio sa se oggi non ne abbiamo bisogno!

É vero, la situazione generale è molto tragica, però prevenire è sempre meglio che curare.

Gli attuali gerenti della nostra cosa pubblica hanno voluto omaggiarci della revisione delle tariffe, dagli atti amministrativi agli oneri di urbanizzazione, fino al costo della c.d. monetizzazione degli standard da applicare alle pratiche che utilizzano il “piano casa”, senza sottacere sulla chicca che vorrebbero (il condizionale è d’obbligo) reclamare il pagamento per occupazione indebita –in questo momento!- ai residenti in una casa abusiva e non condonata o non condonabile.
Una lettura superficiale dei provvedimenti farebbe venire alla mente quello che in gergo militare, nelle dittature, si chiama “il colpo alla nuca”.
Ma così non è! Occorre cogliere il lato positivo, ovvero il profondo senso di equità e vicinanza ai problemi dei cittadini che sottendono l’intervento commissariale che, mi ripeto, vuole unicamente infondere ottimismo per la fine ormai vicina (non della nostra economia, come insinuano i maligni) della crisi.
Le risparmio i dettagli del contenuto delle deliberazioni. Dico soltanto che la solerzia del Commissario andrà ascritta negli annali di storia della sana burocrazia, che caratterizza la vita amministrativa del nostro Paese.
In un momento come questo abbiamo proprio bisogno di tanta genuina sensibilità e generosità, ma vieppiù di competenza. E i nostri hanno dimostrato di possedere le une e specialmente l’altra fin dalla adozione del nuovo Regolamento Edilizio.
Dimostra quindi malafede chi vuole insinuare sia vera la notizia che questi siano incrementi non previsti dal Piano di Riequilibrio Pluriennale sul quale ancora non c’è -dicono sempre i bastian contrari di professione- l’omologazione del Ministero. I più pessimisti, poi, devono capire che sono stati assunti perché atti dovuti. Ciò non di meno, un rimedio per non incidere sulla carne viva da bravi italiani lo troviamo: ad es. basta non avviare nuove iniziative.

Per avere il senso e la misura (avrebbe detto il grande Totò), provi a farsi rendicontare quanti permessi di costruzione e/o titoli abilitativi sono stati presentati negli ultimi due, anche tre, anni: ricaverebbe indubbiamente un quadro molto eloquente del fervido tumultuoso momento produttivo e di sviluppo che vive il settore nella nostra città.

Così anche Lei potrebbe meglio apprezzare lo zelo mostrato dai Nostri e suggerire con cognizione di causa al Presidente del Consiglio di applicare la stessa cura su scala nazionale. Da brava persona qual è, non mancherà di apprezzare e farne tesoro.
Grato per l’attenzione che vorrà riservare alla presente, La prego consentirmi la richiesta di voler porgere –a noi non è dato di poter accedere a questo privilegio- al nostro Commissario e Sub i sensi di grande riconoscenza non solo mia personale ma anche dei tanti operatori di cui sono certo rappresentare identici sentimenti.

Confido anche vorrà riservare gentile comprensione per la licenza dello “humour” che mi sono permesso, ma la circostanza mi dava una sola amara alternativa che, per rispetto alla Sua persona, ho voluto evitare».

mercoledì 25 Marzo 2020

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Gattone
Gattone
4 anni fa

Mi sono commosso nel leggere la sua missiva

Amicodipeppone
Amicodipeppone
4 anni fa

Mi viene da pensare ai tempi che furono dove le missive sarcastiche e pungenti non venivano scritte però i problemi erano identici. Perché?

Roberta Liso
Roberta Liso
4 anni fa

Spiace sottolinearlo, soprattutto in questo momento ma, ancora una volta, si sottovalutano alcuni passaggi che riguardano la nostra professione e le categorie del settore.
Gli aumenti previsti dalle delibere, dovuti o non dovuti, diventano inopportuni nel momento in cui il Presidente Conte la sera del 21 marzo ci prepara psicologicamente ad accettare l'idea di vivere in GUERRA.
La nostra città ed il nostro settore, che già stavano vivendo una fase di declino – aggravato dallo stato di predissesto finanziario – vengono così ulteriormente e tristemente bistrattate.

Roberta Liso
Roberta Liso
4 anni fa

Alla riflessione dell'arch. Galentino, ne aggiungo una personale, sempre relativa al settore e sempre scaturita dalla lettura del DPCM 22.03.2020 e suo allegato (elenco attività consentite in base ai codici ateco).
Gli studi di architettura possono svolgere la loro attività con cantieri chiusi e artigiani fermi, clienti che non possono uscire di casa, uffici e tribunali che svolgono attività solo legate all’emergenza o comunque indifferibili. E' possibile continuare l'attività di studio progettando il post-guerra.
Saremo ancora in grado di mantenere le nostre partite IVA?
Perché includere le attività professionali in quelle possibili, sebbene non indispensabili nell’emergenza ?

Roberta Liso
Roberta Liso
4 anni fa

Nel passaggio tra la conferenza stampa del Presidente Conte e la versione definitiva del DPCM 22.03.2020 le ‘maglie’ si sono riallargate per diverse attività. Il motivo sfugge.
A pensar male si commette peccato.
In rispetto di chi, in queste ore difficili, lavora con sacrificio e dedizione, avrei preferito chiarezza e chiusura vera di tutto ciò che non è emergenziale.
Per entrambe le riflessioni, resta l'amara constatazione che chi dovrebbe rappresentarci, come professionisti e come cittadini, tace.

Leontu
Leontu
4 anni fa

Una lettera molto profonda..
Concordo in pieno che per noi professionisti sarà molto dura.
Noi siamo l'ultima ruota del carro per il nostro stato che però puntualmente si presenta a bussare alla porta ogni 16 del mese.

sabino cannone
sabino cannone
4 anni fa

Come in ogni guerra le risorse finanziarie si sposteranno dal settore civile all'armamento, in questo caso in quello sanitario di cui molte sono all'estero per la delocalizzazione imposto dalla globalizzazione e la liberalizzazione. Ma l'aspetto aberrante è che le risorse finanziarie necessarie saranno chieste al mercato finanziario ovvero ad usurai internazionali che aspettano con ansia come avvoltoi questo momento. Purtroppo varrà la legge del “mors tua vitae mea”. Inoltre in Europa c'è qualcuno che aspetta che ci buttiamo nelle braccia del MES mai sciagura sarà peggiore. Altro che aumenti degli oneri concessori, quelli del MES(governatori di banche centrali private in mani privati) vorranno tutti i ns risparmi e patrimoni se non ononeremo i debiti contratti.